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Quello di libertà e storia é un rapporto quanto mai difficile. I processi storici sono il risultato delle scelte di tutti, oppure si producono per interna necessità, a partire da condizioni date. In che misura la singola volontà é il prodotto della storia che la precede? Libertà e storia sembrano, per un verso, concetti distinti, mentre, per un altro, sembrano passare l’uno nell’altro. La storia appare come il prodotto della libertà, mentre le scelte individuali sembrano la conseguenza della storia che le precede. Come la libertà, la storia ha due facce. La storia é il risultato ultimo di tutte le azioni a cui diamo un nome, come ad esempio Rivoluzione Francese o Riforma Protestante, ma é anche un insieme di azioni autonome, difformi nei fini e nelle motivazioni. I Parigini che presero la Bastiglia non pensavano di fare quella che gli storici definiscono oggi Rivoluzione Francese. L’essere liberi sembra un’evidenza innegabile a noi che agiamo, mentre a un osservatore esterno le nostre azioni possono sembrare prevedibili, mere conseguenze del carattere e delle circostanze storiche. Così la Rivoluzione Francese non sarebbe stata possibile senza la filosofia dell’Illuminismo, senza il progresso dei commerci e senza una nuova idea della libertà e un nuovo senso della storia. Se guardiamo alla libertà in quanto singoli che agiscono in una certa epoca, questa libertà ci sembra un bene da difendere. In quanto singoli, sappiamo che la libertà ci può essere tolta. Quanto può incidere la singola volontà individuale nei processi storici. Può esistere un’educazione alla libertà?