Creato da SonoSoloMax il 27/08/2007

Solo Max

Max, è il mio nome, non vi dico il cognome, ragazzi, se volete una mia descrizione ciucciatevi il primo post. Ma quella descrizione non sono io, quindi fregatevene e andate oltre, leggete tra le righe, nello spazio senza scritta, lì, forse, c'è qualcosa di me. Non avventuratevi nell'impresa di capirmi, come analisti del cazzo, piuttosto capite voi stessi, analizzatevi, lavate via il marciume con cui ogni giorno vi ricoprono, scoprite il vostro grezzo modo d'essere, è la parte più vera di voi e ve la tolgono ogni giorno, coprendola con spazzatura. Ci vediamo.Scrivetemi pure, lasciatemi commenti, mandatemi email, mandatemi affanculo, magari insultatemi, odiatemi.

 

 

INCONTRO    

Post n°11 pubblicato il 02 Novembre 2007 da SonoSoloMax

Capita, a volte, di incontrare persone perse nel passato in luoghi incredibili.

Reggio Calabria, annoiato e disinteressato, seguo la guida turistica, in mezzo a tanti anonimi turisti che mostrano falso interesse per opere sconosciute ai più, attratti nel museo dalla curiosità di grandi bronzi di riace.
Opere stupende, perfette, incredibili.
Noia. Perchè mi chiedo, non apprezzo la comunità turistica dei fan della Nikon, della Kodak, e simili? Perchè non sono felice di scattare foto su foto da portare a parenti compiacenti e falsamente interessati alle peripezie di un nipote/cugino/fratello in cerca di se stesso sempre più a sud?
Non è per questo che sono in viaggio, non è per "vedere" i bronzi di riace ma per "raggiungere" i bronzi di riace. Ma quei due omaccioni sono troppo perfetti, ed è tutta scorza, probabilmente la loro anima di bronzo è fiera di mostrare i muscoli al pubblico plaudente e gaudente.
Non sarò mai così.

"Max? Sei davvero tu?" una voce femminile, bella, con un velo di nostalgia che l'attraversa. Mi volto, trovandomi davanti a una compagna di liceo, non ne farò il nome, almeno per ora. E' spaesata quanto me, ricordo il tipo, una seguace del Beat, una che leggeva Kerouac a 16 anni, e mi prestava i libri. Una che, come me, è "sulla strada" e intende restarci ancora a tempo indeterminato.
Abbiamo parlato, a lungo, contenti di ritrovarci, nostalgici e senza la smania di sapere chi fosse il più fallito, dopo tanti anni, come accade a certe riunioni di ex compagni di liceo.

A migliaia di metri da casa due persone tanto simili si sono reincontrate dopo tanto tempo, una storia che ha dell'incredibile.
Mi chiede se ho una meta, la mia risposta è "no" ma sappiamo entrambi che in realtà c'è sempre una meta, per quanto difficile sia da raggiungere.
Sento la guida che si allontana, portandosi via gli ultimi turisti/fotografi accaniti, restiamo io e lei, sotto quei barbuti palestrati d'altri tempi.
Un solo istante, o poco più, noi quattro soli.
Subito dopo un'altro gruppo arriva mitragliandoci di flash.

"Volevo fare un salto a Palermo, che ne dici?", la sua domanda è piacevole. Non riesco a non sorriderle.

Prossima fermata Palermo.

 
 
 

SUI BINARI (In viaggio tra passato e futuro)

Post n°10 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da SonoSoloMax

La mezzanotte è passata da un pezzo e la luna fissa nel cielo sembra voglia ipnotizzarmi per trasformarmi in lupo.
E la voglia di ululare è tanta.
Ho trovato il modo di connettere il portatile al cellulare, e scrivere in ogni occasione, o quasi, e la notte è sempre stata il mio regno, e io non sono che lo scriba di ciò che la notte detta.
Non c'è motivo per cui dovrei esprimere malinconia, sono in viaggio, sono libero, sono solo. Sono tanti i buoni motivi che ci permettono di essere soli e felici, purtroppo c'è anche l'inevitabile noia di vivere per sè che rende tutte quelle buone ragioni così simili ad una magra consolazione.
Non ho preparato nulla da scrivere, vado a ruota libera, seguo il rumore del treno che corre sui binari in questa terribile notte magnifica.

