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IL RITORNO

Post n°13 pubblicato il 27 Luglio 2011 da la.casta_diva

Giada si svegliò con la strana sensazione di non essere sola in camera. Aprì gli occhi, li sgranò.. i quattro candelabri presenti nella stanza erano tutti accesi, le luci tremule delle candele proiettavano incerte ombre sulle pareti. Sul basso tavolino accanto al letto dove la sera appoggiava i suoi monili, vi era un cesto di frutta ed un vaso di fiori dall'intenso profumo. Dall'angolo più in ombra della stanza intanto avanzò Alessandro, occhi penetranti, sguardo intenso, carnagione brunastra, era l'incarnazione della bellezza maschile, alto, slanciato, con una muscolatura perfetta resa dal quotidiano lavoro sul peschereccio di famiglia..Giada non lo vedeva da alcuni mesi, e gli sembrò ancora più bello. Alessandro le si avvicinò. senza mai staccare i suoi occhi da quelli di lei, la guardava, la cercava, la spogliava con gli occhi, e Giada era talmente soggiogata dal suo fascino che la voce le si strozzava in gola senza nemmeno riuscire a salutarlo-Lui si sedette sul letto, le prese la mano, la piccola mano di lei nelle grandi callose mani di lui, se la portò alla bocca, ed iniziò a darle dei piccoli baci. L'emozione del tocco della bocca di lui sulla sua mano le faceva vibrare ogni corda del suo essere: Chiuse gli occhi mentre sentì lui portarsi le dita di lei in bocca, lambendo con la punta della lingua i polpastrelli sensibilissimi. Questo gesto, apparentemente innocuo esplose in lei con una veemenza che non riteneva possibile, D'istinto Giada allungò l'altro braccio verso la testa di lui, per avvicinarlo a sé. Aveva bisogno del calore di lui.. Gìà il solo fatto di vederlo lì, sul letto, a pochi centimetri da lei, le faceva a bruciare la pelle come in preda ad una febbre violenta. Già pregustava i suoi gesti, il suo tocco, il profumo della sua pelle che emanava comunque sempre il retrogusto salmastro del mare: Alessandro, le scostò i capelli dal volto, le si avvicinò, iniziò a torturarle delicatamente il lobo dell'orecchio, mordicchiandolo e succhiandolo, mentre le scioglieva i lacci della camicia da notte, liberandole i seni, che ormai anelavano al contatto con le sue mani., Continuando a baciarla, sull'orecchio, e più giù, nell'incavo tra collo e spalla, le disegnava con le dita dei cerchi concentrici sull'aureola del seno, mentre il capezzolo si inturgidiva, e il respiro diventava affannoso..Con gli occhi socchiusi Giada offrì la sua bocca ai baci sempre più avidi di lui, le lingue mai sazie esploravano l'una i recessi dell'altro. Alessandro si svesti rapidamente, preso anche lui dalla grande eccitazione del momento. Una notte passata con Giada lo avrebbe consolato per tutto il tempo che avrebbe ancora dovuto restarle lontano.. Le mani di lei si spostarono dalle spalle, alla schiena di lui, e giù, fino alle natiche sode e virili. Le carezze si fecero più ardite, Alessandro cominciò a percorrere con estrema lentezza tutto il corpo di lei.. dal petto e più giù, fino a leccare l'ombelico, scendendo poi ancora giù.. Lei si dibatteva sotto di lui, eccitata ed impaziente, ma non era ancora tempo per arrivare ad una conclusione.. Alessandro improvvisamente si scostò, si alzò, ed andò verso il tavolino dove aveva posto una ciotola di miele, la prese, la pose sulle coltri e vi intinse un dito, con cui andò poi spalmando i seni di lei.. Il corpo di Giada fu scosso da brividi che divennero più intensi quando lui iniziò a leccare il miele dal corpo di lei.. Con le dita le passava il miele sul corpo, dove poi successivamente passava la bocca, ma adagio adagio, senza fretta, dando anche di tanto in tanto dei piccoli morsetti. Giada era ormai esasperata dalla lentezza dei gesti dell'uomo, eccitata e vogliosa di essere sua.. Si chinò vero il membro di lui, e abbandonando il pudore che da sempre l'aveva caratterizzata, prese dalla ciotola un poco di miele, se lo mise sulla punta della lingua, e glielo baciò, aprendo la bocca per accoglierlo. Il pene le toccava il palato dandole delle vibrazioni fortissime, Alessandro, preso da una vertigine, se si spinse ancora più dentro, con un gemito strozzato, Giada lo st5rinse a sé baciando, leccando e succhiando voluttuosamente, tanto ormai era presa nella spirale di desiderio.. Il ritmo si stava facendo più intenso, ma Alessandro voleva che anche Giada fosse soddisfatta, quindi si tolse dalla sua bocca, ed cominciò di nuovo la tortura dolce dei baci e delle carezze, che divennero ben presto mirate e più infuocate.. Giada sentiva le dita e la lingua insinuarsi nel sesso di lei, percepiva i suoi umori fondersi con la saliva dell'uomo, vedeva il suo corpo contorcersi per arrivare più vicino alla bocca di lui, era giunta al momento in cui sembrava la vita avesse senso solo in una fusione totale dei due corpi, ed Alessandro non poteva resistere oltre, si mise quindi sdraiato, e la pose seduta sopra di sé, ma stette immobile,, aspettava.. Giada, sentiva il sesso dell'uomo contro il suo,, quando questo, inaspettatamente, quasi mosso da volontà propria, le scivolò dentro, e lei iniziò a muoversi tenendo il ritmo che più si adattava al suo piacere, alzando e abbassando i glutei, spingendo e respingendo, a tratti con forza, a tratti debolmente.. I due amanti ansimavano e gemevano a seconda del ritmo, finchè Alessandro, giunto allo strenuo della resistenza prese il controllo del ritmo, stavolta seguendo il suo desiderio, Gemeva l'uomo, e gli faceva eco la donna, e il ritmo dei loro sospiri diventava sempre più veloce, sempre più potente.. Un grido all'unisono li trovò entrambi stupefatti, erano giunti insieme all'orgasmo.. Un boato di spasmi violenti nel corpo di entrambi.. poi il lento placarsi dei sensi..Stettero abbracciati, scambiandosi dolci carezze e teneri baci, e il sonno stava stava per rapire Alessandro-Perdonami amore mio, ma non dormo da due giorni, eravamo lontani, e ho fatto il possibile per arrivare da te.- Dormi, amore mio- disse Giada- Ma poi... ricominciamo....................

 
 
 
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