Creato da nagel_a il 27/12/2008

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La doppia visione

Post n°461 pubblicato il 08 Novembre 2011 da nagel_a



Ci sono modi differenti di raccontare e raccontarsi. Ognuno possiede il suo e spesso non è nemmeno una scelta, ma inclinazione innata.
Chi riesce a comunicare in modo schietto e diretto persino i moti più fondi e intimi della propria anima e chi ha bisogno di trasfigurare anche il fatto quotidiano più banale.
La trasfigurazione in questo caso non è vana difesa ad una noia imperante né desiderio di evasione o di fuga dalla realtà. E’ un modo di vedere attraverso.
Nessuna pretesa in questo vedere, nessuna maggior fantasia né sensibilità, solo una propensione a trovare assonanze, legami, echi anche dove forse è nulla.
Di solito, come sempre accade tra modi differenti di interpretare, le reazioni quando avviene un incontro di visioni, sono di attrazione o di repulsione.
Ci sarà colui che affascinato dalla non piena comprensibilità del diverso, gli attribuirà poteri magici e rimarrà a bocca aperta cogliendone una preziosità dovuta all’estraneità.

Ci sarà per contraltare colui che diffidente ad un diverso che sfugge le regole entro cui si muove il suo pensiero, tenderà a ridurre a ciarlataneria quella visione che racconta una realtà di favola.

 

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Commenti al Post:
blimund.a
blimund.a il 08/11/11 alle 16:44 via WEB
"Ci sono modi differenti di raccontare e raccontarsi". verissimo. qui poi è ancora più difficile perché, comunque, questo è un posto pubblico. bisogna ridisegnare e incartare ogni più piccola verità. (magari non alludevi a questo...)
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 09:58 via WEB
è così: qui risalta in modo eclatante la via scelta. a volte mi stupisco dell'apparente facilità con cui molte persone si raccontano, a volte le invidio anche per riuscirci in modo così limpido... per me è impossibile, mi sentirei nuda...
 
   
blimund.a
blimund.a il 10/11/11 alle 14:11 via WEB
ecco. per raccontarsi serve una specie di...vicinanza.
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:39 via WEB
accade che si crei istintivamente quella vicinanza a volte... e allora il raccontarsi diventa semplice con qualunque linguaggio.. :)
 
After_The_Ordeal
After_The_Ordeal il 08/11/11 alle 17:15 via WEB
Mi sembra un post molto, molto preciso almeno per me che ho attraversato tutti e due gli stili di scrittura.
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 09:59 via WEB
devi avere una buona padronanza di te per esserci riuscito... io sono ancora lontana e probabilmente lo sarò sempre :)
 
   
After_The_Ordeal
After_The_Ordeal il 10/11/11 alle 12:34 via WEB
In realtà sono solo molti anni che sono qui ;-)
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:38 via WEB
... una sperimentazione! :)
 
Helgi
Helgi il 09/11/11 alle 06:58 via WEB
Io di solito quando leggo/commento, do ascolto alla mia parte interiore, quella governata dal cuore, mettendo da parte, almeno per un po', la razionalità. Ciao. (H)
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 09:59 via WEB
... anche quando scrivi direi :))) (e ben venga che qualche controllo razionale ceda.. )
 
archetypon
archetypon il 09/11/11 alle 09:24 via WEB
Ci sarà colui che affascinato dalla non piena comprensibilità del diverso, gli attribuirà ciò che (c')è il lui...
:)
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:01 via WEB
oh certo Arch! ... forse questo è uno dei pochi pregi, questo tipo di "visione" permette il dispiegarsi dell'immaginazione :)
 
BloodSweatAndTears
BloodSweatAndTears il 09/11/11 alle 11:22 via WEB
"Chi riesce a comunicare in modo schietto e diretto persino i moti più fondi e intimi della propria anima e chi ha bisogno di trasfigurare anche il fatto quotidiano più banale."
Hai dimenticato di citare chi fa uso di parole alla rinfusa volutamente criptiche, chi ammanta di mistero concetti banali, solo per mascherare la pochezza del proprio pensare ed immaginare. Questa si che è ciarlataneria.
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:04 via WEB
è stata una dimenticanza dovuta alla non considerazione ... chi usa le parole solo per ammantare di (presunto) fascino e mistero il nulla non gode nè della mia curiosità nè della mia stima... in genere si smaschera presto :)
 
ebenezer.le.page
ebenezer.le.page il 09/11/11 alle 13:38 via WEB
Hai minuziosamente-mirabilmente descritto. In parte, ti sei spiegata a te stessa. In parte, hai spiegato a chi in quel momento non era dentro di te.:)))
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:05 via WEB
alle volte a causa di una certa mia riservatezza, ho il dubbio di non riuscire a spiegare anche i concetti più generali... sono contenta che invece risultino chiari :)))
 
