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NEL NIDO DELL'AQUILA

Post n°22 pubblicato il 30 Giugno 2009 da gabryskifondo

Cari amici,

voglio proporvi in questa pagina un'escursione a mio parere molto bella e per nulla banale che ho affrontato domenica scorsa in compagnia della Yeti (amante dell'alta montagna estiva ......)

A seguire inserirò i doverosi dettagli tecnici ed una pagina web molto precisa dalla quale potrete scaricare la relazione , poi passerò a parlarvi della "nostra" esperienza, nel tentativo di coinvolgervi emotivamente e magari convincervi a ripercorrere i nostri passi se vi capiterà di transitare nell'alta Val Tournanche

Destinazione : Rifugio Giovanni Bobba (mt. 2770)

Località di partenza : Breuil - Cervinia (mt. 2006)

Dislivello : mt. 765

Tempo di salita : ore 2,30

Difficoltà : EE

Segnavia : 11

Consiglio al ritorno di chiudere la gita ad anello percorrendo al ritorno  il sentiero 10 verso l'Alpe Bayettes

riferimento per dettagliata relazione:

http://digilander.libero.it/avicimages/aroundw/escursioni/escursioni_altrevalli/eva06-rif_bobba.htm

 

 

Domenica 26 giugno, caldo marcato già al mattino presto, giornata ideale per l'alta montagna.

Si parte con destinazione Cervinia sotto un cielo sgombro di nubi, ma già pregno di umida cappa d'afa.

L'arrivo nella famosa località turistica scatena in me sentimenti opposti.

Da un lato non posso fare a meno di contemplare uno scenario alpino  tra i più belli della Val d'Aosta nel quale la sagoma dell'elegante Cervino risalta come un gioiello incastonato in uno splendido anello, ma deturpato dallo scempio urbanistico dell'uomo che ha realizzato costruzioni di indiscutibile bruttezza violentando la semplicità dell'alta montagna.

Parcheggiata l'auto ai piedi dell'orribile terrapieno nei pressi del campo di golf ed espletate con maniacale precisione le pratiche di "vestizione", partiamo non prestissimo alla volta del rifugio (bivacco in realtà) e con passo ancora da rodaggio percorriamo i tornanti che ci portano entro breve in un ripido canalone  che costeggia il torrente di Maberger.

A metà del canale un grosso nevaio copre le indicazioni di attraversamento del torrente e ci fà sbagliare strada.  Invece di guadare continuiamo a salire la sinistra del corso d'acqua con percorso disagevole su pietrisco friabile e ripido e quindi completamente fuori sentiero su terreno erboso dalla pendenza piuttosto accentuata.

Consultiamo la mappa e valutiamo che comunque conviene proseguire fino a congiungerci con l'ex alta via 3 che dovremmo trovare poco più sopra, visto che ritornare sui nostri passi con le difficoltà sopra descritte non risulta troppo salutare.

Scorgiamo più in basso un'escursionista che segue le nostre tracce; forse anche lui è stato ingannato dal nevaio ......

Finalmente al culmine di una cespugliata di rododendri scorgiamo il sentiero più volte invocato ....... siamo stanchi e ci siamo mangiati una buona mezz'ora di tempo faticando su quel terreno scivoloso.

Ci sediamo a rifiatare un attimo e nel frattempo ci raggiunge l'arzillo escursionista sopra citato, un settantenne di Vercelli intenzionato a raggiungere il Bobba.

Iniziamo a percorrere il tratto centrale del percorso, un mezzacosta pratoso e molto panoramico. Vediamo i resti dell'Alpe Maberger con baite e stalle abbandonate, antico retaggio di vita pastorale che appartiene ormai al passato.

Sopra l'Alpe Maberger la salita inizia a farsi accentuata, fino all'attraversamento di un secondo nevaio che ci permette di raggiungere una cresta morenica  attraversata da rivoli d'acqua provenienti dal ghiacciaio di Jumeaux.

Stiamo attenti a non perdere le tracce non sempre evidentissime, tra chiazze di neve ancora presenti nonostante il periodo estivo, e finalmente giungiamo su di un costone dal quale scorgiamo il sentiero proveniente da Avouil.

Alziamo gli occhi e vediamo finalmente il rifugio, un puntino incastonato sul Truc Tremetta, una ripidissima dorsale di detriti e rocce che divide  i valloni di Vofrède e di Maberge.

Intanto il tempo è cambiato, e le nubi color panna che avvolgevano le Grandes Murailles sono diventate assai scure e promettono pioggia, tanto che la Punta Budden è completamente scomparsa, inghiottita dai cupi nuvoloni.

Interrogo Yeti sulle sue condizioni fisiche e mi sento rispondere "tutto ok, ma affrettiamoci che da qui in poi non conviene beccarci un temporale......."

Infatti sta per iniziare il tratto più delicato dela gita.

Si tratta di salire un tratto di mt. 160 di dislivello molto ripido su rocce scoscese  ed esposte, anche se dalla relazione emerge che non mancano gli appigli.

Per la Yeti è la prima volta che si trova ad affrontare tratti di questo tipo, con corde fisse e passaggi su roccette ed il mio timore è che possa bloccarsi.

Raggiunta la prima delle corde fisse le chiedo se preferisce tornare indietro, ma lei risponde sicura che vuole provarci ed allora la seguo attentamente e la vedo poggiare i piedi con prudenza fino eccessiva e serrare la corda con fare sicuro anche se in certi tratti, come lei stessa ammette ridendo, più che camminare, gattona accovacciata .....

Le altre 4 corde fisse vengono superate brillantemente ed il tempo fortunatamente tiene, così in mezz'oretta arriviamo in questo nido d'aquila, piccola costruzione in legno non custodita con una decina di posti letto, fornelletto a bombola, illuminazione a candela.

Dal balconcino il panorama è mozzafiato, con il Cervino che si intravede (nubi permettendo) da un'insolita visuale (la parete ovest). Più in là la zona del Plateau Rosa e dei Breithorn, Cime Bianche, i Tournalin, Becca Trecare e Becca di Nana (su quel versante neanche una nube, si intravvede fino lo Zerbion)

Sul balconcino solo una coppia (padre/figlio) che gentilmente ci scatta la foto con vista Cervino.

Sgranocchiamo qualcosina e poi giù velocemente, in quanto un'eventuale pioggia avrebbe complicato non poco la discesa su quel tipo di terreno.

Il ritorno lo facciamo molto tranquillamente sul sentiero 10 tra costoni erbosi ricchi di splendida vegetazione floreale, genzianelle, gigli martagoni, arnica, e simpatici animaletti (abbiamo visto una paffutissima marmotta) fino all'alpe Bayettes, per poi entrare in un bel bosco di larici fino all'albergo Carrel ad Avouil.

Yeti nel tornare a Cervinia mi dice "sono un po' morta" ma la vedo contenta, in quanto oggi ha fatto cose che in passato l'avevano bloccata e che alla fine contribuiranno a farla crescere nella passione per la montagna anche su itinerari non facilissimi.

Ciao a tutti.

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