Post n°61 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da cescocav
Ho letto questo articolo con molto interesse e desidero riportarvelo per intero. Sotto seguirà in rosso il mio punto di Vista. Cosa ne Pensate? Dite la Vostra!!!! Il valore economico di un'azienda generato dalla gestione ambientale: il VEP come modello per la sua analisi e stima (prima parte)
E' proprio quest'ultimo l'aspetto che induce maggiori riflessioni. La definizione di forme di agevolazione finanziarie - in forma di contributo a fondo perduto nella misura anche del 50% - si è rivelata nella maggior parte delle situazioni una misura del tutto inefficace a stimolare un reale avvicinamento delle aziende alle tematiche ambientali.
L'analisi del valore proposta dal modello VEP si colloca proprio in questo ultimo ambito e intende porsi come strumento innovativo e pragmatico per:
L'articolo è molto interessante anche se ho un piccolo appunto da fare. Io sono un laureato in Economia Ambientale e sin dallle prime lezioni accademiche ho potuto riscontrare ben poco di concreto. Mi spiego. L'argomento VPE è senza ombra di dubbio interessante e che andrebbe assolutamente gestito da ogni imprenditore, sia che si tratti di Grandi Aziende che di PMI e Micro Aziende. Tuttavia l'errore che molto spesso si fa è quello di presentare questi argomenti agli imprenditori come se fosse una lezione universitaria. Gli imprenditori, della lezione universitaria, se ne fanno ben poco. Mi è capitato più volte di interfacciarmi con qualche imprenditore e la risposta classica è sempre la stessa: dove sono i risultati tangibili di quello che stiamo raccontando? |
Post n°28 pubblicato il 27 Aprile 2007 da cescocav
Tempi duri per chi fino ad oggi pensava di potersi liberare facilmente dei rifiuti prodotti dalle loro attività. “Gli Ecoreati nel Codice Penale” - Così titola una rivista di settore che ho consultato qualche giorno fa su internet. Approda, infatti, in sede del Consiglio dei Ministri, il disegno di legge (ddl) proposto dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero della Giustizia che vede inasprire le pene per tutti coloro che illegittimamente abbandonano rifiuti o sostanze pericolose potenzialmente dannose per l’ambiente e per la salute dell’uomo. In tutto sono cinque articoli contenuti nel titolo VI bis libro secondo del Codice Penale dal titolo “DELITTI CONTRO L’AMBIENTE” che prevedono multe salatissime fino ad un massimo di 250 mila euro e 10 anni di reclusione per chiunque immette nell’ambiente sostanze particolarmente dannose per i vitali processi naturali degli ecosistemi e dell’ambiente in generale. In più risono le aggravanti. Ed in questo caso la pena è ancor più pesante. Essa, infatti, si inasprisce ulteriormente con un aumento di un terzo delle sanzioni previste. Un caso classico è la compromissione dell’ambiente in aree naturali protette o soggette a vincoli paesaggistici, storico artistici, architettonici ed archeologici. Il mio punto di vista: “Che possa questo essere un efficace strumento per combattere l’abbandono irresponsabile ed indiscriminato su tutto il territorio di sostanze pericolose”? Che possa essere uno strumento per frenare l’aggravarsi dei problemi legati all’abbandono dei rifiuti soprattutto nelle aree protette in Campania? Io penso di si. Ma voglio fare una precisazione che per carità può anche essere sbagliata: io penso che il problema, fino ad oggi, non è stata l’assenza di strumenti e norme che disciplinassero questo aspetto molto importante per il territorio italiano. Il problema non è a monte ma a valle. Il problema, infatti, rimane il controllo. Nonostante vi siano organismi preposti al monitoraggio del territorio (come le ARPA), vi è l’assenza o quasi totale assenza di personale qualificato (ma soprattutto esso stesso) con una alta vocazione ambientalista che vigilasse e monitorasse con costanza il territorio di appartenenza – soprattutto in Campania dove prevale ancora il lassismo e le corsie preferenziali per ovviare a delle procedure importanti per la tutela ambientale. Dove voglio arrivare? Vi sono leggi come la 10/91 che prevede in alcuni casi specifici che gli Enti predisponessero al loro interno, un’unità operativa diretta da un Energy Manager che perseguisse l’obiettivo del risparmio