Creato da AmmiraglioLanglais il 22/08/2009

SORSI DI LUCE

Il reticolato dell'Ammiraglio Langlais .................................................................... pensieri, riflessioni, letture, immagini, suoni e colori dell'anima ...e anche no............."Sorsi di luce" pertanto vuole essere un semplice momento di incontro, come si farebbe assaporando un buon caffè, o passeggiando a braccetto per le strade di una città sconosciuta, o seduti in riva al mare ascoltando la risacca...

 

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Il ponte tra Dio e gli uomini

Post n°125 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da AmmiraglioLanglais

Prologo (1,1-18) del Vangelo di Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: « Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me ». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Commento del Cardinale Giulio Bevilacqua:
ww.losio.com/pdf/gb17_21.pdf

Giulio Bevilacqua (Isola della Scala, 14 novembre 1881Brescia, 6 maggio 1965)

Nacque a Isola della Scala, in contrada piazza al numero 502 (oggi via Gracco Spaziani n° 8), il 14 settembre 1881 da una famiglia di commercianti provenienti dalla trentina Val di Ledro. A Isola egli trascorre un'infanzia serena, educato "nelle linee severe di una famiglia tradizionale". Più tardi rievocherà quegli anni vissuti "nella campagna veronese dove cominciavano a muoversi le masse miserabili di contadini, perseguitate da una tragica povertà, colpite da pellagra e colera, costrette all'emigrazione dallo sfruttamento del capitalismo agrario". Qui frequentò le scuole elementari, ma già nel 1889 con la famiglia si trasferisce a Verona, dove frequenta il ginnasio-liceo Maffei e partecipa ai fermenti di vita cristiana e alle lotte sociali sotto la guida di mons. Manzini. Studiò all'Università di Lovanio, in Belgio, dove si laureò nel 1905 con una tesi, assolutamente nuova a quei tempi, sulla legislazione operaia in Italia. Nello stesso anno entra nell'Istituto "La Pace" dei Filippini di Brescia, città che sarà per lui come una seconda patria. Divenne sacerdote nel giugno 1908. Nel frattempo proseguiva la sua attività di apostolato tra i lavoratori e gli studenti, insegnando col Vangelo la consapevolezza dei propri diritti di uomini e di cittadini, partecipando alle associazioni degli intellettuali e dei giovani e organizzando, tra le perplessità di molti, le associazioni operaie femminili e le scuole di lavoro; una di queste fu istituita anche a Isola della Scala, tenuta dalle suore della Misericordia presso l'Asilo. Inoltre fondò un patronato studenti e si adoperò per la diffusione degli oratori con attività creative e sportive.
Allo scoppio della grande guerra viene mandato al fronte, dove gli viene affidato il servizio di soccorso ai feriti nelle trincee dell'Ortigara. L'esperienza della guerra lo segnò profondamente. Ebbe a dire di essa che è "crisi di dignità, notte di miseria umana, follia e abisso di dolori, è un inferno inutile". La denuncia più categorica la riserva al fascismo: per la sua violenza e dottrina, per lo stravolgimento dei valori. Il fascismo, diceva, non è solo dittatura civile; è una forza anticristiana: come si può venire a patti con esso? Ben presto egli dovette infatti subire gli attacchi dei fascisti.
Per sfuggire al confino si rifugia prima a Verona e poi in Vaticano, dove rimane dal '28 al '32. Durante questo periodo vive in casa di Mons. Montini, il futuro papa Paolo VI, con cui stringe una profonda amicizia. Nel 1929 Torna a Isola per predicare le missioni. Tornato nel '32 alla sua Congregazione, scrive articoli sulle riviste Humanitas, Studium e sulla rivista nazionale dei maestri Scuola Italiana Moderna, raccogliendo poi i suoi scritti in una serie di libri che diventano guida a laici e sacerdoti.
Nel 1940, quando l'Italia entra in guerra, decide di partire come cappellano militare, per essere coi giovani che vanno a morire sui fronti. Definisce la guerra "un'apostasia da Cristo", in cui l'umanità sta salendo il suo calvario con la sua croce spaventosa. Compie più di venti missioni, raccogliendo morti e feriti su una nave ospedale. Congedato nel '43, torna alla sua Isola, ma dopo l'8 settembre deve imbarcarsi di nuovo verso Brindisi, dove s'erano rifugiati il re e il governo. Celebra una messa davanti all'alto comando e ai reali, pronunciando un commento al passo evangelico "beati coloro che piangono" che non sarà gradito dalle autorità.
Alla fine della guerra può tornare a Brescia, dove la sua vita si svolge all'insegna della predicazione e della pastorale liturgica. Viene chiamato in tutta Italia, ed anche in Francia, dove conosce Jean Guitton, il solo laico autorizzato a partecipare alla prima sessione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, che lo chiamò 'uomo del tutto straordinario, una delle colonne della Chiesa e del Concilio'. Prosegue la sua instancabile opera di animazione in un quartiere periferico della sua città, dove si ferma per sedici anni preoccupandosi, come sempre, soprattutto dei più poveri.
Per la sua esperienza viene chiamato a Roma nella Commissione preparatoria del Concilio Vaticano II. Divenuto papa, il suo amico Montini non intende rinunciare alla sua collaborazione e, nel 1965, all'età di 84 anni, lo crea cardinale, titolo che egli accetta con umiltà, pur chiedendo di poter continuare a essere parroco fra la sua gente. Intanto il male cominciava a farsi sentire: il Venerdì santo svenne in chiesa. Il giorno di Pasqua volle celebrare l'ultima Messa ai suoi fedeli.
All'abate don Antonio Ceriani disse: si ricordi di baciare per me il fonte di Isola della Scala, dove sono stato battezzato. Morì il 6 maggio 1965, mentre recitava il Salve Regina.

