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Despina

Post n°429 pubblicato il 28 Luglio 2011 da nagel_a

 

Forse il desiderio è un serpente multiforme, dalle scaglie cangianti e dallo sguardo ipnotico. Si attorce attorno ai pensieri e ai bisogni degli uomini e una volta ben saldo inocula il suo veleno. E’ denso e nero quel veleno, si amalgama feroce al sangue e ne diviene indispensabile ossigeno.
L’uomo che ne abbia provato il morso e che lo senta scorrere nelle vene, ne rimane prigioniero.

Ogni scaglia è lo specchio di una prospettiva, il riflesso di uno sguardo.
Sarà così che ogni uomo darà un nome diverso a uno stesso desiderio. Come un miraggio ne descriverà le forme e la consistenza, cullandone l’immagine e vezzeggiandola come un bimbo in una culla.
E farà pazzie per quel miraggio, come il cammelliere assetato che sogna l’oasi o come il marinaio che abbia le gambe stanche dall’onda.

 

In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare. (…) Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone; e così il cammelliere e il marinaio vedono Despina, città di confine tra due deserti.

(I. Calvino, Le città invisibili)

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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