energetico, della Conservazione e dell’Uso Razionale delle Risorse Energetiche ponendo particolare attenzione alle fonti rinnovabili e pulite. È una cosa importante questa che deve anch’essa migliorarsi, credo. E mi chiedo: perché non dotare ogni comune di VERE unità preposte al monitoraggio del territorio che studiassero anche i metodi di intervento per ridurre e combattere questo tipo di problemi? Perché non dotare ogni comune di VERE unità che svolgessero attività di intermediazione con gli enti a difesa dell’ambiente? Perché non dotare il comune di VERE unità preposte alla valorizzazione e alla difesa dell’ambiente, in piena autonomia. E bada bene, per VERE intendo Unità Operative composte da Personale Sensibile, Responsabile, Efficiente ed Efficace. Basta con i funzionari poco motivati e che non rispecchiano le caratteristiche che ho tanto evidenziato. MI ASPETTO DI PIU’…. |
Post n°27 pubblicato il 14 Aprile 2007 da cescocav
Trentinara sta cambiando, lentamente, ma sta cambiando. Nuove opere vengono realizzate, gli antichi splendori vengono recuperati, nuove attività partorite da idee lungimiranti sorgono. Bene. Per portare a termine questo processo di cambiamento, di rinascita occorre però la svolta più importante, quella decisiva: la crescita culturale. Badate bene non parlo di quella cultura etichettata dai titoli accademici, lauree, master e così via, o quella che ha torto viene considerata cultura come il nozionismo dilagante favorito dai quiz televisivi, ma della cultura del saper vivere. Un grande scrittore ha detto: la cultura è quello che ti rimane dentro quando hai dimenticato tutto; lui si riferiva alla capacità dei libri di modificare il nostro pensiero ma noi possiamo benissimo traslare questa asserzione sul campo della vita. È costituita dall’insieme delle esperienze che caratterizzano il cammino di ciascuno di noi. Per motivi di lavoro mi trovo a vivere in una realtà territoriale completamente diversa dalla nostra e per passione spesso vengo a contatto con altre realtà culturali. È inevitabile il paragone, il confronto e purtroppo spesso devo constatare la nostra arretratezza culturale che si riflette negativamente su tutti gli altri aspetti della vita sociale. Da noi manca completamente il senso di appartenenza e rispetto verso gli spazi comuni, l’ambiente e più in generale verso tutto il territorio. Ci arroghiamo il diritto di disporne a nostro piacimento, ferendo, scempiando, lacerando e straziando una terra che meriterebbe ben altra sorte. Ogni ponte, ogni slargo viene individuato da “degne persone” quale ricettacolo dei più svariati rifiuti, materiale di risulta, cucine, frigoriferi e lavatrici, al posto della roverella, del lentisco, dell’alloro e del mirto. Gli operatori commerciali non sempre sono all’altezza di ricevere i turisti, anche la popolazione con il suo atteggiamento di incuria verso gli spazi comuni manifesta scarsa attenzione verso il proprio paese e i suoi potenziali visitatori. È un fatto strano: quando si tratta di ospitare parenti o amici siamo insuperabili, ma quando si tratta di avere a che fare con “clienti” non riusciamo a esprimere il meglio. Non mi riferisco in particolare a Trentinara, basta pensare a quello che succede a Paestum che dovrebbe essere il motore propulsore di tutta l’area e invece è un barcone in balia dell’ondivaga corrente. Nel Nord Italia e ancor di più nel Nord Europa gli spazi comuni vengono curati e tutelati dalla collettività, a prescindere dai controlli degli organi preposti. Ogni area verde viene valorizzata al meglio, ogni nuova opera realizzata dal comune o dalla provincia viene considerata come un regalo alla cittadinanza e di conseguenza trattata. La gentilezza verso i turisti è a tratti disarmante e soprattutto esiste una completa informazione dei servizi e delle attrattive. Non sono obiettivi irraggiungibili, basta diventare consapevoli e fieri di quello che abbiamo, della nostra storia, del nostro paesaggio “vivente”, delle nostre tradizioni, dei nostri prodotti: del nostro territorio. Solo così potremo innescare un trend diverso che sia capace di evitare la fuga verso mete lontane dei giovani e meno giovani e dare una speranza per un futuro migliore. IN RISPOSTA A QUESTO ARTICOLO Questione di cultura!!! Vorrei sentir parlare di impegno sociale, da parte tua e di tanti altri ragazzi nella tua stessa "sistuazione culturale"... |
