Creato da nagel_a il 27/12/2008

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Interiezioni

Post n°423 pubblicato il 11 Luglio 2011 da nagel_a


Quest'io che indosso. Quest'io che ho, che sono.
Temprato dai percorsi vissuti, dai graffi e dalle carezze, modellato dai pieni e dai vuoti attraversati. 
Forse frutto accidentale di una tra le infinite possibilità abitate.

E se il viaggio e la meta, non fossero che i vestiti di quell'io iniziale? E così le esperienze e le conoscenze, fossero il linguaggio di cui si serve per raccontare qualcosa dei suoi innati paesaggi interiori?
Io sarei stata io comunque, attraverso qualunque tracciato. Solo peggio o meglio vestita. Solo muta o più abile cantastorie.


"... accettava imperturbabile qualunque possibilità perchè era sempre interamente se stesso. Sia che la sua storia dovesse svolgersi parallela a uomini e nazioni, sia che dovesse cessare. Da tempo aveva rinnegato qualsiasi calcolo delle conseguenze, e pur ammettendo che i destini degli uomini sono dati una volta per tutte, pretendeva di contenere in sè tutto ciò che sarebbe mai stato nel mondo e tutto ciò che il mondo sarebbe stato per lui, e se anche la sua sorte fosse stata iscritta nella roccia primordiale, rivendicava il diritto di agire e così diceva, e avrebbe guidato il sole implacabile fino al suo oscuramento finale come se fosse stato lui a ordinare tutto questo in ere remote, prima che ci fossero sentieri in qualche luogo, prima che ci fossero uomini o soli a percorrerli."
(Cormac McCarthy, Meridiano di sangue)

 

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 11/07/11 alle 13:15 via WEB
io credo invece nell'influenza dei venti, e dell'energia. splendida immagine hai scelto. :) ti abbraccio..
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/07/11 alle 22:37 via WEB
il vento che plasma e modella e lascia un po' del suo alito... mi è sempre piaciuto il vento :)) .. riguardati!
 
d4ny3L4
d4ny3L4 il 11/07/11 alle 15:58 via WEB
... Bellissimo post.
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/07/11 alle 22:37 via WEB
... troppo indulgente.. però mi piace che tu lo sia :))
 
beth_el
beth_el il 11/07/11 alle 22:09 via WEB
Ma, secondo te, che leggendoti mi sembri un'esperta, gli angeli hanno pisello e/o patatina?
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/07/11 alle 22:38 via WEB
in effetti mi hanno da poco assegnato la laurea honoris causa in materia... ermafroditi :))
 
   
beth_el
beth_el il 12/07/11 alle 13:34 via WEB
"Mi sveglio in piena notte / incapace di rinnovare la mia passeggiata / nel vecchio giardino: / un viaggiatore stanco bloccato all'altro capo del mondo / con l'occhio rivolto verso casa /ed il cuore spezzato. / Il Padiglione della Rondine è deserto. / Dov'è la bellezza? / Le rondini, sole, vi sono rinchiuse, senza alcuno scopo. / E' soltanto un sogno / avvenuto in passato, o al presente. / Chi mai si risveglia da questo sogno? / Esiste soltanto un ciclo infinito / di gioia antica e di nuovi dolori. / Un giorno qualcun altro / alla vista della torre gialla, una notte / potrà sospirare per me. "
 
     
nagel_a
nagel_a il 13/07/11 alle 20:43 via WEB
oddio che è? totocitazione? ammetto ignoranza e attendo si sveli il mistero! ... piccoli psicologi crescono :)
 
TANCREDI_45
TANCREDI_45 il 12/07/11 alle 00:24 via WEB
Teoria affascinante, Nagel :-) Beninteso, non certo quella degli angioletti che, a mio avviso, hanno solo ed esclusivamente il pisellino.
 
 
nagel_a
nagel_a il 13/07/11 alle 20:44 via WEB
merci monsieur Tancredì :) ... e perchè mai questa discriminazione sul sesso degli angeli? :))
 
