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Il pretesto

Post n°428 pubblicato il 27 Luglio 2011 da nagel_a


A volte mi capita di girarci attorno per giorni. Ne sfioro i contorni e ne intuisco le sfumature, ma al momento di afferrarlo per possederlo e piegarlo alla mia comprensione, mi sfugge. Irriverente pensiero.

Ci sono pensieri che aleggiano indefiniti, in qualche spazio di nuvole sopra la nostra testa. Forse pensieri provocati dall'aria elettrica che preannuncia un temporale, forse resi afosi e stagni dalla canicola che si libra sull'asfalto. E stanno lì, come una brocca di sangria sul tavolo: ne vediamo il vetro imperlato di condensa, ne pregustiamo la frescura, ne immaginiamo la dolcezza contenuta del nettare a dissetarci... eppure nulla, il piano del tavolo è per poco al di fuori della portata della nostra mano.

Sto inseguendo pensieri in questi giorni. Vado a caccia delle loro oasi. Ma la mia rete da farfalle rimane vuota.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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