Post n°26 pubblicato il 15 Marzo 2007 da cescocav
Il 2007 è davvero l’Anno delle rinnovabili e dell’ambiente? Riassunto in poche parole, sembrerebbe che il 2007 sia l’anno dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e della tutela ambientale. È quanto si evince dall’editoriale della rivista “IL SOLE A TRECENTOSESSANTAGRADI” di ISES sezione ITALIA della Società Internazionale dell’Energia Solare. A dieci anni dal Protocollo di Kyoto, le novità sulle politiche energetiche sono tante e importanti. Soprattutto sul fronte delle iniziative delle maggiori multinazionali del mondo e delle politiche di governo dei grandi della terra, relativamente alle emissioni dei gas serra in atmosfera – causa principale dell’effetto serra e dello stravolgimento del clima che quest’anno ha bruscamente cambiato le abitudini di tutti con temperature in media alte di due gradi centigradi sul tutto il globo terrestre. Negli USA, per esempio, prima gli industriali ed il nuovo Congresso a stelle e strisce, a maggioranza democratica, poi un certo sig. bush presidente degli USA con crisi di identità e di coscienza (novità delle novità, ma senza suscitare stupore), hanno parlato di biocombustibile e di riduzione delle emissioni e dei consumi di risorse primarie. “Così il decimo compleanno del Protocollo di Kyoto potrebbe portare nuovi auspici in virtù della seconda fase del Protocollo denominata Kyoto Plus”. Questo è quanto è stato scritto sul mensile della ISES. Ma tutto questo non basta per invertire la rotta. Non è infatti sufficiente dotarsi di politiche energetiche orientate all’uso delle fonti rinnovabili e alla riduzione delle emissioni in atmosfera dei gas climalteranti se poi concretamente non viene fatto nulla per adempiere agli impegni presi – se di impegni vogliamo parlare considerando che pochi sono i paesi che hanno raggiunto gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. E intanto la Terra continua ad ammalarsi e noi con essa: “La terra ha la febbre alta”, (ISES, 02/2007). La “Grande Politica” ha l’obbligo di prendere sul serio le preoccupazioni espresse dai maggiori esponenti e scienziati che hanno quantificato in termini economici il riscaldamento del globo terrestre. Adesso è una questione di sopravvivenza e presto lo scopriremo con la siccità e il caldo che ci porterà inevitabilmente verso una crisi idrica senza precedenti rendendo il problema ancora più concreto se non si decide sposare e attuare quanto sottoscritto e dichiarato in questi dieci anni. |
Post n°22 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da cescocav
Desidero riportarvi, per intero un articolo, pubblicato su un noto sito internet che tratta tematiche ambientali e che ho letto giorni fa. Si tratta di una idea bizzarra di un Sindaco di un piccolo centro della Sicilia che ha "assunto" in qualità di operatori ecologici dei veri e propri ciuchi... Fantasia siciliana - Il Comune assume gli asini per trasportare i rifiuti differenziati Tra tutti i somari che vengono assunti nelle Amministrazioni pubbliche, almeno questi saranno asini senza velleità culturali, asini dichiarati e orgogliosi di esserlo: il servizio di raccolta sarà svolto da ciuchi assunti dal Comune con la qualifica di “operatori ecologici”. Il sindaco Mario Cicero (Ds) afferma che un mezzo meccanico comporta una spesa di 30mila euro per l’acquisto e di ottomila euro l’anno per manutenzione, gasolio, bollo e assicurazione. Un asino non supera la cifra di 1.500 euro, più duemila per la custodia, l’alimentazione a base di fieno e carote e la cura. Palermo, 8 gennaio – Né spazzini, né autocompattatori. A Castelbuono, paese di 10mila abitanti delle Madonie, la raccolta differenziata dei rifiuti sarà affidata a un “nuovo” sistema di smaltimento: il servizio sarà svolto da asini assunti dal Comune con la qualifica di “operatori ecologici”. Più ecologici di loro il sindaco Mario Cicero (Ds) giura di non averne trovati. L’idea dei netturbini a quattro zampe è proprio sua. E la spiega così: “Non abbiamo il dovere di difendere l’ambiente? Bene, allora eliminiamo dalle strade del centro storico del nostro paese i camion e i furgoni che sono inquinanti e rumorosi”. |