Creato da stefania.landolfi il 16/12/2008

Le nuove tecnologie

Il Blog di Stefania Landolfi

 

 

peer-to-peer

Post n°5 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da stefania.landolfi

Le nuove tecnologie stanno modificando in modo profondo e imprevedibile l'attività dello scrivere, e di conseguenza la sua natura sociale. Nuovi strumenti di scrittura, nuove possibilità comunicative, nuovi canali di diffusione dei contenuti, nuove forme di socialità: l'effetto combinato di queste innovazioni è stato fortissimo e ci ha trovati tutti impreparati.

È nata una nuova testualità: le competenze richieste all'autore sono mutate, così come sono mutati il ruolo del lettore, chiamato a interagire col testo fino a diventarne coautore, e il valore delle parole, accostate a immagini e suoni o rese esse stesse immagine e suono, in un inedito contesto multimediale.

Generalmente per peer-to-peer (o P2P), cioè rete paritaria, si intende una rete di computer o qualsiasi rete informatica che non possiede nodi gerarchizzati come client o server fissi (clienti e serventi), ma un numero di nodi equivalenti (pari, in inglese peer appunto) che fungono sia da cliente che da servente verso altri nodi della rete.

Questo modello di rete è l'antitesi dell'architettura client-server. Mediante questa configurazione qualsiasi nodo è in grado di avviare o completare una transazione. I nodi equivalenti possono differire nella configurazione locale, nella velocità di elaborazione, nella ampiezza di banda e nella quantità di dati memorizzati. L'esempio classico di P2P è la rete per la condivisione di file (File sharing).

In Microsoft si tende a definire con il termine peer-to-peer una rete di un piccolo gruppo di persone (non più di 10 persone), dove la protezione non costituisce un problema, modalità normalmente conosciuta con il termine gruppo di lavoro, in antitesi alle reti cliente-servente in cui è presente un dominio centralizzatoBitTorrent è un sistema di tipo client/server che rientra nella categoria dei peer 2 peer. Questi sistemi hanno avuto in questi anni un’evoluzione continua, ma nonostante ciò, è diventato una valida alternativa ad altri strumenti come e-mule o altro.

Il suo successo è dovuto alla sua struttura decentralizzata che consente agli utenti di non dover dipendere da un’unica fonte, che può non essere in grado di soddisfare tutte le richieste, e la grande disponibilità di file che aumenta con gli utenti che decidono di utilizzare questo sistema.
BitTorrent è un sistema a metà strada tra il file sharing e un normale server web. Il meccanismo è quello di scaricare un file (un file con estensione .torrent) contenente un riferimento all’host (chiamato comunemente tracker) che tiene “traccia” di chi scarica il file che si vuole condividere, mettendo in relazione i vari host.

Come funziona il download:
Il file condiviso viene tagliato in tanti piccoli pezzi (chiamati chunk) secondo un algortimo specifico.
Ciò offre dei vantaggi: si può scaricare contemporaneamente uno stesso file da più fonti (come si fa con i vari download accelerator per intenderci) e allo stesso tempo, non appena scaricato il “chunk”, esso viene messo a disposizione dei peer che stanno scaricando quel file ma ancora non hanno quel “chunk” a disposizione; tutto ciò, senza dover quindi aspettare di avere il file completo.
La dimensione ridotta dei chunk, sommata al fatto che il tracker sa chi sta scaricando un file rende questo protocollo uno strumento ottimo per scaricare file in modo velocissimo, senza aspettare giorni per completare lo scaricamento.

 
 
 

Aumenta l'uso del peer-to-peer 

Post n°4 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da stefania.landolfi

Si consolidano con nuovi numeri le stime delle scorse settimane che vedevano per la prima volta dopo mesi in ripresa il fenomeno del file sharing, la condivisione di file sulle piattaforme del peer-to-peer. La società di sicurezza Blue Coat Systems sostiene infatti che nelle imprese americane i dipendenti continuano ad essere irrimediabilmente attratti dalla condivisione, che spesso sfrutta linee veloci.

Stando allo studio condotto dagli esperti della società, che mira a verificare i problemi di sicurezza legati a questo genere di attività nelle aziende medio-grandi negli Stati Uniti, il 42 per cento degli intervistati ha ammesso di utilizzare spesso e volentieri applicazioni come Kazaa, Morpheus o Gnutella. Di questi, il 38,6 per cento ha dichiarato di farlo direttamente dal posto di lavoro.

In ufficio e a casa il 70 per cento dei dipendenti delle imprese statunitensi passano generalmente 16 minuti al giorno in queste attività e qualcuno, circa il 16 per cento, ci passa sopra più di un'ora tutti i giorni.

