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Della felicità

Post n°399 pubblicato il 27 Aprile 2011 da nagel_a


"Si dice che di tanta felicità si può anche morire, ma si può altresì uccidere, uccidere ogni pretesa degli altri su di noi, di coloro che non sono riusciti a regalarcela."
(Nadine Gordimer, Storia di mio figlio)

C'è una vetta nella selva che percorriamo. Una vetta che sovrasta ogni albero e ogni passo. Allarga la sua ombra, un'ombra che si allunga e si accorcia, si propaga e si ritira, seguendo il corso delle circostanze e degli interessi. Pur nelle sue mutevolezze, si ripropone a ogni sguardo, che sia franco o sbieco, spada di Damocle allungata nell'orbita delle stelle.
Questa vetta è chiamata con molti nomi, che di volta in volta ne indicano la tetra tragica materia oppure la leggiadria dei pendii. Non so come capiti, ma nel trascorrere dei giorni, sappiamo, da qualche intima pulsione, che la nostra felicità sta in cima ad essa e che il nostro scopo è scalare i suoi dirupi e osservare la selva dall'alto.

La nostra fiducia, poichè l'illusione sovente s'intreccia al desiderio e all'immaginazione, indugia inoltre nell'attesa di una figura dai contorni spesso indistinti.
Una guida che conosca i valichi e i passi, che ci indichi la natura delle piante e delle pietre, che ci mostri il volo della farfalla e la planata del falco.
Spesso quest'attesa si spegne nelle delusioni dei giorni, si dimentica nella frenesia del quotidiano, per palpitare nuovamente al crepuscolo, quando la luce del giorno cede alla sera e precorre il buio della notte. Allora si dispiega e lascia annegare lo sguardo nelle profondità dell'orizzonte.

La serenità alberga fin nei primi passi della scalata.

 

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Commenti al Post:
Odette292
Odette292 il 27/04/11 alle 20:36 via WEB
:)
 
 
nagel_a
nagel_a il 27/04/11 alle 20:43 via WEB
wow! in diretta questa volta.. (bacio!)
 
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 27/04/11 alle 21:45 via WEB
se pensiamo alla cima,ci dimentichiamo dei passi che facciamo ogni giorno,e la vita intanto scorre,perdiamo il presente che diventa passsato,e non ci accorgiamo delle piccole gioie che ci sono intorno..quindi pensare anche alla cima,senza però dimenticarsi del valore dei passi che disegnano il percorso della nostra vita nel quotidiano ,la tua frase alla fine,spiega benissimo il concetto,che brava sei!
 
 
nagel_a
nagel_a il 28/04/11 alle 09:43 via WEB
hai ragione: ogni passo va sudato e gustato, poichè cambia anche se di poco la prospettiva del passo precedente :)) d'altronde la bellezza del viaggio sta poche volte solo nella meta... ed è la metafora più bella della vita (un sorriso)
 
only4words
only4words il 27/04/11 alle 22:35 via WEB
e a volte finisce lì. :) un abbraccio ragazza. :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 28/04/11 alle 09:44 via WEB
acc...! come dire.. se le cose sono troppo semplici ci annoiamo in fretta :))) .. buon nuovo inizio cara :)
 
immatur_el_kap
immatur_el_kap il 28/04/11 alle 06:59 via WEB
la serenita' o la senilita'?
 
 
nagel_a
nagel_a il 28/04/11 alle 09:46 via WEB
"o" appunto.. in effetti poche volte le trovo accomunate.. quando succede è una piccola meraviglia. in questo caso però direi "nel mezzo del cammin".. da selva che si rispetti.. quindi non ancora senilità :)))
 
tempesta_e_assalto
tempesta_e_assalto il 28/04/11 alle 08:16 via WEB
che coincidenza! sto leggendo e amando J.C. Izzo e senti questo passo: "nella vita non dobbiamo accettare niente che sia contro la nostra felicità. che dobbiamo ribellarci contro ciò che ci ferisce, ci fa male... ogni essere umano ha in sè una parte di felicità e una di infelicità e che, in genere, la maggior parte si crogiola nell'infelicità, perchè l'infelicità è così semplice, ti lasci andare e..." buon inizio di giornata :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 28/04/11 alle 09:48 via WEB
le coincidenze mi sono sempre piaciute, mi danno l'idea di una certa magia tra le ghiere dell'universo.. in fondo forse è vero: per essere felici ci vuole l'impiego di una certa energia, non si ammette inerzia nella felicità! .. buon inizio anche lì :)
 
ebenezer.le.page
ebenezer.le.page il 28/04/11 alle 16:15 via WEB
Sto reagendo. E quando reagisco, per prima cosa mi carico la pipa e l'accendo. Ecco, l'ho accesa.
 
