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Un bacio appassionato

Non era esattamente quello che volevo? Si che lo era, ed allora perché la cosa mi fa stare così male? Certe volte io non mi capisco… E pensare che ho architettato tutto per essere qui in questo momento, così come siamo adesso.

Non ci speravo quasi più ma quando è arrivato il suo sms di conferma per la cena di stasera ho iniziato a fare i salti di gioia. Rivederlo, dopo tutto questo tempo, noi due da soli… Ma calma, dopotutto tra di noi non c’è nulla, o sbaglio? Però… questa sera deve succedere qualcosa, non può mica andare avanti così! Mi vesto in modo tale da cercare di fare colpo ma con discrezione, senza dare troppo nell’occhio. Volevo mettere la gonna ma ho preferito un look più sobrio: jeans, maglione nuovo preso 3 giorni fa da Terranova, cappotto nero, sciarpa comperata in Tunisia ed un po’ di trucco tanto per togliere il pallore dal mio viso. Caspita, non sono mica male! Se stasera lui non mi bacia giuro che me lo tolgo dalla testa.

La cena è stata perfetta: si è stupito per il mio regalo di Natale, ha letto divertito il mio biglietto di auguri e mi ha assicurata che ha già preso una cosa per me ma non ha avuto il tempo di prepararla. Peccato, volevo metterlo in imbarazzo, ho sempre avuto un debole nel mettere in difficoltà le persone. Ma questo fa parte del mio essere un po’ stronza!

E poi accade quello che ho sperato da tempo: noi due, passeggiare lungo il mare, con le onde alte fino a 3 metri che si infrangono sugli scogli e creano dei spettacolari giochi d’acqua e lui che mi abbraccia. Non era quello che volevo? Si che lo volevo, ed allora perché mi sento così male? E pensare che ho utilizzato lo stratagemma delle mani gelate che funziona sempre e che spinge a compassione gli altri, al punto da indurli a riscaldarti in qualche modo. Tenere le mani tra le sue è stato bellissimo, anche se è durato poco, però adesso il suo abbraccio mi sconvolge: da un lato mi procura una sensazione piacevolissima, come un calore dolce che si infonde a poco a poco dentro di me, ma dall’altro mi imbarazza, mi terrorizza, mi spaventa. Oddio, che mi sta succedendo? Perché mi gira la testa così forte.

“Mammamia come sono alte le onde” dico, e distolgo l’attenzione a tal punto che lui smette di abbracciarmi. Tiro un sospiro di sollievo ma le parolacce che mi sto dicendo dentro di me non sono normali. Sono una deficiente, una cretina… Finalmente ho capito cosa prova per me ed io scappo.

Passeggiamo in silenzio.

“Come mai non parli?” chiede lui.

“Eh, che onde alte”. Ma non l’avevo già detta questa frase?

Poi ci risediamo in macchina, proprio di fronte ad uno scoglio che ci offre spruzzi meravigliosi. E lui mi tiene di nuovo per mano, ma questa volta non dura poco, anzi con le dita mi sfiora ed io reagisco. È un momento cruciale, lui mi guarda ed io…

“Ma che onde alte” e basta, non ce la faccio più a dire sempre la stessa cosa. Un po’ di fantasia… E’ che non mi viene in mente nient’altro. Perché quando si è nervosi il nostro vocabolario si riduce a poche frasi senza senso? Perché non posso sbattere la testa da qualche parte?

E poi arrivo al culmine: non ce la faccio più, se non lo bacio rischio di morire di infarto e mi fionda addosso a lui. Volevo un bacio dolce e delicato che in crescendo diventasse sempre più avvolgente, ma non ho idea di quello che sto facendo. So solo che le sue labbra sono sulle mie e che lui sta contraccambiando la cosa.

Il resto non ve lo racconto… ma potete immaginare.