« Rinnovabili | Ecoreati nel codice penale » |
Da Trentinara.com
Post n°27 pubblicato il 14 Aprile 2007 da cescocav
Trentinara sta cambiando, lentamente, ma sta cambiando. Nuove opere vengono realizzate, gli antichi splendori vengono recuperati, nuove attività partorite da idee lungimiranti sorgono. Bene. Per portare a termine questo processo di cambiamento, di rinascita occorre però la svolta più importante, quella decisiva: la crescita culturale. Badate bene non parlo di quella cultura etichettata dai titoli accademici, lauree, master e così via, o quella che ha torto viene considerata cultura come il nozionismo dilagante favorito dai quiz televisivi, ma della cultura del saper vivere. Un grande scrittore ha detto: la cultura è quello che ti rimane dentro quando hai dimenticato tutto; lui si riferiva alla capacità dei libri di modificare il nostro pensiero ma noi possiamo benissimo traslare questa asserzione sul campo della vita. È costituita dall’insieme delle esperienze che caratterizzano il cammino di ciascuno di noi. Per motivi di lavoro mi trovo a vivere in una realtà territoriale completamente diversa dalla nostra e per passione spesso vengo a contatto con altre realtà culturali. È inevitabile il paragone, il confronto e purtroppo spesso devo constatare la nostra arretratezza culturale che si riflette negativamente su tutti gli altri aspetti della vita sociale. Da noi manca completamente il senso di appartenenza e rispetto verso gli spazi comuni, l’ambiente e più in generale verso tutto il territorio. Ci arroghiamo il diritto di disporne a nostro piacimento, ferendo, scempiando, lacerando e straziando una terra che meriterebbe ben altra sorte. Ogni ponte, ogni slargo viene individuato da “degne persone” quale ricettacolo dei più svariati rifiuti, materiale di risulta, cucine, frigoriferi e lavatrici, al posto della roverella, del lentisco, dell’alloro e del mirto. Gli operatori commerciali non sempre sono all’altezza di ricevere i turisti, anche la popolazione con il suo atteggiamento di incuria verso gli spazi comuni manifesta scarsa attenzione verso il proprio paese e i suoi potenziali visitatori. È un fatto strano: quando si tratta di ospitare parenti o amici siamo insuperabili, ma quando si tratta di avere a che fare con “clienti” non riusciamo a esprimere il meglio. Non mi riferisco in particolare a Trentinara, basta pensare a quello che succede a Paestum che dovrebbe essere il motore propulsore di tutta l’area e invece è un barcone in balia dell’ondivaga corrente. Nel Nord Italia e ancor di più nel Nord Europa gli spazi comuni vengono curati e tutelati dalla collettività, a prescindere dai controlli degli organi preposti. Ogni area verde viene valorizzata al meglio, ogni nuova opera realizzata dal comune o dalla provincia viene considerata come un regalo alla cittadinanza e di conseguenza trattata. La gentilezza verso i turisti è a tratti disarmante e soprattutto esiste una completa informazione dei servizi e delle attrattive. Non sono obiettivi irraggiungibili, basta diventare consapevoli e fieri di quello che abbiamo, della nostra storia, del nostro paesaggio “vivente”, delle nostre tradizioni, dei nostri prodotti: del nostro territorio. Solo così potremo innescare un trend diverso che sia capace di evitare la fuga verso mete lontane dei giovani e meno giovani e dare una speranza per un futuro migliore. IN RISPOSTA A QUESTO ARTICOLO Questione di cultura!!! Vorrei sentir parlare di impegno sociale, da parte tua e di tanti altri ragazzi nella tua stessa "sistuazione culturale"... |