Il primo abisso in cui sprofondo è inevitabilmente la mancanza di prospettive, è scacciata subito, il viaggio stesso è la prospettiva, e si sta compiendo, corro, corro in questo proiettile di ferro verso un futuro ignoto, consapevole che quello stesso futuro si compie attimo per attimo, e lo vivo, diviso in tutti e tre i tempi. La mente al passato, il corpo al presente, l'anima all'avvenire.

La mente mi porta alla mia ex-moglie, inevitabilmente, non è passato tanto dal distacco e mai potrò dimenticarla, mai del tutto, come non si dimenticano le estasi mistiche. Il corpo mi lega al treno, al sedile, alle rotaie, ai bulloni. L'anima è persa in quella luna maledetta che mi fa sognare e piangere.

Prossima fermata Sapri.

 
 
 

ROMA NAPOLI QUASI A PIEDI

Post n°9 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da SonoSoloMax

Sono a Napoli da qualche giorno, gran città. Non è certo la prima volta che vengo qui, ma mai con questo spirito. Noto come sempre una popolazione variegata, allegra e allo stesso tempo distrutta. Nel giro di tre giorni mi avranno proposto di comprare almeno 112 statue e mezzobusti di Totò e di Eduardo, ed è stato davvero difficile rifiutarne 111... Ho trovato tanti problemi, qui, e tanta, troppa gente che butta questi problemi su di sè, trasferendo l'insano razzismo che ultimamente ci colpisce contro se stessi, mettendosi al rogo, considerandosi inferiore.
Sarà perchè sono appasionato lettore di De Crescienzo, ma la Napoletanità è altrove, credo.

Da Roma avrei impiegato meno tempo se fossi venuto a piedi, mi sono fermato ovunque lungo la strada, mai preso lo stesso treno per più di tre stazioni. Ho ammirato il mare di Sperlonga, e quella città fatta di gradini, mi sono riempito l'anima della grotta alla base della montagna spaccata di Gaeta, qualcosa di impossibile da rendere in foto. Solo un gran pittore, o un poeta, potrebbe avvicinarsi a cogliere la realtà di quel luogo, e della forza che ti scatena dentro.

Arrivato a Napoli il primo posto che ho visto, oltre alla stazione, è stato il porto. Mi sfiorava l'idea di andare a Capri, ma ripensando a qualche vacanza di anni fa ho preferito rimanere qui per un po', cercando di capire l'anima partenopea, impresa probabilmente impossibile, per un romano. Non resterò più di un paio di giorni, perchè sento un'onda calda che mi trascina a sud, ancora più a sud, come dicevano i Negrita. (Non me ne vogliate)

Max.
 

 
 
 

IN PARTENZA    

Post n°8 pubblicato il 14 Settembre 2007 da SonoSoloMax

Scrivo da un internet point vicino alla Stazione Termini di Roma, molte cose stanno per cambiare, o forse nulla cambierà nel momento catartico in cui salirò sul primo treno che m'ispira partendo per questo viaggio per molti insensato.

Potrò dire di averci provato.

Ho voglia di un giro d'Italia, ho voglia di varcare il confine, ho voglia di conoscere gente e conoscere me, scontrandomi con qualche situazione spiacevole che sicuramente incontrerò. Qualcuno mi ha detto che sono matto, qualcuno che sono coraggioso.
Qualcuno vorrebbe venire con me ma famiglie, lavori, baracche e burattini glielo impediscono.