Ma quel che più è destinato a infastidire l'industria discografica è il fatto che il 60 per cento di coloro che utilizzano il peer-to-peer non si preoccupa del fatto che la RIAA possa intraprendere azioni legali contro la propria azienda. E questo nonostante l'ampia campagna di sensibilizzazione mirata dai discografici proprio sulle imprese. Una campagna che ha preceduto le denunce contro gli utenti domestici del peer-to-peer.

"L'ambiente delle imprese - spiegano gli esperti di Blue Coat - appare come un'area di impunità per l'uso illegale del peer-to-peer. I dipendenti non si preoccupano abbastanza del rischio-denuncia per le loro imprese da parte di RIAA o MPAA (l'associazione degli studios cinematografici, ndr.). Oltre ai rischi legali, il download P2P può arrivare a succhiare anche il 30 per cento delle risorse di banda e dello storage dell'impresa oltreché attivare spyware sulle postazioni di lavoro. È tempo che le imprese fermino i loro impiegati e impediscano loro di mettere a rischio le attività".

I risultati dello studio sono arrivati mentre il presidente RIAA Cary Sherman parlava a Londra, dichiarando che oggi come oggi "si consuma più musica di quanto si sia mai fatto nella storia, ma è molto meno quella che viene pagata". Sherman ha spiegato che RIAA continuerà a spingere su campagne di sensibilizzazione contro l'uso illegale del peer-to-peer e ha definito "devastanti" per il settore le conseguenze della pirateria dentro e fuori dalla rete.

Va detto che a gennaio gli esperti di NDP Group avevano avvertito che vi erano segnali di una rinnovata crescita dell'uso del P2P. Una rilevazione che, associata ai dati di Blue Coat, potrebbe dunque confermare una inversione di tendenza in atto dopo la compressione graduale nell'uso delle piattaforme di scambio seguita al lancio della grande offensiva legale della RIAA contro gli utenti del P2P.

Di interesse, infine, segnalare anche una indagine italiana sull'uso del peer-to-peer e della musica illegale da parte dei giovani del nostro paese. Una ricerca condotta su 1.300 11-18enni di Rimini per conto di Corriere Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini da parte di Trademark Italia. Lo studio ha evidenziato che il 45,7 per cento di loro fa uso di musica pirata. Di questa porzione di giovani fan della musica, il 66 per cento ha dichiarato di acquistare CD illegalmente masterizzati disponibili sul mercato nero e ben il 21,2 per cento di scaricare musica da internet anche attraverso il P2P.

Con gran scorno della RIAA, secondo cui, nonostante le denunce, l'attività dei pirati online è devastante, pare proprio che il numero di utilizzatori delle piattaforme di scambio non faccia che aumentare.

 
 
 

In Italia (2)

Post n°3 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da stefania.landolfi

12/12/08 - Da ieri sono in vigore le direttive che proiettano l'Accessibilità nelle tecnologie del Web 2.0, della collaborazione e dello sviluppo avanzato. Spiega IWA a PI: non ci sono più scuse, è tempo di una rete davvero accessibile

14/12/08 - Celebrato dagli utenti, il dizionario della lingua italiana su Internet è ora sostituito da un dizionario dei sinonimi e contrari

12/12/08 - Partecipazione, dialogo online, sapere condiviso. Treccani esce dalla carta e vara un portale collaborativo. La punta di un iceberg fatto di digitalizzazione e di nuovi modelli di business. Punto Informatico ne parla con l'AD, Franco Tatò

12/12/08 - La provincia autonoma sperimenta il computer all'interno del seggio. Per migliorare l'efficienza dello spoglio, e garantire ai cittadini la correttezza delle operazioni. Tra tecnologia e scienze sociali

11/12/08 - Montepremi per squadre e gametripper che arrivano da mezza Europa e che nella capitale si sono sfidati. La cronaca, i problemi, il freddo, le polemiche e il video con le interviste di Punto Informatico a chi ha potuto giocare

11/12/08 - Dada firma con Universal e ora ha tutte le quattro sorelle in catalogo. Senza protezioni, sembrerebbe. E come l'azienda di Firenze fanno anche altri store, soprattutto all'estero. iTunes come si muoverà?

03/12/08 - Al Nokia World tenutosi a Barcellona, l'azienda leader nel mercato degli smartphone ha svelato idee, novità e N97, concentrato di tecnologia in salsa touchscreen

04/12/08 - E vuole che lo faccia il G8, in modo che poi tutti i paesi seguano l'esempio delle maggiori economie. Parla di una regolamentazione globale e boccia le iniziative delle Nazioni Unite. Qualcuno si allarma, ma prevale un senso di attesa

10/12/08 - di Alessandro Bottoni - Una piccola piece teatrale, una ipotetica stazione di polizia e una ipotetica nuova legge sugli IP unici assegnati ciascuno ad ogni cittadino italiano. Il ritorno di Joe Lametta

