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Post n°421 pubblicato il 06 Luglio 2011 da nagel_a


C'è una vena di intransigenza che intride i pensieri e il caldo esalta .
L'arroganza di una ragione che non può essere provata, perchè ogni logica in fondo possiede le sue arbitrarietà e le sue interpretazioni. Così uno stesso fatto dipende dalle differenti prospettive e i racconti sono inconciliabili, senza sintesi.
Come se mancasse un'armonia del buon senso, che avrebbe anche una sua convenienza, un risparmio di tempo e di energie oltre che di bile travasata. Eppure questo buon senso non trova spazio nè voce. Il ruolo del mediatore è ingrato, paliativo poetico e quasi eroico, come il canto di una moderna Cassandra.
Rimane una qualche snobistica e inutile consapevolezza di stare al di fuori di mischie senza causa e senza futuro.

 

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Commenti al Post:
immatur_el_kap
immatur_el_kap il 06/07/11 alle 14:01 via WEB
quando passava Cassandra i gatti neri si toccavano le scale di ferro gettandosi il sale dietro alle spalle. per fortuna se fai un passo o due in una direzione qualsiasi.. cambia la prospettiva.
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/07/11 alle 22:01 via WEB
ovvero gira la ruota :)) però povera Cassandra!
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 06/07/11 alle 16:04 via WEB
Vedi, Nagelina, il ruolo di mediatore è da sempre ingrato. In genere egli è colui che per dividere i due litiganti piglia le botte da entrambi. Io, ad evitare ciò, applico la regola di mio nonno che campò cent’anni perché si fece i cazzi suoi.
Il concetto di “logica del buon senso”, invece, mi piace, solo che detto da una donna mi suona inquietante. È che in genere il buon senso delle donne non coincide quasi mai con gli interessi degli uomini. Un po’ come quando si va a far la spesa e tutto quello che dice di comprare lei, “ci vuole”, è indispensabile alla sopravvivenza del nucleo familiare, mentre ciò che soltanto ti azzardi di pensare di comprare tu, sono cazzate nucleari.
Comunque sappi, oh vergine apollinea, oh inascoltata pizia, che le tue parole, come le suppliche di Cassandra, non cadranno nel vuoto. E come per lei Aiace, anche per te arriverà prima o poi qualcuno a liberarti dal fardello della verginità e dalla rogna delle ragnatele tra le gambe.
E finalmente, forse, allora troverai pace; e finalmente, forse, allora comincerai a scrivere in modo comprensibile… e magari qualcuno ti darà retta.
Oh novella esule Cassandra, non disperarti per i tuoi oscuri presagi di morte né per una Troia caduta, il tuo vaticinio era chiaro: tu gliel’avevi detto che il tacco dodici era un suicidio.
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/07/11 alle 22:06 via WEB
il fatto è che a volte la mediazione mi intriga: è come un esercizio di strategia, un'arte persuasiva :)) sorvolo poi sul buon senso degli uomini che solitamente coincide con il minor dispiego di energia fisica e mentale ergo al risparmio di sè (buon senso maschile=indolenza)... ehm... non è che io mi senta proprio Cassandra in attesa di Aiace nè di tutto ciò che segue! ... avrei una certa curiosità su una moderna etimologia, tu che sai tutto che mi dici? :)))
 
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 06/07/11 alle 22:12 via WEB
leggo tanta verità nelle tue parole,e per la mancanza di un sano dialogo e confronto,spesso si finisce con il trovarsi in situazioni di fraintendimenti poco piacevoli..e poi ho sempre pensato che lo stesso oggetto visto da occhi diversi assume un aspetto differente,dipende da come lo vediamo,sentiamo e percepiamo.buoanotte :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/07/11 alle 22:08 via WEB
benritrovata! mi era spiaciuto trovare il lucchetto. è strano come a volte un dialogo si trasformi nella somma di due monologhi, dove ciascuna parte non ha orecchio per le ragioni altrui e procede imperterrita sulla sua versione... mah... eppure l'ascolto preverrebbe molti guai.. a presto :))
 
   
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 11/07/11 alle 09:52 via WEB
grazie :)!si chiama egoismo,o cmq essere concentrati soltanto su se stessi ed i propri bisogni,spesso ci si dimentica che è un dialogo e non un monologo.
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
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