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 09/11/11 alle 13:39 via WEB
c'è chi usa la scrittura per "aiutarsi"..che non cerca applausi..nè vuole attrarre chissà chi o cosa,semplice desiderio di mettere (nero su bianco )delle voci che ogni tanto prendono coraggio e si trasformano in parole..e se c'è un riscontro ed un desiderio di condivisione ben venga..quanto all'interpretazione spesso è condizionata dai "nostri occhi",a come percepiscono delle cose nel momento in cui le leggono. (io ti leggo e ti stimo per la persona che sei e che ho imparato a conoscere,nelle parole e oltre).
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:09 via WEB
è così... in genere è un argine ad un traboccare, la scrittura, uno sfogo o un pensiero da appuntare. poi noto con piacere che si crea un circolo di ritorno con persone spesso affini in qualche modo: è "consolante" trovare altre sfumature e declinazioni... (mi piacciono quei modi di raccontarsi che lasciano margini ai "nostri occhi" di immedesimarsi o immaginare ... grazie :))
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 09/11/11 alle 18:03 via WEB
Ultimamente non ho voglia di scrivere. E’ che a volte basta così poco per farmela passare. Quando succede non ritrovo più neanche il senso di cose che io stesso ho scritto; o peggio, mi sembra insulso, inutile. Sento di aver sprecato parole e di non averne per cose più importanti. Allora mi chiedo: che cosa, è importante?
“Importante è quello che tutti riconoscono importante”, mi dico.
Così leggo quello che “tutti” scrivono e mi accorgo che hanno le stesse mie parole inconsistenti, che non volano, che non servono. Ma poi servire a che cosa? Sono davvero tanto necessarie? Forse sì. Evidentemente, sì. Solo che in certi momenti non riesco a trovargli un perché e quelle non hanno più presa. Diventano scivolose, superflue. O forse sono io ad esserlo e rimango sospeso nella densità viscosa dei silenzi, nel torpore delle assenze.
In quel letargo del logos ascolto il vocio del mosto nuovo e l’odore di legno stagionato. Li ascolto diventare terra e sentori, tannini e vecchi respiri di ciliegio avvoltolati all’aria fredda, giravoltati distrattamente sull’erba a mostrare le costole gialle.
Il silenzio dell’autunno è la voce di Dioniso. Si insinua sotto le cortecce, ingrassa la terra, sovrasta l’eterna lamentatio e nulla sa dei nostri piagnistei.
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:15 via WEB
... è che invece, non solo ultimamente, a me piace leggerti e si sente la mancanza quando pigramente ti assenti.. è che ci sono parole che hanno bisogno delle giuste cornici, come i quadri: una cornice deve quasi sfuggire eppure anche allo stesso tempo esaltare quello che espone. per certe parole la cornice migliore è il silenzio intorno, solo così se ne percepisce la preziosità... la terra ha il vantaggio di chiedere solo una mano che affondi in lei, forse non ha nemmeno orecchie la terra perchè le basta il tatto... l'autunno ha il colore e il fruscio delle foglie che cadono e il desiderio di un abbraccio morbido e caldo come un maglione di lana...
 
psico_crazia
psico_crazia il 09/11/11 alle 22:17 via WEB
Ma ci sarà qualcuno che si sofferma a leggere? °_°
 
 
nagel_a
nagel_a il 10/11/11 alle 10:15 via WEB
ahi! tasto dolente in questo paese di scrittori! :)))
 
Perturbabile
Perturbabile il 10/11/11 alle 11:25 via WEB
[secondo me] la scrittura ha lo scopo primario di vestire la propria nudità. il vestito che scegliamo (o l'unico che abbiamo) è scelto con estrema attenzione. spalline imbottite per apparire più robusti; pences che slanciano la silouette; tessuti pregiati per eleganti doppiopetti; pezze al culo per randagi on the road; ecc..
spesso, il vestito che indossiamo, è scelto in modo da attenuare i difetti ed evidenziare le virtù... è per questo che scriviamo... per dimostrare a se stessi e agli altri di non essere uomini nudi :)
ciao.
 