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

Cara amica, Caro amico,

non ho ancora approfondito per quale motivo ho deciso di aprire questo Blog "Sorsi di luce"... probabilmente si tratta del bisogno, oggi così diffuso, di sentirsi in contatto .... di avere compagnia... di ascoltare e sentirsi ascoltati.

Non credo di avere delle cose importanti o stupefacenti da offrire...

ma..... probabilmente, solo la quieta serena confidenza di un'amica che di tanto in tanto ti segnala qualcosa che l'ha interessata.... che ha fatto vibrare per quache istante la sua anima.... qualche riflessione ad alta voce... senza alcuna pretesa.... semplicemente perchè sgorga naturalmente... come l'acqua del ruscello che ho scelto come l'immagine del blog.

Spero possa stare bene in mia compagnia ...  buon divertimento

 

TRAMONTO SUL MARE

 C'è un'ora del giorno in cui tutto cambia, è il tramonto, momento in cui il colore del cielo si tinge di rosa e il mare diventa lo specchio perfetto per tanta bellezza. A noi non resta che fermarci ed ammirarlo. sentendoci per un attimo parte di quella bellezza. 

 

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BENVENUTO

....così desidero immaginare questo blog come una bella festa da passare con tutti gli amici e parenti, vicini e lontani geograficamente e spiritualmente. Creare per rendere accogliente e gradevole la mia "casa", per poter condividere dei momenti sereni con gli invitati o semplicemente, come avviene nelle feste di paese, con i curiosi.

Ecco che allora il mio lavoro assume un significato più completo e gratificante: diventa come una bella pesca matura che si lascia cogliere, grata di aver avuto la fortuna di aver potuto vivere il suo scopo e poter liberare i suoi semi.

Perciò ti ringrazio amico mio. Il realizzare questo blog in tua compagnia, pensando alla nostra  possibile comunione, sera dopo sera,  è per me fonte di gioia. Spero che anche tu, leggendo, possa divertirti e conoscermi un pochino, almeno da sapere che, al di là della vita banale di tutti i giorni, dietro allo sguardo talvolta soprappensiero, c’è una persona che vive. 

 

 

ESSERE COME SE....

Lavora come se non avessi bisogno dei soldi, ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire, balla come se nessuno ti stesse guardando, canta come se nessuno ti stesse sentendo, vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra

 
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