W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°390 pubblicato il 29 Marzo 2011 da nagel_a
Leggo. E so che tra quelle righe mi sfuggi, perchè io allora non esistevo. Non esistevo, ma tu già amavi e già soffrivi per amore. Eri già tu, anche senza di me. E io, ogni giorno che passa, vedo la mia ribellione sconfitta, il mio sprezzante distacco sfaldarsi, vedo cedere i dalmine delle mie impalcature. Io che mi ossevo stupita e mi accontento incredula di nessuna risposta. Ecco. Io non oso chiedere, non ho il coraggio di domandarti, per la paura di scoprire che l'esito del tuo viaggio non sono io.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Nagel, la prossima volta sceglietelo analfabeta e sordomuto, magari.
Bada, però, non muto e basta, sordomuto. Anzi, più sordo che muto, possibilmente.
Questo non risolverebbe certo il dilemma proposto nell’incipit, ma solo la sua trasformazione in:
“Perché non mi parla?”
però, almeno, il poveretto eviterebbe lo stress di sentirselo chiedere. Bene, eccomi di ritorno. Perdona la lunga assenza, ma nelle ultime settimane sono stato rinchiuso in una specie di lager. Rimando noiose spiegazioni e mi dedico subito al commentare.
Sai qual è il problema… mi correggo: sai qual è uno della miriade di problemi che affliggono il genere femminile (e uccidono la salute di quello maschile)? La vostra voglia di genesi. Sarà forse un retaggio dell’intrinseco essere madri? Chissà.
Comunque, sì, cara la mia architetta, il mondo esisteva già anche quando voi non c’eravate ancora. E girava, pure. Strano, eh?
Voglio svelarti un segreto che segreto non è, Nagel: un uomo è fatto anche di passato, sì, ma non è il suo passato.
P.S.
Ma una volta non eravamo noi maschietti, quelli con la fissa per la verginità???
D’altro canto dovrà pur fare le sue esperienze, poverino, altrimenti arriverà a quarant’anni che non saprà neanche mettersi un dito nel buco del… la diga.
Al sostare dopo tempo e dir chi sono?
Quell'io pare necessiti che l'altro lo riconosca
Altro non siamo che quello sguardo che a noi si posa
Quante volte si riconosce che, l'esito
del viaggio da noi compiuto trova un'io quasi sconosciuto?
Prima che l'altro sfugga, già noi prima
siam sfuggiti da noi stessi, in un gioco
di inseguimenti ad intersecar destini casuali
Prima di lui non esistevi, come ora esisti