W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosė noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
« La perla | C'erano una volta i briganti » |
fare cattleya
Post n°371 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da nagel_a
E le fantasie più fervide si dispiegano ovviamente tra le cornici delle esperienze più radicali e assolute. L'antico bilanciere che oscilla tra amore e morte. In questa danza che funambolica stringe in assedio le torri del significato, tentando l'espugnazione attraverso l'attribuzione del nome... ecco il trapezista che volteggia senza rete. L'orchidea sembra essere nelle sue carnosità di velluto, il fiore evocatore della sensualità femminile. Musa ispiratrice di dolcezze d'alcova. Ma solo un genio come Proust poteva inventare un fare cattleya, per evocare le imprese compiute in quella stessa alcova!
|
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Inviato da: cassetta2
il 26/10/2020 alle 16:45
Inviato da: cassetta2
il 21/07/2020 alle 11:30
Inviato da: TANCREDI_45
il 22/08/2018 alle 21:38
Inviato da: archetypon
il 17/05/2013 alle 18:29
Inviato da: boezio62
il 12/05/2013 alle 23:42