 
Perturbabile
Perturbabile il 10/11/11 alle 22:27 via WEB
<:) errata coccige:
...a noi stessi...
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:38 via WEB
mi piace quest'idea del vestito/scrittura... calza bene: le parole come abito del pensiero... "suona" ... poi sono convinta che rimaniamo più spesso del previsto comunque nudi, come quei vestiti che rivelano le forme che dovrebbero celare.. :) ciao!
 
Sylvia.P
Sylvia.P il 10/11/11 alle 11:28 via WEB
Ognuno ha il suo stile, che poi evolve. Non piace a tutti, basta che piaccia a noi e a qualche migliaio di lettori... ehehe.. buona giornata e un salutone, S.
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:40 via WEB
oh yes! qualche migliaio non sarebbe male... ci si potrebbe pensare di cambiare lavoro!.... rido... (un abbraccione! :))
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 10/11/11 alle 11:53 via WEB
Io sono per la scrittura chiara, sempre e comunque. Ma non è questione che si possa risolvere in due parole.
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:42 via WEB
... eppure mi sembrava ti piacesse il mio modo di scrivere... scherzo! :)) .. (certo la chiarezza difficilmente genera equivoci: solo che a me piacciono gli echi e ciò che non si esaurisce ma lascia intuire... ma questo lo sai :))
 
   
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 11/11/11 alle 11:37 via WEB
Ecco, l'avevo detto che era una questione spinosa. Lo so che ti piacciono gli echi, e che è da quegli echi che si genera un mondo misterioso e nuovo, ma io credo sia anche una questione di attitudine. E' giusto assecondarsi. Io, credo, vado in un'altra direzione. Poi torno sempre qui, provo a decifrarti e mi spacco la testa.
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 17:30 via WEB
sì :) .. ogni forzatura renderebbe una nota stonata e avrebbe un sapore agro. la tua direzione è un bel leggere (anche se qualche volta ti addentri pure tu in territori più "ombrosi" con risultati che mi piacciono molto) e preferisco di gran lunga "quel" leggere chiaro che non quello criptico solo per gioco: ogni pantomima mi disturba, dalle recite che si vedono qui in giro tra schiave e padroni, alle millantature di chi crede di avere maschere indecifrabii... (sorrido... fai conto che io sia la tua settimana enigmistica :)))
 
     
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 12/11/11 alle 01:03 via WEB
Aiuto. Spero non ti disturbino TUTTE le pantomime.
 
     
nagel_a
nagel_a il 14/11/11 alle 14:37 via WEB
... dipende dagli attori! :)))
 
piccolapefuribonda
piccolapefuribonda il 10/11/11 alle 12:50 via WEB
l'alchimia degli incontri... un abbraccio che " sfriculia" :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:42 via WEB
e nell'alchimia c'è sempre una componente magica... se non altro la fede dell'alchimista! (baci a pizzo!:))
 
Ivy_Barnum
Ivy_Barnum il 10/11/11 alle 13:11 via WEB
Esporsi è sempre un rischio. C'è da dire però, che ci sono persone che amano mettere in evidenza tutto il loro peggio, anziché il contrario o, perlomeno il 'normale' che c'è in tutti quanti noi. Io ho sempre pensato che scrivere al pubblico e in pubblico fosse come ricevere gli amici in casa, quelli per i quali si apparecchia la tavola bella anche per un semplice piatto di pasta, e c'è stato un tempo in cui lo facevo. Poi ho capito che il posto fa la gente e che non tutti, invece, apprezzano questo modo di fare, di essere, di ospitare. E allora non lo faccio più, o per meglio dire, adesso scelgo il posto dove so di poterlo fare senza rischi, dove non ci sono persone capaci di trasformare in un'arma che offende quello che penso e metto a disposizione degli altri.
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 08:45 via WEB
la tua prima frase è stata una bandiera per un periodo molto lungo della mia vita. nel dubbio del rischio e dei suoi effetti, evitavo l'esposizione... ora quel rischio l'ho assorbito e mi affido all'istinto nel scegliere per chi apparecchiare quel tavolo con fiori e cristalli anche solo per un panino... (grazie)
 
