Creato da SonoSoloMax il 27/08/2007

Solo Max

Max, è il mio nome, non vi dico il cognome, ragazzi, se volete una mia descrizione ciucciatevi il primo post. Ma quella descrizione non sono io, quindi fregatevene e andate oltre, leggete tra le righe, nello spazio senza scritta, lì, forse, c'è qualcosa di me. Non avventuratevi nell'impresa di capirmi, come analisti del cazzo, piuttosto capite voi stessi, analizzatevi, lavate via il marciume con cui ogni giorno vi ricoprono, scoprite il vostro grezzo modo d'essere, è la parte più vera di voi e ve la tolgono ogni giorno, coprendola con spazzatura. Ci vediamo.Scrivetemi pure, lasciatemi commenti, mandatemi email, mandatemi affanculo, magari insultatemi, odiatemi.

 

 

ODIO GIULIO

Post n°6 pubblicato il 02 Settembre 2007 da SonoSoloMax

Giulio era mio compagno di liceo, eravamo amici, come si è amici a
scuola, compagni di scazzottate, di ricerca disperata di fanciulle e di
vicendevoli giustificazioni alle interrogazioni. Arrivati
all'università ci siamo persi di vista, quattro anni fa, più o meno, è
finito a Rebibbia per affari che non ho intenzione di raccontare.

C'è
una cosa che mi dice ogni volta che lo sento: "Io sono molto, ma molto
più libero di te, mio caro, io a Rebibbia non devo procacciarmi il cibo
come fate voi precarietti da baraccone e da savana o da produzione
impellente, sono libero di pensare, di leggere, di scrivere. Di
Sognare. Voi dovete portare a casa la centomila, dovete dire la vostra
nelle chiacchiere da bar per non restare emarginati, dovete schierarvi
con una falsa destra o una falsa sinistra, e credere in questa falsità
per non diventare un ignavo."
Mi fa provare l'invidia vera, non
tanto per quello che mi dice, quanto perchè, nella sua posizione, è un
uomo che non ha più niente da perdere.
Mi fa provare l'invidia della libertà totale e assoluta di chi non ha più niente da perdere.

Mi viene da ridere e da piangere.
In fondo cosa ho da perdere io? Ottocento euro al mese lorde di ipocrisia?
il mio call-center del cazzo? il mio matrimonio fallito, per scelta, ma
pur sempre fallito? Il mio rottame di Tipo o il mio bilocale nella
discarica della città?
So che tanti di voi stanno pensando la stessa
cosa in questo momento "cosa ho da perdere pure io?" ma se ci guardiamo
bene dentro sappiamo tutti che non è così, non è mai così, perchè a
quelle ottocento al mese, a quel mestiere precario, a quel matrimonio
dal ricordo amaro e magnifico, a quella Tipo e a quel bilocale ci
teniamo da morire, anche se non lo ammetteremmo sotto tortura.
Questo
è parte del mondo, il mio, il tuo mondo. Non paesi lontani e oceani che
mai vedrai ma che ti auguro di vedere. E' tutto lì, nei tuoi ricordi
d'amore e nella tua vita, anche materiale. L'importante è che quella
vita non sia arrenda alla mediocrità.
Mai scendere a compromessi,
mai patteggiare, questo è il tuo mondo, difendilo da chi vuole importi
il suo, con forza, e ricorda, un piede deve affondare sempre nel tuo
mondo, ma l'altro deve sempre essere puntato all'orizzonte, come lo
sguardo: Verso l'esplorazione degli altri mondi, restando solo nel
proprio, si resta poveri.

Mi rimane l'invida per Giulio e il suo nulla da perdere.

(Messaggio del 23 Aprile 2007)

 
 
 

ILLUSIONI        

Post n°5 pubblicato il 31 Agosto 2007 da SonoSoloMax

Ciao ragazzi, oggi voglio farvi una domanda:
chi pensate che sia lo scemo che guardate allo specchio ogni santo giorno?
"Io! Che domande!"
Mi permetto di controbattere: "Non sei tu, è la tua immagine riflessa."
Dov'è la differenza?
Una intera scuola di pensiero è stata fondata sull'idea che
ognuno di noi indossa una maschera, una faccia intercambiabile che
mostra una persona diversa a seconda di chi ha davanti, della
situazione che ha davanti. Io sono così Uno, ma allo stesso tempo sono
centomila persone diverse, e inevitabilmente perdo la mia essenza,
divento nessuno.

