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ALLA GUERRA DELLA LIBERTA

Post n°247 pubblicato il 20 Aprile 2010 da vbcinghio

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

GIORGIO GABER

La piu grande rivoluzione che possiamo fare,rimanere liberi....

Saluti Frankie

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Commenti al Post:
cerchioquadrato2008
cerchioquadrato2008 il 20/04/10 alle 23:49 via WEB
E' verissimo, questa canzone esprime profonde verità... La Libertà è partecipazione, è lotta, è poter esprimere la propria opinione, è continuare anche a sognare. Un saluto dai ragazzi del CerchioQuadrato.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/04/10 alle 11:18 via WEB
LIBERTA' E' ANCHE NON VEDERSI DIFFAMATO E CALUNNIATO DA CHI NON HA IL CORAGGIO DI DIRE QUELLO CHE PENSA METTENDOCI LA FACCIA E PRENDENDOSI LA RESPONSABILITA' DELLE PROPRIE AZIONI E DEI PROPRI PENSIERI... ANCHE QUESTA E' LIBERTA' MARIA ANGELA PRESTA DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 20/04/2010: Troppi Insulti e Macchinazioni il Declino dell' Anonimato Online Una vignetta apparsa sul New Yorker nel 1993 attribuiva a un bastardino intento a chattare la seguente battuta: «Su Internet nessuno sa che sono un cane». Quella freddura incarna uno dei principi più radicati nella cultura della Rete: la possibilità di conservare l' anonimato è uno dei fattori fondamentali per cui Internet funziona sia come «luogo» di confronto paritario (se nessuno sa chi sei, le tue idee vengono giudicate in relazione al loro valore intrinseco, non allo status sociale di chi le esprime), sia come canale che permette di esprimere liberamente le proprie opinioni senza rischiare di essere licenziati, emarginati o - se cittadini di un Paese autoritario - incarcerati. Da qualche anno, tuttavia, il consenso unanime di cui godeva l' ideologia dell' anonimato sembra vacillare. Nessuno - perlomeno in Occidente - mette in discussione il fatto che le persone debbano mantenere il diritto di dire quel che pensano senza subire rappresaglie e che, in determinate circostanze, tale diritto si può esercitare solo se protetti dall' anonimato; ma crescono le voci che si alzano a denunciare come l' anonimato in Rete venga spesso utilizzato come arma per denigrare, insultare o diffamare nemici personali, concorrenti e avversari politici. In America molti giornali online hanno deciso di concedere solo ai lettori registrati la facoltà di postare commenti, mentre altri hanno istituito sistemi di ranking che danno più spazio ai commenti dei lettori «autorevoli» (classificati come tali in base ai voti degli altri lettori). A imboccare questa strada non sono solo le grandi testate, come il Washington Post e il New York Times, ma anche webzine vicine al mondo dei blogger come The Huffington Post, mentre un quotidiano di Cleveland, The Plain Dealer, ha provocato uno scandalo rivelando che gli attacchi anonimi a un noto avvocato provenivano da un giudice (identificato tramite indirizzo email) che si era scontrato con lui in vari processi. Il giudice ha denunciato il giornale per violazione della privacy, ma la direttrice ha replicato in un' intervista: «Una volta scoperto chi si nascondeva dietro quegli attacchi, potevamo nasconderlo ai lettori?». Difficile darle torto. Formenti Carlo Pagina 10 (20 aprile 2010) - Corriere della Sera
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/04/10 alle 19:36 via WEB
Facendo un giro per Spezzano con un amico, questi ad un certo punto si è fermato chiedendomi" " E quello cos'è?", indicandomi una specie di simbolo fallico che si erge in via fera. Gli ho spiegato che era un bellissimo ed antico pino silvestre mutilato barbaramente dalle motoseghe comunali in base alle richieste di un vicino che si lamentava che le radici gli avevano compromesso un muretto. L'amico allora mi ha fatto presente che tagliare un pino è un reato, inoltre si sarebbe dovuta presentare una documentazione che mettesse in chiaro eventuali danni provocati. Insmma ora quel simbolo è un vergogna per il nostro paese che si presenta come un paese barbaro, incivile e non sensibile alle problematiche ambientali. Ora, secondo me, sarebbe tagliarlo del tutto e piantare qualcun altro in un posto più sicuro e sopratutto lontanto dalla stupidità umana, la più pericolosa!!!!
 
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