05/12/08 - Il direttore generale di RAI ha messo in chiaro che l'adeguamento all'inflazione non basti. Ci vuole qualcosa di più. 10 euro di più? Sullo sfondo, la possibilità di legarlo alle bollette dell'energia elettrica. Contro l'evasione

12/12/08 - Per molti è la moda del momento, per altri è un sofisticato robot in grado di svolgere numerose funzioni. Aiko è semplicemente un costoso automa che per continuare a vivere non disdegna di vendere il suo lato sexy

09/12/08 - La copertina di un album ha allertato l'organizzazione britannica che redige la blacklist contro il pedoporno. La pagina dedicata in UK è inaccessibile ai più. Il meccanismo di protezione dell'enciclopedia libera si inceppa - UPDATE

09/12/08 - di Massimo Mantellini - Quanti hanno letto il contratto di servizio? Quanti sanno di chi sono i materiali che loro pubblicano online? E di quali garanzie possono godere? E il phishing?

04/12/08 - L'applicazione per i fan è pronta, per accedere alla mailbox senza bisogno di browser. Ma solo per chi dispone di sistemi Windows

03/12/08 - I dati parlano chiaro: l'Italia sta cedendo il passo nella UE, il digital divide si allarga e il motivo è una profonda arretratezza culturale. La diffusione della rete nelle famiglie, caso unico in Europa, è scesa

12/12/08 - di Giuseppe Cubasia - L'IT è come il sangue, non si sa com'è fatto, cosa trasporta, chi lo produce, dove va. Abbiamo solo una vaga idea di a cosa serva, eppure è indispensabile alla vita di qualsiasi impresa. Quando se ne renderanno conto?

05/12/08 - Le ultime rilevazioni confermano un trend. Le finestre di Redmond ormai sono sotto il 90 per cento. Presto per cantare vittoria a Cupertino, ma la strada intrapresa sembra quella giusta

09/12/08 - Dell ha di recente triplicato il costo che i propri utenti devono sobbarcarsi nel caso decidano di effettuare il downgrade a Windows XP del PC appena acquistato. Un segnale dell'ormai inesorabile trapasso di XP?

04/12/08 - E vuole che lo faccia il G8, in modo che poi tutti i paesi seguano l'esempio delle maggiori economie. Parla di una regolamentazione globale e boccia le iniziative delle Nazioni Unite. Qualcuno si allarma, ma prevale un senso di attesa

15/12/08 - Il gigante americano ha introdotto, per ora solo in USA, un sistema desktop Linux-based indirizzato alle aziende e al mondo scolastico ed accademico. Lanciata anche una versione virtualizzata di Firefox

05/12/08 - Il direttore generale di RAI ha messo in chiaro che l'adeguamento all'inflazione non basti. Ci vuole qualcosa di più. 10 euro di più? Sullo sfondo, la possibilità di legarlo alle bollette dell'energia elettrica. Contro l'evasione

10/12/08 - Su BitTorrent sta circolando, condita da numerosi fake, la copia di una recente build di Windows 7. Il torrent è già stato preso d'assalto da schiere di curiosi 03/12/08 - Chiacchiere in rete su un comunicato di Cupertino. È arrivata l'ora degli anti-malware per Mac? Forse non ancora. Di certo, sembra scoccata l'ora della DisplayPort

04/12/08 - Una guida responsabile ai regali di Natale, con l'indicazione di tutti i videogame da evitare. A stilarla, un fondo di investimento cristiano conservatore statunitense

09/12/08 - La copertina di un album ha allertato l'organizzazione britannica che redige la blacklist contro il pedoporno. La pagina dedicata in UK è inaccessibile ai più. Il meccanismo di protezione dell'enciclopedia libera si inceppa - UPDATE

11/12/08 - L'ultima major release di OpenSolaris introduce diverse novità pensate per migliorare l'uso di questo sistema operativo sui PC desktop e sui notebook. Toshiba sarà la prima a pre-installarlo sui laptop

 
 
 

In Italia ...

Post n°2 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da stefania.landolfi

15/12/08 - di Massimo Mantellini - Un banale numero verde sul proprio sito, o anche un indirizzo Skype, ma anche rispondere ad una mail in tempi non biblici, non ci vuole poi tanto

12/12/08 - di Marco Calamari - Forse abbiamo davvero bisogno di eroi, di un Joe Lametta che riemerga dai bit nebbiosi di un passato recente e remoto allo stesso tempo

12/12/08 - di Giuseppe Cubasia - L'IT è come il sangue, non si sa com'è fatto, cosa trasporta, chi lo produce, dove va. Abbiamo solo una vaga idea di a cosa serva, eppure è indispensabile alla vita di qualsiasi impresa. Quando se ne renderanno conto?