   
TANCREDI_45
TANCREDI_45 il 14/07/11 alle 13:20 via WEB
Nagelina, la tua domanda mi stupisce! E' la pluridecennale conoscenza che ho di me a darmi quella quasi-certezza. Ovvio, no? ;-))) (...ho le visioni: sarà il caldo) :-)))
 
     
nagel_a
nagel_a il 15/07/11 alle 11:35 via WEB
lo sapevo... un angioletto caduto dal cielo per troppo peso! (ridacchio)
 
     
TANCREDI_45
TANCREDI_45 il 15/07/11 alle 17:20 via WEB
Per l'appunto, porto un pesante fardello. F.to C.T.A.D.O.C. - Il Presidente arc. Tancry (acronimo che sta per Comitato per la Tutela degli Angioletti D.O.C. - "arc." lo lascio alla tua fervida immaginazione, Nagelina) :-)))
 
     
nagel_a
nagel_a il 21/07/11 alle 13:54 via WEB
chissà perchè ho la vaga intuizione che arc. stia per arcangelo... aRcipicchia! ... che onore! )))
 
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 12/07/11 alle 09:52 via WEB
ti piace il vento perchè soffia e sposta via i nuvoloni facendo uscire il sole :)ed intanto se delicato,accarezza,e le carezze fanno sempre bene ..all'anima soprattutto :).
 
 
nagel_a
nagel_a il 13/07/11 alle 20:46 via WEB
sì :) ... pensa che nelle mie velleità poetiche di adolescente devo aver scritto una poesia sul vento come amante! :))
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 12/07/11 alle 10:52 via WEB
Domandina maieutica, Nagel:
Ammesso che l’io primigenio e nudo (che tra l’altro non sempre è un bello spettacolo) sia la sostanza immutabile che, per pippa mentale, oggi tu presupponi, come faresti a dire quale e come esso sia realmente?
Un paio di risposte potrebbero essere:
a) Io mi conosco e so chi sono, come sono e cosa voglio;
b) Non ha importanza saperlo in quanto la coscienza della sua essenza non ne cambia la sostanza.
Solo che così sorge qualche problema del tipo:
Se non ha importanza saperlo, tutto il ragionamento e tutti i dubbi del post sarebbero davvero soltanto un’enorme pippa mentale. Una “sostanza” varrebbe l’altra e a me verrebbe di chiedermi: cazzo stanno a fare sei miliardi di esseri umani sulla terra? Lasciamone uno solo, ché si sta più larghi, c’è meno fila alle poste ed è meglio per tutti.
Se invece io mi conosco e so chi sono, come sono e cosa voglio, nasce spontanea un’altra domanda:
Perché quasi mai riesco ad essere me stesso e ad avere ciò che voglio? In sostanza, perché esiste il fallimento?
Sorge il dubbio che anche la soluzione “a” si impraticabile.
Resta un’ultima risposta usata, abusata e mai riuscita, ma di gran fascino:
Non so chi sono, ma mi sto cercando.
A questo punto, però, per far quadrare il cerchio e trovare quell’io immutato e immutabile si dovrebbe pensare ad un essere che, seppure ignori la sua natura, abbia già in sé il tutto. Un essere infinito e perfetto; non più espandibile: il padreterno, in sostanza. Ma la pratica insegna che padreterni non siamo. Quindi?
Quindi, tornando al ragionamento della Nagel, le “vesti” indossate nel corso della vita non sono altro che un metro di misura per ciò che siamo. Come a dire: se metto la polo, probabilmente ho un carattere sportivo; se invece metto lo smoking sono un gagà.
Valutare la sostanza di una persona sulla base delle sue scelte.
Che dire? Il tuo ragionamento potrebbe tornare, Nagel: siamo monoliti immutabili che le scelte fatte nella vita rivelano.
Solo… sintetizziamo un attimo le tre casi sopra in un esempio:
sono per strada e dei lavori in corso mi costringono a deviare. Io sarei passato di lì, ma nonposso. Poi arrivo ad un incrocio e uno mi taglia la strada. Freno di colpo, e mi becco un “Ah stronzo!!!” da quello dietro. Cazzo, per colpa di uno stronzo, mi sono beccato dello stronzo. (Non è mica è colpa mia).
Arrivo al lavoro in ritardo e il capoufficio mi fa un cazziatone (bastardo non me lo meritavo: non ho deciso mica io di chiudere la strada!).
Mi siedo alla scrivania e incazzato come sono mando affanculo tutti quelli che mi passano d’avanti, rimediando qualche altro “stronzo” (stavolta consapevolmente e a ragione).
Domanda: sono stronzo o non lo sono? Le intenzioni valgono qualcosa nel valutare chi siamo o lasciano il tempo che trovano e l’uomo è ciò che fa?
Qualsiasi sistema di misura introduce inevitabilmente un errore nel sistema che va a misurare, Nagel.
Sicuramente nasciamo con un gene, ma crescendo, la vita inevitabilmente si impasta con esso formando qualcosa di differente dall’origine, proprio come acqua e farina diventano pane.
Io spero sia questa, la sostanza dell’essere umani, Nagel, perché altrimenti non avremmo nemmeno una scusa a ciò che saremmo: padreterni fallati e falliti.
Minchia, non mi sono regolato. Chiedo scusa a tutti.
 