 
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 13:17 via WEB
.. non ho capito se devo preoccuparmi! :))
 
   
ebenezer.le.page
ebenezer.le.page il 02/05/11 alle 13:43 via WEB
Don't Worry
 
     
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 14:09 via WEB
.. be happy! :))
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 28/04/11 alle 22:08 via WEB
Finalmente la Nagel è tornata a noi con uno dei suoi testi pregni di senso e significato recondito che hanno bisogno, come al solito, di essere parafrasati. E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!
Allora:
Nella prima parte del primo passo troviamo chiari riferimenti sessuali in puro stile Anne Sexton. Vedete la sel-va-gina che attende fremente e la vetta fallica la cui ombra (fate attenzione al termine “ombra”, perché è in esso che risiede tutta l’allegoria sextoniana, in quanto sostanza inconsistente, ma pur sempre percettibile e in contrapposizione alla luce, alla realtà dei fatti. Una figura retorica dalla quale prende corpo la prosa nageliana più matura nel suo periodo crepuscolare quando la nostra artista darà corpo alle sue produzioni migliori quali: “Tante vette, ma de cazzi manco l’ombra”) ombra, dicevamo, che si allunga o si ritrae a seconda delle circostanze in un continuo altalenare: “gnocca: mi allungo, cozza: mi ritraggo…”. E la cozza, risentita, indica allora al fallo discriminatore la volta celeste a mostrare il sottile filo che regge la spada di Damocle dell’andropausa.
Nella seconda parte del primo passo, però, la prosa si apre al senso, mettendo in relazione i molti nomi della vetta (pisello, verga, manganello, pirla, pizza, uccello e chi più ne ha più ne metta financo pure a sventrapapere) con il tempo. Ovvero la leggiadria dei pendii (erezioni oltre i quarantacinque gradi) sul filo dei vent’anni, e la tetra tragicità della materia senza più vigore altre la soglia degli “anta”.
Però… però l’autrice dà ancora un refolo di speranza anche a chi ormai l’ha persa e dice che e vero che il trascorrere dei giorni corrompe la materia, ma esalta lo spirito di conoscenza che la spinge a desiderare ancora l’uomo. E come lo fa? Fingendo di non sapere ”Non so come capiti”, dice. in realtà sa benissimo che è merito del Viagra.
Tutto Il secondo passo, invece, è dedicato all’incapacità maschile nel soddisfarla perché nessuno è mai riuscito a trovare i valichi intricati che portano alla sua femminilità pulsante, ma delusa e raminga (N.d.r. : Nagel, una ceretta inguinale, no, eh? Così, giusto per trovare la strada. Che diammine, l’ultimo che si è avventurato per quei valichi è stato dato per disperso 15 anni fa).
E nel gridare al mondo le sue speranze deluse la poetessa scaglia sul maschio il suo anatema:
La serenità alberga fin nei primi passi della scalatabr Cosa che tradotta vuol dire: Muovi pure i tuoi passi alla mia volta, oh uomo. Sicuro, sereno. Con me puoi stare tranquillo… che tanto non te la do!
 
 
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 13:18 via WEB
.. mi rassegno.. sono fondamentalmente una fanciulla pudica e riservata: non gliela fo! (ed è solo un'assonanza! nessuna illazione please!... abbi pietà!)... :)))
 
beth_el
beth_el il 28/04/11 alle 22:55 via WEB
E' che molti lamentano la cupezza del loro destino, ma ben si guardano dall'eliminarne la causa. Anzi, se si li si prende a cuore, se si cerca di alleviarne dolori ed afflizioni, vi si oppongono, ed insistendo nella buona pratica se ne avrà solo ingratitudine o peggio rancore. Si potrebbe dire che ad alcuni piaccia crogiolarsi nel proprio dolore, come non vedessero altro modo d'essere, o lo trovassero a sè confacente come un buon vezzo, o viziosa accidia.
 
