Creato da principessa_cali il 26/04/2005
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I miei occhi cambiano colore al variare del tempo…
spesso riflettono il colore del cielo…
verde… azzurro… grigio… con strane venature gialle, quasi dorate.
Le mie mani sono lunghe con le dita affusolate…
la pelle dei polpastrelli della stessa consistenza delle labbra
possono sentire e parlare con un lieve tocco…
Non sento con le orecchie come tutte le creature…
ma ho un qualcosa di nascosto al centro del mio petto
che ad ogni suono udibile o non udibile sussulta e vibra…
Non ho pelle ne protezione alcuna…
ogni emozione mi investe e mi attraversa
in un vortice che sconquassa e devasta… come un fiume in piena.
Le note del mio spartito si staccano dal foglio
mi entrano dentro passando da ogni poro… dalle orecchie, dai buchi del naso…
per poi uscire sottoforma di un filo di fiato dalle labbra socchiuse.
Il resto non ha nome…
…è tutto ciò che ho…
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Attendo che torni la luna
attendo ed accetto restando presente
scrutando di tanto in tanto il cielo
perché lei sta per tornare…
attesa… presenza…
non c’è nulla da fare
solo essere pazienza
Ho chiesto al mio dolore “chi sei?”
in principio mi ha risposto “la tua paura di aver sbagliato”
ed è vero… ho sbagliato
ma chi ama veramente perdona
chi volta le spalle, rinuncia e scappa non ama… e forse non ha mai amato.
Ho chiesto di nuovo “chi sei?”
“sono odio e rabbia”
“perché?”
“semplice… non riesci ad essere con te stessa quello che sei con gli altri…”
rifletto su ciò che dice il mio dolore
ed attendo… attendo che torni la luna
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... che siano note profumate di crepuscolo e rose fra i fischi delle rondini...
... che siano vibrazioni di mamme innamorate della vita...
... che sia un eco sulle rive di un lago...
... che sia l'agrodolce di musica dura ovattata da voci angeliche...
... l'importante è che musica sia!!!
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"E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dellì'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco"
(K.GIBRAN - Il Profeta)
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"Davanti a me c'erano due strade.
Io ho scelto la strada meno battuta,
e questo ha fatto la differenza."
(R.Frost)
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"Stai con me
Quando cadrà la notte
e la terra sarà buia
e l'unica
luce che vedremo sarà la luna
no, non avrò paura, non avrò paura
finché tu sarai con me, sarai con me
e cara, cara sta' con me, adesso
adesso sta' con me
stai con me, stai con me
Se il cielo che noi
guardiamo
dovesse crollare e cadere
e le montagne dovessero
sbriciolarsi nel mare
non piangerò, non piangerò, non verserò una
lacrima
finché tu sarai con me
e cara, cara stai con me, stai con
me
stai con me, stai con me, stai con me
Ogniqualvolta sarai in
difficoltà, starai con me?
oh adesso, adesso stai con me
o stai con
me, stai con me, stai con me
cara, cara, stai con me, stai con me
oh
stai con me, stai con me"
...se sapessi cantare lo farei... affiderei questa canzone al vento... perchè nel mondo deve esistere qualcuno che possa prendersi cura della mia anima... io da sola non ne sono più capace...
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Al risveglio,benedite la vostra giornata, poiché essa trabocca già di una abbondanza di beni cui la vostra
benedizione permetterà di manifestarsi. Poiché benedire significa riconoscere il bene infinito che è parte
integrante della trama stessa dell’Universo, e che attende solo un segno da noi per manifestarsi.
Incrociando le persone per strada, sul bus, nel vostro posto di lavoro, benedite tutti.
La pace della vostra benedizione sarà la compagna del loro cammino, e li circonderà come una luce profumata.
Benedite coloro che incontrate nella loro salute, nel loro lavoro, nella loro gioia, nella loro relazione con se stessi
e con gli altri. Benediteli nella abbondanza e nelle loro finanze. Benediteli in tutti i modi che potete concepire,
poiché tali benedizioni non solo seminano semi di guarigione, ma, un giorno, germoglieranno come altrettanti
fiori di gioia negli spazi aridi della vostra vita.
Quando passeggiate, benedite il vostro villaggio o la vostra città, coloro che la governano e i suoi insegnanti,
le sue infermiere e i suoi spazzini, i suoi preti e le sue prostitute. Nell’istante stesso in cui qualcuno esprime
la pur minima aggressività, collera o mancanza di bontà nei vostri riguardi, rispondete con una
benedizione silenziosa. Beneditelo totalmente, sinceramente, gioiosamente, poiché tali benedizioni sono
come uno scudo che vi protegge dai misfatti dovuti all’ignoranza, e devia la freccia che vi è stata lanciata.
