W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°410 pubblicato il 26 Maggio 2011 da nagel_a
Registrò soprapensiero lo scenario: il rondò delle foglie turbinanti nel vento, il cigolio roco di altalene vuote, la nebbia che lenta s'insinuava tra i tronchi scuri. Un luogo strano per un appuntamento. La donna si strinse nella sciarpa, tuffandovi il naso e osservando il fiato rapprendersi nell'aria. Rabbrividì in quell'attesa che la teneva in piedi, irrequieta, lo sguardo vigile a spiare ogni movimento. Si chiese se avesse fatto bene ad accettare quello strano, inaspettato invito e non le venne in mente nessuna buona ragione a rassicurarla sull'opportunità della sua presenza lì.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Pensa che invece noi maschietti aspettiamo fiduciosi e imperterriti la nostra amata ogni volta che l’andiamo a prendere. Aspettiamo da basso. Giù, al portone del palazzo. Aspettiamo ore; forse giorni. Aspettiamo tanto che quando lei esce, per poterci baciare deve prima liberarci a colpi di machete dalla rampicante che nel frattempo ha avuto la meglio mentre cercavamo invano di scacciare colonie di cani che scambiandoci per un palo ci pisciavano addosso.
Certo, la donna in quel frangente indugia perché un terribile dramma esistenziale l’attanaglia. Qualcosa di neanche lontanamente paragonabile al peso ridicolo della nostra attesa:
lei in quel momento è lì, d’avanti al suo armadio che sembra l’outlet di Mantova e un unico atroce pensiero le invade la mente: “Non ho un cazzo da mettermi!”.
In effetti, i vestiti sono pleonastici, quando…
Quando l’uomo che (a questo punto) vi trova già pronte e nude ad aspettarlo sotto casa (sua), ha:
il fisico di Brad Pitt, il pisello di Rocco Siffredi, e la dolcezza di Bambi (anche se il pisello scamosciato lo vedo un po’ kitsch); la grinta di Indiana Jones, la sensibilità di Madre Teresa di Calcutta e la carta di credito di Bill Gates; se sa amare una donna, ma anche possederla; se sa essere tenero, ma anche farsi valere; se indugia, ma in maniera decisa; se è anarchico, ma anche un po’ fascista; se…
…se nonno avesse avuto cinque palle sarebbe stato un flipper e con cento lire avresti giocato mezz’ora, Nagelina.
P.P.S. per last:
Last, sappi che sarò d’accordo con te, quando mi risponderai che cinque non servono; che se fosse semplicemente “un uomo con le palle”, sarebbe già un eccellente risultato! (…poi però non lamentarti se giochi solo cinque minuti, ok?!? :-)
Allora, dipende:
se me lo chiedi mentre la mia testa di “sotto” sale, ti rispondo che… non penso niente.
In condizioni “normali”, invece, penso: “Oh mio dio, last, davvero tu vuoi un simile ragioniere???”
Va bene, se ne sei proprio sicura ti presento mio fratello Malva Pakistana. Lui riesce a calcolarti l’ICI e a farti il conteggio in partita doppia dell’ammortamento scalare del mutuo di casa (che non so che minchia è, ma rende bene l’idea) il tutto, mentre ti tromba. Solo, poi, non ti lamentare se cala un pelino il coinvolgimento :-)
Ma se invece ho interpretato male la domanda e tu volevi dire: “Voglio un uomo che pensi col cervello e non col pisello” , be’, in questo caso…
dico a mio fratello che non se ne fa niente :-(
Passando dal faceto al serio, Last, ti svelo un segreto:
noi maschietti nasciamo “bene”. Da “piccoli” siamo affettuosi, romantici, passionali… e anche un po’ intelligenti. Il fatto è che voi femminucce, invece, siete già inquiete a 16 anni e non ci curate. Non ci insegnate a capirvi perché vi aspettate non sapete neanche voi cosa e continuate a sbatterci la porta in faccia.
Poi, piccole donne e piccoli uomini crescono. E mentre le donne continuano ad aspettarsi non sanno neanche loro cosa, e forse addirittura a rimpiangere quel ragazzo di vent’anni che aveva sì, gli ormoni che gli uscivano dalle orecchie e le mani sempre nelle loro mutande, ma che era anche dolce e tenero e pensava ad un futuro insieme etc., noi maschietti siamo andati avanti e abbiamo cominciato a “capire” cosa vuole una donna da un uomo (non tutti, chiaramente). Il fatto è che a quel punto non ne abbiamo più voglia. Così tendiamo a diventare illusionisti. Sappiamo di che fumo vi nutrite e ve ne regaliamo; voi vi sciogliete e ce la date e “non è mai stato così bello come ora, perché quell’uomo mi capisce” . Il fatto è che quell’uomo capisce anche troppo e sa che ora non è più lui a dover rincorrere.
In qualche caso siamo anche tentati di ritornare ragazzini, come se nulla fosse mai successo, ma le sportellate prese sono tante e la stanchezza troppa.
A volte, però, capita che qualche uomo conservi ancora, dentro, briciole di un sogno bambino e decida di regalarne proprio a te. Se ti capita uno di quelli, Last, sappilo riconoscere, perché potrebbe essere l’ultima magia rimastagli.
Sono solo briciole, non più l’intero, l’intero si è consumato sull’asfalto di tutte le strade percorse. Solo briciole, del sogno che quell’uomo era, ma sono le ultime e la sta donando a te.
n.d.r. Tratto da “Memorie di Adriano il jamaicano”
P.S.
- Per Golden mist: Lascia perdere, Goldie, è un discorso del cazzo.
- Per Nagel: scusa, Nagelina, ma se non sono autorizzato io, a lasciarmi dietro cortine di fumo, chi lo è? Tu respira a pieni polmoni, ché è tutta salute, credimi.