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Il maratoneta

Post n°435 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nagel_a


C'è chi distingue i caratteri umani attraverso una metafora atletica e individua due archetipi: il centometrista e il maratoneta.
Il centometrista è descritto come l'eroe romantico che scala mura di castelli ed è capace di slanci ed entusiasmi. Uomo che punta ogni sua energia nello scatto e nella conquista.
Il maratoneta diviene, di contrappunto, lo scrigno della pazienza, colui che con la costanza e la perseveranza raggiunge la meta. Un po' noioso tutto sommato, eppure affidabile, senza sorprese.

Non sono per nulla d'accordo. Se devo prendere in considerazione un uomo e se devo innamorarmi, non sarà che di un maratoneta centometrista, capace di coniugare lo scatto entusiastico e la quotidianità.
A che serve chi sappia fare solo lo scatto senza saper mantenere il fiato sulla lunga distanza? A che serve la costanza se tutto si riduce a monotona ripetizione?

Ecco... non mi accontento di nulla meno.

[Devo solo verificare se io so essere altrettanto..]

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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