Sono più radicale: non sono maschere quelle che indossiamo, sono illusioni
quelle che viviamo. L'illusione di essere gentile, l'illusione di
essere galante, l'illusione di essere allegro, l'illusione di essere
vincente,
l'illusione di essere innamorato, l'illusione di essere vivo, libero e
felice. Un'illusione di noi stessi che annienta la nostra vera natura,
non si limita a mascherarla.
Tra maschera e illusione c'è una
differenza profonda, la maschera si appoggia all'esterno, ti copre,
l'illusione ti fa a pezzi da dentro.

Quante volte al giorno ci sentiamo dire: "Ciao! Come stai?",
e non fa in tempo lui a finire la parola "stai" e non fai in tempo tu a
rispondere, che chi ci rivolge la parola si è già girato, salutando gli
altri commensali. Rimani immobile come un idiota, e vorresti mandarlo
al diavolo, ma sai che la sua frase è dettata dall'illusione di un
interesse per te, un'illusione che provate entrambi, per questo dopo
tre secondi hai dimenticato.

Scaviamo
dentro di noi, liberiamoci da questo pesante sacco di sterco che è
l'illusione ritroviamo la nostra vera natura, non siamo donne manager,
uomini duri, belle impossibili o impomatati vincenti. Sono illusioni
che creiamo non tanto per gli altri, quanto per noi. E' così difficile
e faticoso capire e accettare chi siamo che ci creiamo una proiezione
(o una moltitudine di proiezioni) di un Io immaginario e la facciamo
nostra, crediamo di essere qualcuno che abbiamo inventato, e spendiamo
tutte le nostre energie nel farlo credere agli altri, e proviamo un
orgasmo quando ci riusciamo. Liberiamoci di tutto questo, se vogliamo
diventare veri, fatelo per me, almeno, detesto i manichini e le bambole
gonfiabili. Smettiamola di fare i pupazzi e troviamo noi stessi.

Io sono Max, ragazzo, e tu?
(Messaggio del 16 Aprile 2007)

 
 
 

QUALCHE FULMINE

Post n°4 pubblicato il 29 Agosto 2007 da SonoSoloMax


E' la notte di pasqua e sto qua a scrivere. Volevo raccontare qualcosa di carino, o fare una qualche
sparata colossale ma mi ha colpito una tristezza improvvisa, qualche
fulmine di pensiero che mi trapassa le tempie, da parte a parte, mentre
fuori piove, e il buio mi entra dentro, come ogni notte del cazzo che
passo in piedi.
Eppure è la notte di pasqua, anche per me che non
sono cristiano e non me ne vergogno. Anche io mi sono ciucciato il
pranzo con qualche parente che non vedo da qualche anno, come parecchi
di voi. Tanta ipocrisia e tanta, tanta noia. Una noia da vita buttata,
tanto che non ho aspettato nemmeno la pastiera per volatilizzarmi "sai
com'è, il lavoro è tremendo...".
Scusa
banale, ma ci cascano sempre, e mi sono lanciato sul raccordo anulare
di Roma con la mia scassatissima Tipo e lo stereo a palla, lanciato per
modo di dire, quando raggiungio i 110 con quella carretta mi vibra pure
il culo.
Benzina ce n'è, mi
butto alla prima uscita che mi ispira, mi ritrovo in un
quartiere-cantiere, tante famiglie allegre tra vitella e coratella, i
bambini che si gonfiano di cioccolata, lo speaker alla radio augura una
santa pasqua all'insegna di chissà quale rinascita, all'insegna di una
speranza nella provvidenza divina che non bisogna mai perdere. Ma tu
guarda se questo pseudo-bagnigno da techno-ecstasy deve farmi la
predica. Infilo stizzito un disco di Vasco.
Mi faccio un bel giro nel quartiere-cantiere, tra

gru e palazzi in costruzione, in un mare di calcinacci, la strada a
malapena asfaltata, ma siamo ancora a Roma? Quella del Colosseo e di
San Pietro (tanto per restare in tema...) ?
Qua non ci sono eserciti
di turisti armati di macchinette digitali, in compenso incrocio un paio
di Clochard che si alzano un tetto di cartone in un angolo del viottolo.

