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C'erano una volta i briganti

Post n°372 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da nagel_a


 

Mi ha sempre affascinata il processo magico attraverso il quale dai nervi scoperti, dal palpitare del sangue e dall'aggrumarsi di neuroni, nascano pensieri, sentimenti, emozioni. E' una trasformazione alchemica che dalla materialità della carne, trae aeree dinamiche. Forse dobbiamo avere dentro di noi una scintilla di ogni evento abiti l'universo, se possiamo sentirci parte delle cose più diverse anche solo per un'intuita assonanza, per una frammentaria possessione.

Accade di fronte a un mare in burrasca o sotto un cielo nero infinito di stelle, quando quella sensazione di immenso maestoso si dipana nel labirinto del ventre.
Accade ascoltando una musica che ci turba oltre ogni dire e che smuove corde di qualche ignoto strumento che si annida nello sterno. Corde pizzicate da mani sconosciute e sapienti.
Accade leggendo, quando le parole hanno il potere di evocare immagini e creare mondi, tanto da distoglierci dalla realtà fisica che ci circonda.
Accade assistendo a storie di uomini che ci stupiscono per la loro saggezza, il loro coraggio o la loro umiltà... e così, spesso, ci pizzica il naso la meraviglia commossa di un'eroicità semplice e vera.

Di questo si dovrebbe nutrire quell'immateriale che solo ci allontana dal vegetare. Banale scontatezza che pure è trascurata. Mi chiedo perchè quando il bagaglio cui attingere per crescere è così vasto, ci si scorni invece sul nozionismo e sul sapere inutile. Forse per creare un popolo di persone che si accontenta e si ciba dei feuilleton nelle ville del potere e dei bassifondi della dignità umana.
... e io ingenuamente ho sempre creduto che invecchiando si diventasse saggi!

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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