Ho una gran sete di libertà nel cuore, dopo essere sfuggito all'inferno del call-center. Ho lasciato la Tipo nel garage di un amico, parto con zero.
Completamente libero.

Qualcosa sta già cambiando qui, è evidente, sto apportando delle modifiche al blog, sono meno arrabbiato, meno nervoso. L'idea stessa del viaggio, e dell'intento che perseguo, mi bendispongono.

Buon Viaggio.


 
 
 

UOMINI SOLI

Post n°7 pubblicato il 10 Settembre 2007 da SonoSoloMax

Gli uomini soli sono quello che c'è di più simile ai pazzi.
Ragionano e agiscono simultaneamente, seguono l'istinto mascherato da logica e passione. Non comprendono mai appieno quello che fanno.

Così ieri sono uscito dal call-center con una risata sarcastica e fastidiosa stampata in faccia, ho preso il cellulare, ho chiamato la mia ex-moglie.
Una vocetta allegra e cordiale mi informava che il telefono da me chiamato poteva essere spento o non raggiungibile.
Mentre mi pregava di richiamare più tardi ho parlato.
"Ciao tesoro sono io, non posso pagarti gli alimenti questo mese, mi hanno licenziato, no no, nessuna carognata, è semplicemente terminato il contratto... sì, ciao, ciao."

Il cellulare è una finzione che ti permette di concederti il lusso di parlare da solo in mezzo alla gente. Mi avevano buttato fuori e mi era venuta voglia di scherzare.
Non pago gli alimenti, lei non li vuole e non ne ha bisogno, però mi piaceva dire quella frase, come se avessi delle scadenze da rispettare.

Un uomo solo e senza scadenze, che ci faccio ancora qui?

Sono corso a casa e mi sono aperto una lattina di birra, ho dato un'occhiata ai risparmi, sono uno di quelli che li tiene sotto al materasso. Non male, dopotutto.

Stamattina mi sono svegliato senza mettere la sveglia, bellissima sensazione, ho iniziato la giornata gridando una risata folle. Poi lo sguardo ha fatto capolino su quel vecchio libro, "Poesie d'Amore" di Nazim Hikmet, quella splendida raccolta.
Ho aperto la pagina segnata dal cordino blu: così semplicemente e improvvisamente mi si è aperta la via da seguire.

DON CHISCIOTTE

 

Il cavaliere dell'eterna
gioventù

segui, verso la cinquantina,

la legge che batteva nel suo cuore.

Partì un bel mattino di luglio

per conquistare, il bello, il vero, il giusto.

Davanti a lui c'era il mondo

con i suoi giganti assurdi e abbietti

sotto di lui Ronzinante

triste ed eroico.



Lo so quando si è presi da questa passione

e il cuore ha un peso rispettabile

non c'è niente da fare, Don Chisciotte,

niente da fare

è necessario battersi

contro i mulini a vento.



Hai ragione tu, Dulcinea

é la donna più bella del mondo

certo

bisognava gridarlo in faccia

ai bottegai

certo

dovevano buttartisi addosso

e coprirti di botte

ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati

tu continuerai a vivere come una fiamma

nel tuo pesante guscio di ferro

e Dulcinea

sarà ogni giorno più bella.


Non pretendo di essere un poeta, nè un cavaliere dell'eterna gioventù, ma voglio cercare anche io il bello e il vero, voglio trovare anche io Dulcinea, e farmi coprire di botte per lei, e sentire ancora e ancora e ancora la mia vita come una fiamma ardente.

Addio Call-Center.
Sono vivo e libero, e sto per mettermi in viaggio.

Aspettatemi, Max arriverà anche dalle vostre parti.

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

DON CHISCIOTTE DI NAZIM HIKMET

Il cavaliere dell'eterna gioventù
segui, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare, il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c'era il mondo
con i suoi giganti assurdi e abbietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.

Lo so quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c'è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.

Hai ragione tu, Dulcinea
é la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.

 

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