Benedire significa desiderare e volere incondizionatamente, totalmente e senza riserva alcuna il bene
illimitato per gli altri e per gli avvenimenti della vita, attingendo alle fonti più profonde e più intime
del nostro essere. Ciò significa onorare e considerare con meravigliato stupore ciò che è sempre un
dono del Creatore, quali che siano le apparenze.
Benedire tutto e tutti, senza alcuna discriminazione, costituisce la forma ultima del dono, poiché coloro
che benedite non sapranno mai da dove viene questo raggio di sole che improvvisamente attraversa le
nubi del loro cielo, e voi sarete raramente testimoni di questa luce nella loro vita.
Quando, nella vostra giornata, qualche avvenimento inatteso sconvolge voi e i vostri piani, scoppiate in
benedizioni, poiché la vita sta per insegnarvi qualcosa, anche se la sua coppa può sembrarvi amara.
Poiché questo avvenimento che vi sembra così indesiderabile, di fatto lo avete suscitato voi, per apprendere
una lezione che vi sfuggirà se voi esitate a benedirla. Le prove sono delle benedizioni nascoste,
e coorti di angeli sono al loro seguito.
Benedire significa riconoscere una bellezza onnipresente e nascosta agli occhi fisici.
E’ attivare la legge universale della attrazione che, dal fondo dell’Universo, porterà nella vostra vita
esattamente ciò di cui avete bisogno nel momento presente per crescere, progredire e riempire la coppa
della vostra vita.
Quando passate davanti a una prigione, benedite i suoi abitanti nella loro innocenza e nella loro libertà,
nella loro bontà e nella purezza della loro essenza e ancora nel loro perdono incondizionato.
Poiché si può essere soltanto prigionieri della immagine che si ha di sé stessi, e un uomo libero può
camminare senza catene nel cuore di una prigione, così come i cittadini di un paese libero possono
essere prigionieri quando la paura si rannicchia nei loro pensieri.
Quando passate davanti a un ospedale, benedite i suoi pazienti nella pienezza della loro salute, poiché
nella loro sofferenza e nella loro malattia, questa pienezza attende solo di essere scoperta. E quando
vedete una persona in pianto o apparentemente spezzata dalla vita, beneditela nella sua vitalità e
nella sua gioia: poiché i sensi ci presentano solo l’inverso dello splendore e della perfezione ultimi che
solo l’occhio interiore sa percepire.
E’ impossibile benedire e giudicare allo stesso tempo. Dunque mantenete in voi questo desiderio di
benedire come una incessante risonanza interiore e come una perpetua preghiera silenziosa, così
voi sarete tra coloro che diffondono la pace,e un giorno, voi scoprirete dappertutto il volto stesso di Dio.
P.S. E, soprattutto, non dimenticate di benedire questa persona meravigliosa, totalmente bella
nella sua vera natura e pienamente degna di amore che VOI siete!
Pierre Pradervand
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tutti dicono di lasciare che il tempo passi...
nessuno sa mai dirti quanto tempo deve passare...
io mi domando se tutto questo ha un senso
e nel frattempo tengo tra le dita fili di lana colorata
intrecciandoli quasi ad intrecciare i pensieri,
i sogni, le parole, le emozioni che non trovo più
come se intrecciandoli io potessi trattenerli
e sperare che siano reali...
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Mi manca quella casa sul lago...
rimpiango di averla abbandonata per un amore piccolo e immaturo
che non ha voluto crescere e che mi ha abbandonata
Nella mia casa sul lago era magia...
per qualsiasi difficoltà esisteva la pozione magica
là ero una principessa
...qui ora sono nulla
Non mi resta che affidarmi al tempo, che sia veloce e clemente...
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Let me hold you
For the last time
It's the last chance to feel again
But you broke me
Now I can't feel anything
When I love you,
It's so untrue
I can't even convince myself
When I'm speaking,
It's the voice of someone else
Oh it tears me up
I try to hold on, but it hurts too much
I try to forgive, but it's not enough to make it all okay
You can't play on broken strings
You can't feel anything that your heart don't want to feel
I can't tell you something that ain't real
Oh the truth hurts
And lies worse
How can I give anymore
When I love you a little less than before
Oh what are we doing
We are turning into dust
Playing house in the ruins of us
Running back through the fire
When there's nothing left to save
It's like chasing the very last train when it's too late
Oh it tears me up
I try to hold on, but it hurts too much
I try to forgive, but it's not enough to make it all okay
You can't play on broken strings
You can't feel anything that your heart don't want to feel
I can't tell something that ain't real
Well the truth hurts,
And lies worse
How can I give anymore
When I love you a little less than before
But we're running through the fire
When there's nothing left to save
It's like chasing the very last train
When we both know it's too late (too late)
You can't play on broken strings
You can't feel anything that your heart don't want to feel
I cant tell you something that ain't real
Well truth hurts,
And lies worse
How can I give anymore
When I love you a little less than before
Let me hold you for the last time
It's the last chance to feel again
*********************************
Permettimi di abbracciarti
per l'ultima volta
è l'ultima possibilità
per sentirti ancora
ma tu mi hai spezzato
adesso non riesco a sentire niente
quando ti amo, sono così falso
non riesco nemmeno a convincere me stesso
quando parlo, è la voce di qualcun altro
oh mi distrugge
cerco di tenere duro
ma fa troppo male
cerco di perdonare
ma non è abbastanza
per aggiustare tutto
non puoi giocare su corde spezzate
non puoi sentire niente che il tuo
cuore non voglia sentire
non posso dirti qualcosa che non è reale
oh la verità fa male
e le bugie sono anche peggio
come posso darti di più
quando ti amo un pò meno di prima?