Sally è già stata punita per ogni sua pallida
carezza data per non sentire l'amarezza, e forse è questo il senso del
tuo vagare: ci si deve sentire alla fine un po' male, forse qualcuno
troverà il coraggio per affrontare i sensi di colpa e cancellarli da
questo viaggio.

Forse questo è stato il senso del mio vagare,
sentirmi un po' male e trovare il coraggio di affrontare i sensi di
colpa per cancellarli da questo viaggio. Ma quali sensi di colpa,
maledizione, quali? L'innocenza ce l'avevano i bambini, ma la perdono
ogni giorno di più, perchè ci sono genitori veramente stronzi.

Siamo
colpevoli di gettare i nostri sogni al vento per un tozzo di pane,
siamo colpevoli di tagliarci le ali ogni giorno di un centimetro in
più, consapevoli che, una volta staccate, cadremo in terra con loro,
morti.
Ci uccidiamo ogni giorno che passa, consapevoli, colpevoli.

L'innocenza non esiste, siamo tutti colpevoli.
Cerco un'attenuante o guardo in faccia la realtà?

A questo non so rispondere.
(Messaggio dell'8 Aprile 2007)

 
 
 

NAVIGARE, NUOTARE, NAUFRAGARE

Post n°3 pubblicato il 28 Agosto 2007 da SonoSoloMax

Capita, a volte, di tirar tardi saltando da un sito all'altro, da un
blog a una home, da un tiratardi a un
tanto-domanimi-sveglio-quando-mi-pare, e che storie che becco certe
sere. E che blog.
C'è chi tiene un diario, chi racconta al mondo le
sue sfighe, facendo leva sulla propria sensibilità e sventura
amoroso-scolastica-familiare sperando che qualche ragazzetta ci caschi,
andando a consolare il povero bimbetto scolare. Niente di male, un po'
patetico, un po' tanto patetico, ma niente di male, anzi.
Mi ricordo
che una volta, all'università, ho scritto una poesia ad una ragazza di
cui ero, se non innamorato, diciamo infatuato. Eravamo tutti e due
iscritti alla facoltà di lettere e tra un Pascoli e un D'Annunzio,
volevo anche io provare a sentirmi un Leopardi, tanto che lei si
chiamava Silvia, e proprio "A Silvia" era il titolo della poesia che
scrissi. Decisamente meno malinconica e sublime rispetto al capolavoro
del gobbetto marchigiano e decisamente meno in generale.
Volevo buttarla lì, succeda quel che deve succedere.
Lei
la lesse, sorrise, "carina" commentò "certo, potevi fare meglio..."
sminuendo il lavoro su cui mi ero rotto la testa con un sorriso
disarmante.
Inutile dire che non sono uscito neanche una volta con
la mia bella collega di studi. Tra l'altro abbiamo preso strade
diverse, io ho mollato l'università, lei si è laureata a pieni voti, e,
detto tra noi, potevo veramente fare meglio, e non solo con la poesia
ma anche con tutto il resto.

Queste sere che tiro tardi tra blog
e ricordi somigliano a un mare, a volte mi fa incazzare, ma a volte
naufragar m'è dolce in questo mare.

(Messaggio del 3 Aprile 2007)

 
 
 