   
Ivy_Barnum
Ivy_Barnum il 11/11/11 alle 09:27 via WEB
Di nulla. Bisogna averle fatte certe esperienze, per capire..:-)
 
beth_el
beth_el il 11/11/11 alle 14:17 via WEB
Mi sembra evidente che per motivi e/o problemi tuoi, preferisci non dire chiaramente che pensi che vivi. Libera di farlo, come, per i lettori, di cimentarsi nei tuoi enigmi traendone chi ispirazione chi vertigini. Si potrebbe assimilare il tuo scrivere, per elisioni, alla pittura astratta, dove non vi è un racconto o una storia, ma "impressioni" o astrazioni se preferisci. E qui ognuno si lascia impressionare secondo propria inclinazione, oppure cambia pagina. :) Senza mettere di mezzo inconscio, Freud, ed allegra brigata, sintetizzerò dicendo che usi, sapendolo o meno, il "flusso di coscienza", tecnica usata in modo esemplare da Joyce (proprio da incontro con Freud). Non so se tu abbia letto l'Ulisse, ma se non l'hai fatto dovresti, tanto per avere un'idea del risultato che ottieni sui tuoi lettori, o almeno su di me quelle volte che passo di qua. Anzi, per punizione, dovresti leggere Finnegans Wake, sempre di Joyce :)) (Ad esempio, il tuo ultimo post potrebbe essere nato da gargarismi mattutini, da qualche pornofilm, da problemi otorinolaringoiatrici, da sogni molesti. Il rebus continua nella foto che hai scelto, e nella bellssima aria di Bach cantata da un contraltista, con uso appunto improprio della sua gola. Per quel che mi riguarda, la lettura complessiva è "solitudine" "impotenza". Se avessi ragione, augurandomi di sbagliare, non potrei umanamente esserti vicino, per quella stessa barriera che hai eretto, ed è un peccato se vuoi, perchè è proprio nella solitudine e nell'impotenza dei cicli del destino che la condivisione dà conforto. Ovvio che condividi con chi ti pare, che magari avrà ulteriori elementi di lettura, ma allora non capisco il senso "pubblico" della tua, in ogni caso, comunicazione.)
 
 
nagel_a
nagel_a il 11/11/11 alle 17:48 via WEB
Ora penso che farò fatica a spiegare: non preferisco "non dire chiaramente", io dico nel mio modo. Non sono fatta per "esibirmi" linearmente, non per vezzo ma per limite. Non ne sono capace, sarei forzata. C'è chi riesce a raccontare dei fatti propri con tranquillità, io no... pudore, riservatezza, gelosia di me stessa e di quel che mi riguarda... chiamalo come vuoi, non potrei mai andare al grande fratello, tanto meno lo faccio qui. L'ultimo post ha un suo perchè, che non mi preme spiegare: ognuno può leggerci ciò che vuole, può prenderlo per una pagina di "scrittura" marinara oppure come metafora d'altro: non mi importa. Anzi ben venga che chiunque abbia voglia e pazienza di leggere, ci trovi altro da ciò che io ho inteso... mi fa piacere aver offerto un'immagine e mi fa piacere anche fare da settimana enigmistica (vedi Je)... non ho mai pensato al mio modo come a un'impotenza: non mi interessa essere "democraticamente" compresa... non sono fabio volo (ok questo mio è un pregiudizio... ho provocato :)) ... la mia comunicazione può darsi sia autoreferenziale: chi ha voglia di vedersi la mostra astratta si sofferma, chi preferisce l'arte figurativa passa oltre. Il bello di questi luoghi è che ognuno può seguire le proprie inclinazioni e assecondare le proprie affinità :)
 
   
beth_el
beth_el il 13/11/11 alle 18:38 via WEB
Con -la lettura complessiva è "solitudine" "impotenza"-, mi riferivo solamente al post Scandaglio, non al totale della tua scrittura. Come se quel post avesse queste caratteristiche rispetto ad un destino. Come si vede, pur parlando chiaramente, facile è il fraintendimento. Come facile è considerare che sempre fatti, letture, mondo, persone, sono negli occhi di chi guarda, indipendentemente da una (possibile) "realtà". :))
 
     
nagel_a
nagel_a il 14/11/11 alle 14:39 via WEB
Allora non sono per nulla criptica: hai capito benissimo quello che mi agitava quando ho scritto il post... mi capita spesso di tradurre pensieri o sensazioni in immagini: se chi legge ne coglie il segno è più che abbastanza per me... non è necessario si sappia quale evento "reale" lo abbia suscitato.. :)
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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