L'altra sera sono venuti a reclamare la mia attenzione in cinque. C'era Micioné, tutto nero con la pettorina e le punte delle zampette bianche, Cicciopelo dal vello fluente macchiato di olio per motori, il Vecchio Rognoso che continua a vivere per miracolo, GattoTigre sempre più possente, e Sconocchietto.
Sconocchietto è minuscolo e grigio. La coda è più lunga del corpo, le zampette sono scheletriche, e così tutto il resto. Ha gli occhi cisposi e un problema alla bocca. Pioveva e tirava un vento gelido, ed erano tutti là fuori a chiedermi qualcosa, e Sconocchietto gridava più forte degli altri. Anche se confesso il mio debole incondizionato per Micioné, è Sconocchietto che mi desta maggiori preoccupazioni.
Oggi è tornato. Da solo. L'ho sentito che mi chiamava da fuori la porta-finestra. E quando ho aperto, non è stato a pensarci due volte ed è entrato.
Gli ho dato quel che avevo: latte, sottilette e fette biscottate sbriciolate. Non è un granché, ma questo c'era. Poi visto che non sembrava avere nessuna internzione di tornarsene sotto i portici al gelo, ho tirato fuori un avanzo di sabbietta e una bacinella, un panno caldo su cui dormicchiare, e gli ho sistemato tutto in un angolino.
Ora è lì che dorme.
Non so quanto resterà, non so se sopravviverà. La porta, per entrare e uscire, sarà sempre aperta, per lui, finché sarò qui.
Non so neanche se è maschio o femmina, ma poco fa gli ho rubato una carezza. Bisogna dar tempo a tutti per conquistare la fiducia. E dar modo di considerarla ben riposta. Io ho tempo.
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il 03/12/2008 alle 14:33
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il 03/12/2008 alle 13:38
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il 01/12/2008 alle 22:57
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il 01/12/2008 alle 22:12