 
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 13:20 via WEB
deve esservi un'assuefazione, un'abitudine al conosciuto che scoraggia ogni evasione.. persino la felicità se solo comporta uno sforzo, un cambio di prospettiva, appare inaffrontabile.. non credo di appartenere a questa categoria.. vero è che ci sentiamo sempre di portare un bagaglio di colpe da espiare, novelli Atlante dalle esili spalle.
 
boezio62
boezio62 il 30/04/11 alle 19:50 via WEB
"Ancor piu' che fuori le cause della guerra sono dentro di noi.Sono in passioni come il desiderio,la paura,l'insicurezza,l'ingordigia,l'orgoglio,la vanita'.Lentamente bisogna liberarcene.Dobbiamo cambiare atteggiamento.Cominciamo a prendere le decisioni che riguardano gli altri sulla base di piu' moralita' e meno interesse.Facciamo piu' quello che è giusto,invece di quel che ci conviene.Educhiamo i figli ad essere onesti,non furbi.Riprendiamo certte tradizioni di correttezza,rimpossesiamoci della lingua,in cui la parola "Dio" è oggi diventata una sorta di oscenita' e torniamo a dire "fare l'Amore" e non "fare sesso".Alla lunga anche questo fa' una grossa differenza." Tiziano Terzani- " Un mondo che non esiste piu'. " Partiamo dalle cose semplici e non facciamo dell'ideale Felicita' una vetta inarrivabile, altrimenti finiremo per accontentarci di surrogati inodori,insapori o di una tranquilla vita di quieto cloroformico,benessere moderno in cui chiameremo Felicita' andare in vacanza con le navi della Costa Crociere,comprare i mobili dell'Ikea,mangiare pasta Barilla e finalmente la sera il meritato orizzonte al plasma dell'ultimo TV 50'' acquistato da MediaWorldprezzibloccati....dimenticavola guida!...nessun problema...c'ho l'I-Pad !!!
 
 
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 13:24 via WEB
Di Terzani avevo letto "La fine è l'inizio": questi moniti si scontrano con la realtà, che ingabbia i bimbi già dall'asilo.. sarebbe triste se come dici, dessimo il nome sbagliato alle cose, accontentandoci dei surrogati: come camminare nella selva senza mai alzare lo sguardo oltre la cima degli alberi, pensando che tutto l'orizzonte possibile sia circoscritto tra i tronchi che ci limitano la vista. p.s. però vuoi per virtù vuoi per necessità, non disdegno l'Ikea :)))
 
   
boezio62
boezio62 il 02/05/11 alle 17:14 via WEB
aggggghhhhh!!!Di tutte le ammissioni la piu' terribile!Una coltellata!...:)))Ma come...se anche un fior di professionista italiano cade nella rete del tutto fumo (salmone affumicato alla svedese)e poco arrosto (contenuti di design latitanti ma venduti come griffe,i furbacchioni !) siamo rovinati! Addio mondo del design italiano ricercato e raffinato ,non ci restano che i Mercatoni gialloblu del sig.Kamprad (7° uomo piu' ricco del pianeta).Che tristesse :((( Non si faccia abbindolare almeno Lei ,la prego si.ra Nagel...ah,potenza della propagandasu grande scala.... guardati questo>>>http://www.youtube.com/watch?v=jrOGoq7waQU
 
     
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 18:11 via WEB
persino sarabande duel! capperi!... ho riso... che devo dire, ha il vantaggio di essere economica!.. e poi a me è rimasta la sindrome dei lego.. mi piace giocare al piccolo falegname e sfidare le istruzioni di montaggio. però quando riesco ad avere due euro da spendere preferisco disegnarmeli i mobili (me la passi questa? perdonata?) ... :))))
 
     
boezio62
boezio62 il 02/05/11 alle 19:37 via WEB
....questa si mi piace!Perdono accordato :))) W l'autoproduzione!Abbasso la massificazione ! Un sorriso. A.
 
     
nagel_a
nagel_a il 03/05/11 alle 10:19 via WEB
fiuuuuuu.. :)))
 
d4ny3L4
d4ny3L4 il 01/05/11 alle 12:13 via WEB
In questo momento sto guardando mia madre fissare una pianta in giardino. Ha le mani in tasca, occhiali da sole, abiti scuri. E, non so perchè [o forse si] questo post è perfetto per questa situazione. Un abbraccio
 
 
nagel_a
nagel_a il 02/05/11 alle 13:26 via WEB
forse ogni vetta ha forme diverse: un cane, un bambino, un albero del giardino.. forse se non avesse avuto gli occhiali da sole, avresti potuto leggervi qualcosa in più.. (sei cara)
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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