oh cosa stiamo facendo?
ci stiamo trasformando in polvere
facendo teatro sulla rovina di noi
stiamo correndo indietro attraverso il fuoco
quando non c'è più niente da salvare
è come dare la caccia all'ultimissimo treno
quando è troppo tardi
oh mi distrugge
cerco di tenere duro
ma fa troppo male
cerco di perdonare
ma non è abbastanza
per aggiustare tutto
non puoi giocare su corde spezzate
non puoi sentire niente che il tuo
cuore non voglia sentire
non posso dirti qualcosa che non è reale
beh la verità fa male
e le bugie sono anche peggio
come posso darti di più
quando ti amo un pò meno di prima?
ma noi stiamo correndo indietro attraverso il fuoco
quando non c'è più niente da salvare
è come dare la caccia all'ultimissimo treno
quando noi due sappiamo bene che è troppo tardi
non puoi giocare su corde spezzate
non puoi sentire niente che il tuo
cuore non voglia sentire
non posso dirti qualcosa che non è reale
beh la verità fa male
e le bugie sono anche peggio
come posso darti di più
quando ti amo un pò meno di prima?
permettimi di abbracciarti per l'ultima volta
è l'ultima possibilità per sentirti ancora
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Ho subito il Bacio di un Dissennatore… un bacio che risucchia l’anima, che strappa ogni pensiero felice, che svuota tutti di ogni pensiero gioioso…
In questo mondo di babbani, chi sarà in grado di produrre un Incanto Patronus?
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E’ così che va la vita…
Ci sono cose che puoi cambiare…
Cose che devi accettare…
E tutta una serie di eventi che accadono, si accavallano e travolgono,
come una slavina bianca in montagna, improvvisamente ti ritrovi
sommersa, immersa e a fatica non puoi far altro che cominciare a
scavare verso l’alto per poter riprendere fiato, per trovare un pezzo
di cielo che ti ricordi che, qualsiasi cosa sia accaduta sei ancora viva.
Mi piace leggere, soprattutto romanzi, e quando arrivo all’ultima
pagina, quando chiudo la copertina e vi poso sopra la mano una sorta
di strana malinconia mi stringe il petto e per una frazione di secondo
mi pare quasi che non riuscirò mai più a leggere nessuna altra storia.
Ma non è così… quel libro dal dorso vissuto e stropicciato viene
riposto fra tutte le altre storie, lasciandomi solo il suo indelebile
ricordo… ci saranno altri libri, altre storie, pagine nuove da leggere
ed in cui perdersi, dorsi di libro da stropicciare.
E sono così anche i miei diari… ad un certo punto le pagine
finiscono… ma i pensieri e le parole mai. Così, anche se spesso è
doloroso non resta che prendere un nuovo quaderno immacolato,
rimanere a fissare per qualche istante la prima pagina bianca e
pulita ed attendere che il cuore mandi linfa alla mia mano e la
convinca che c’è ancora tanto spazio per tutte quelle parole che
sono rimaste incastrate fra vecchie pagine che si chiudono e
nuove che aspettano di essere ricamate.
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Era da così tanto tempo che non avvertivo questo dolore, questo senso di vuoto che mi ero dimenticata del bruciore che arreca.
Forse mi ero convinta che non lo avrei mai più avvertito, che finalmente la vita aveva deciso di concedermi la mia parte di zucchero…
Ma è amaro il sapore che dello spazio fra la lingua e il palato, fiele che scende nella gola ed appesantisce il cuore…
Ricordo che quando ero piccola mi davano una medicina talmente orribile che le goccine giallastre dovevano essere mischiate ad una zolletta di zucchero… il risultato era tremendo… il bianco dolce dello zucchero non riusciva a coprire l’amarezza di quel medicamento che mi era indispensabile… ed ora è lo stesso… è quello stesso sapore che avverto.
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La finestra dell’ufficio ha le inferriate scure, mi sembra di essere chiusa nella gabbia di un canarino.