 
nagel_a
nagel_a il 13/07/11 alle 20:54 via WEB
e va bene ho capito! la qestione è oziosa come parlare del sesso degli angeli, ovvero pippa mentale... in realtà è stata solo una nota a margine del libro in lettura, nessuna pretesa filosofico teologica! ma veniamo a noi: se tu introduci la valutazione delle intenzioni, metti in mano il giudizio sulla nostra essenza a chi ci osserva. se tu mi guardi puoi valutarmi solo in base ai fatti pechè le intenzioni possono essere al massimo una narrazione. ma se io devo valutare me stessa posso considerare la somma di fatti e intenzioni, rapportandomi pure ad un confronto sul passato e quindi avere un punto di vista privilegiato. io infatti l'ho posta come domanda, ma sono convinta che la risposta sia sì. io sono io a prescindere: quel nucleo di me sarebbe rimasto intatto qualunque esperienza avessi attaversato, in qualunque luogo e in qualunque tempo fossi nata... per quel che riguarda te non avrei dubbi sulla risposta se ti ponessi quella fatidica domanda :)))) (lo sai che in fondo in fondo ti voglio bene vero? :)))
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 14/07/11 alle 10:34 via WEB
Vedi, Nagel, è vero che dal proprio osservatorio personale si ha un punto di vista privilegiato su se stessi, sia sui fatti che sulle intenzioni, fatto è, che per certe cose non è sufficiente poter guardare, serve anche riuscire a vedere.
Io parto dal presupposto, comunque, che ciò che si vede guardandosi, sia qualcosa in continuo mutamento, ma anche se fosse una mole monolitica e immutabile, e ammesso che si abbiano occhi buoni per vedere, tu pensi davvero di poterne cogliere l’immensa totalità?
Io dico di no e c’ho le prove! Tu?
Ogni scelta che ci identifica, anche ai nostri stessi occhi, Nagel, è frutto, a mio avviso, sì di quello zoccolo duro del carattere che tu reclamizzi nel post, ma anche di tutte le scelte compiute in precedenza e, come se non bastasse, di quelle operate da altri sei miliardi di uomini e svariati bilioni di esseri viventi e calamita naturali che popolano questo pianeta… sempre ammesso che nel frattempo il padreterno si faccia i cazzi suoi.
P.S. Ah, se tutti mi amassero come te, Nagelina...
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/07/11 alle 11:40 via WEB
sì, credo tu abbia ragione. cogliere i 360 gradi in cui si dispiega il nostro io è compito fuori portata... forse, e sarebbe già tanto, potrebbe essere una conoscenza relegabile a qualche fortunato istante, ma il mutevole divenire a cui l'io è soggetto presupporrebbe la conoscenza del futuro oltre che quella del presente e la comprensione del passato.. impegnativo anche per un dio forse... per poter dare un minimo di senso alla risposta bisognerebbe mettere quello zoccolo duro a confronto in tutte le possibili alternative percorribili.. p.s. non sono sicura che ne reggeresti l'onere!... rido!
 
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