DONNA ALLA FERMATA DELL'AUTOBUS

Post n°2 pubblicato il 27 Agosto 2007 da SonoSoloMax

Ti ho vista oggi, mentre ti passavo
accanto con la mia scassatissima ma dignitosissima Tipo. Avrei voluto
darti un passaggio, disinteressato, ma non avresti certo accettato,
non da uno sconosciuto. Ovvio, sai quante se ne sentono? E avresti
fatto bene, perchè forse ti avrei parlato. Probabilmente sarei
rimasto muto come un pesce dal "vuole un passaggio" al
"arrivederci" ma avrei anche potuto parlare.
Mi immagino
te da giovane, una ragazza splendida, con uno sguardo avevi in pugno
il cuore del malcapitato di turno, avevi frotte di ammiratori, di
spasimanti, di amanti... e di sfruttati.
Ti piaceva aver tanto
seguito, come una principessa, tutti volevano soddisfare i tuoi
bisogni, i tuoi istinti, i tuoi capricci, in cambio anche solo di un
sorriso.
Vedere
il tuo sguardo illuminarsi, la tua gioia manifestarsi era per loro
l'unico motivo per cui si alzavano dal letto e per cui ci tornavano.
Avevi il mondo in pugno, eri circondata da tutti e questo ti
permetteva di scegliere, scegliere, scegliere chi, alla fine, avrebbe
offerto di più.

Come ti sei ridotta a prendere
l'autobus, principessa?
Lo immagino... magari hai scelto male,
oppure benissimo, a seconda del modo di vedere la scelta, e ti sei
ritrovata con un uomo che ti ha coperta d'oro, donandoti però
tanto di quel vuoto da non poter più sopportare la tua stessa
vita, allora hai deciso di rinunciare all'oro, in cambio della vita.
Hai gettato la spider, la villa, la piscina, il ricco e vuoto per
ritrovarti sola, indipendente, libera. Sola, terribilmente sola, una
solitudine che tu non potevi sopportare. Ovvio, eri abituata ad
essere sempre coperta dalle attenzioni di tutti, la maggior parte
delle quali ti potevi permettere di respingere cordialmente o meno,
buffo pensare che quasi tutti gli uomini che hai respinto nella tua
vita erano i più sinceri, ma tu non potevi saperlo, o non te
ne importava nulla, abbagliata dal luccichio dell'oro.

Cosa
sarà successo poi?
Un incontro fatale, un uomo non più
facoltoso, ma bello, un uomo che ti faceva sentire bella anche solo
passeggiando al tuo fianco. La sua povertà era compensata
dalla sua tremenda avvenenza. Sei stata di nuovo felice, ma è
durata poco, perchè lui era un playboy e dopo la nona notte
sotto le lenzuola ha preso il volo ed è sparito tra i tuoi
ricordi di ragazza tradita.

Qui,
in questo istante ti sei arresa, in questo punto preciso hai dovuto
cedere al compromesso e pensare che quel ragazzo bruttino e un po'
imbranato che ti faceva il filo al liceo non era poi tanto male, e
forse se lo rincontrassi...

Ti guardo, donna alla fermata
dell'autobus, e penso che alla fine l'hai ritrovato, quel ragazzo
bruttino e imbranato, ora sarà un banale impiegato, o un
telefonista di call center da ottocento euro al mese. Rimpiangi la
Spider, la villa, i gioielli, ora vai a piedi, aspetti l'autobus
sotto la pioggia, fai fatica ad arrivare a fine mese, i compromessi
con la vita sono stati più forti della tua bellezza.
Ti ho
guardata ancora dal retrovisore, prima di vederti svanire,
rimpicciolita dalla prospettiva. Le donne non dovrebbero mai
aspettare l'autobus.

Mi piace pensare che il tuo uomo, quello
bruttino e imbranato, al ritorno dal suo ufficetto da precario medio,
ti porti una rosa ogni giorno, e che ti basti questo per capire che
avresti potuto sceglierlo tanto tempo prima, risparmiandoti
l'umiliazione del compromesso.
Spero che tu sia felice, donna alla
fermata dell'autobus.


(Messaggio del 30 Marzo 2007)

 
 
 

AREA PERSONALE

 

DON CHISCIOTTE DI NAZIM HIKMET

Il cavaliere dell'eterna gioventù
segui, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare, il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c'era il mondo
con i suoi giganti assurdi e abbietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.

Lo so quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c'è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.

Hai ragione tu, Dulcinea
é la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

michbaanfabrirobi.piadinazacarias5paoloba1958DellamuraBlaze_Jedizargon_solarpippo74sfedericopiazzoliniagara64cfooffsit3gladiola_dajaIgnazio2345villabea
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963