Il pezzetto di mondo che vedo è così piccolo… una fettina di marciapiede, la gente che passa fa al massimo tre passi; due alberi, uno da questo lato della strada ed uno dall’altra, il primo nasconde parte del secondo; tre macchine parcheggiate, mai le stesse, e le ombre colorate di tutte le altre che sfrecciano veloci.
Ora alla radio Elisa canta, col sottofondo pungente dei clacson che urlano senza rispetto e le foglie gialle che ondeggiano, incuranti della musica che risuona qui dentro, e che fatico a credere non si senta anche fuori…
Come ogni mattina anche oggi, venendo in centro sull’autobus mi sono immersa nelle pagine del libro che sto leggendo… ma questa volta ci sono rimasta intrappolata.
Da quando ho consegnato la tesi, mangio libri come fossero biscotti, presa da una strana smania di leggere… e leggere… e leggere ancora! Ho bisogno di storie e racconti, per tre anni non ho fatto che leggere libri di testo, saggi, casi clinici… ora voglio solo storie.
Percorro il breve tratto da casa alla fermata in silenzio, con una sorta di urgenza; non vedo l’ora di parcheggiare la macchina, avvicinarmi con passo veloce al 21 e prima ancora che l’autista accenda il motore sedermi sempre nello stesso posto, posare la borsa sulle gambe ed aprire quel libro. Ho un tempismo perfetto, sia all’andata che al ritorno riesco ad arrivare a destinazione giusta giusta per la fine di un capitolo, così non devo lasciare nulla sospeso, cosa che proprio non sopporto.
Risulterò sicuramente asociale, non vedo chi scende, non vedo chi sale, non mi infastidisce neppure la borsa il chiacchiericcio costante, vengo letteralmente risucchiata.
E soprattutto il mattino, all’andata, smettere di leggere e venire catapultata all’interno di questo ufficio, è strano, destabilizzante. Oggi lo è stato anche il semplice gesto di riporre il libro nella borsa, il suonare il campanello, scendere all’apertura delle porte centrali e camminare fino all’ufficio, schivando le foglie che il vento gelido faceva cadere.
E oggi sono rimasta con la testa ma anche con il cuore e l’anima appiccicata a quella storia, intrappolata fra le pagine e la punteggiatura, con negli occhi le immagini dei personaggi, dei luoghi in cui vivono delle sensazioni che provano, e che avverto come fossero le mie.
Per brevi attimi rubo la loro vita, la loro storia, il loro amore… solitamente torno con un balzo nella mia vita, nella mia storia, nel mio amore… ma oggi no! Oggi mi sento meglio nei loro panni…
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E’ difficile non cambiare… non lasciarsi indurire e incupire dalla crudezza della quotidianità.
Una quotidianità difficile, fatta di numeri, conti che la maggior parte del tempo non tornano, di incertezze, freddezze, durezze… che così nulla hanno a che fare con la morbidezza dei miei sogni, delle mie bolle di sapone.
Eppure se voglio sopravvivere di sicuro non posso non adattarmi e cedere al grigiore.
Non è facile, non mi piace… ma devo.
… e il mio piccolo Pasticcino non comprende, non sa, fatica a capire…
Lui che ogni tanto vedo così piccino ed indifeso, si aspetta certezze e carezze e non si accorge di quanto sia dura trovarle nelle mie tasche, perché anch’io come lui vorrei fosse tutto semplice, già pronto e finito.
Invece per costruire una casa ci si rimbocca le maniche, ci si spezza la schiena, ci si tagliano le mani… ma uno stesso macigno sollevato da quattro braccia pesa molto di meno di uno sollevato da due sole. Perché non comprende? Perché finisco sempre per dovergli spiegare ciò che forse dovrebbe essere ovvio? Perché si finisce a dare per scontato ciò che invece non deve esserlo?
Mi chiedo se sono davvero troppo esigente… ma mi guardo attorno e non mi sembra di chiedere nulla di impossibile o anormale, tutt’altro!
Quale lezione di mi sono persa alla scuola dei rapporti di coppia? Di sicuro quella dal titolo “quando l’affare si fa serio!”
Adoro il suo zucchero, adoro quei suoi occhi di bimbo, lo stupore e la lucentezza di quello sguardo… non potrei farne a meno! Ma non ho la forza di essere grande per tutti e due… ho bisogno che mi aiuti, che anche lui si rimbocchi le maniche…
Sento di non sbagliare… ma allora perché mi sento così orribile?
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Inviato da: cassetta2
il 30/11/2020 alle 09:10
Inviato da: spaceball2
il 15/10/2009 alle 09:22
Inviato da: red.sea
il 25/05/2009 alle 17:02
Inviato da: principessa_cali
il 19/05/2009 alle 11:30
Inviato da: red.sea
il 19/05/2009 alle 10:50