W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosė noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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i mostri
Post n°454 pubblicato il 18 Ottobre 2011 da nagel_a
E' inutile. Oscillo tra rabbia e pietà. Per qualcosa che vorrei non aver visto e che ormai sta come immagine fissa qui dietro. Una rabbia che strappa bestemmie, tanto è impotente e disarmata. Tanto smisurata è l'indecenza, l'impossibilità di nominare ciò che è stato. Non so se sia ancora pietà quella che giunge oltre. Che assiste all'alienazione in cui l'uomo è caduto. Alla perdita di ogni senso del sacro, di ogni fede anche istintiva nella propria sopravvivenza. L'uomo non deve credere nemmeno più in se stesso, se arriva ad essere cieco verso i propri cuccioli. Yue. Aveva 2 anni.
"Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei giusti" (Sal 102) Vaffanculo
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
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