12/12/08 - di Gabriele Niola - La creatività del crossover tra media e tecnologie consente di produrre a costi ridottissimi nuove creatività e nuove serie. Tra machinima, colpi di genio e la peggior specie di videogamer

 
 
 

La libera circolazione

Post n°1 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da stefania.landolfi

Web - Siamo lontani, lontanissimi, da una retromarcia delle multinazionali della musica rispetto alla "libera circolazione" di materiali musicali in rete, come avviene attraverso i sistemi di scambio-file peer-to-peer (P2P) tutti i giorni. Ma per la prima volta nei giorni scorsi la RIAA, l'associazione dei produttori americani, ha tirato fuori nuovi argomenti parlando proprio del P2P.

Hilary Rosen, ormai notissima chairman della potente associazione dei discografici, stratega della fine di Napster e autrice della conversione industriale di mp3.com, è intervenuta davanti ad un pubblico di sviluppatori e programmatori alla conferenza sul P2P della O'Reilly per dire: "Il problema non è se il peer-to-peer o qualsiasi altra tecnologia sia buona o cattiva. Il problema è come la gente la usa, se la usa nel rispetto per quello che producono gli artisti allo stesso modo di come noi in questo settore rispettiamo quello che creano gli sviluppatori software di questa audience o le imprese del settore".

Rosen, che in passato aveva parlato del peer-to-peer come un pericolo per le attività industriali, sembra ora dirigersi in una nuova direzione. Pensando al futuro della musica online, Rosen ha parlato del difficile processo per portare in rete la legalità della musica e ha messo in evidenza le difficoltà nel creare un modello di business che possa funzionare: "Ma molti progressi sono stati fatti e molti altri se ne faranno.

Secondo Rosen il problema dell'uso non legale del peer-to-peer è un problema che tocca l'intera comunità degli utenti e degli sviluppatori ma se si risolve, la "porta è aperta" per un mercato aperto nel quale tutti possano competere nel rispetto del valore dei contenuti.

Nel momento in cui i sistemi di file-sharing alternativi a Napster, perlopiù quelli basati sulle tecnologie FastTrack, arrivano a consentire ai propri utenti di scambiare un numero di file musicali superiore a quanto Napster abbia mai consentito di fare, la nuova strategia del direttore della RIAA è risaltata in modo molto chiaro, nel tentativo di spingere gli sviluppatori del peer-to-peer ad avvicinarsi all'industria della musica. Nell'ottica dello sviluppo di questo "mercato aperto" Rosen si è chiesta. "Il peer-to-peer sarà parte di questo processo? Vi unirete a noi in un mercato legittimo? Proteggerete l'incentivo a creare? Fornirete alle creazioni degli artisti lo stesso rispetto che merita il vostro lavoro?".

Le significative aperture della RIAA e l'invito agli sviluppatori di "cambiare rotta" arrivano a pochi giorni da un importante annuncio di EMI, una delle grandi case della musica, che sembrerebbe segnalare una effettiva evoluzione della visione del P2P da parte dell'industria.

Hilary Rosen inventa una nuova rotta e si appella agli sviluppatori del P2P proprio mentre EMI pensa a Gnutella e affini. Segnali che, forse, qualcosa si sta muovendo nelle strategie delle majors. Il Pentagono, intanto...

Sul nuovo Comma 1 bis si è detto di tutto, ma è presto per gridare al miracolo come alcuni stanno facendo in questo giorni.

Non tanto per le nuove libertà che più o meno concederebbe, piuttosto perché mancando sia la definizione di “degradazione” sia quella di “uso didattico e scientifico“, si ha per le mani quello che Gaber chiamerebbe un gabbiano ipotetico, col quale si rischia di schiantarsi contro dei comignoli in cemento armato. Il solo fatto che l’industria discografica abbia plaudito al nuovo comma è un segno sintomatico.

Secondo Andrea Monti, intervistato da Alessandro Longo su Repubblica.it, il nuovo testo permetterebbe addirittura lo scambio peer to peer di mp3 coperti da diritto d’autore, purché “degradati” e con scopo “didattico o scientifico”. Monti giustifica ciò dicendo 1. che la divulgazione didattica è un diritto costituzionale e perciò chiunque può praticarla; 2. che gli mp3 sono per loro natura degradati e perciò liberamente scambiabili. Che la didattica sia un diritto di tutti è palese, ma la legge afferma anche chiaramente che con un successivo decreto saranno stabiliti dei precisi limiti (non sul “chi la fa”, ma eventualmente sul “come” e sul “cosa è”). Non solo, la segreteria del capo dello stato interpellato sulla vicenda, non ha ravvisato problemi di costituzionalità (poi c’è sempre la Corte Costituzionale…). Anche su cosa sia la “degradazione” ci sono varie opinioni, quella di Monti è una delle tante, e comunque doverla verificare in tribunale non sarebbe troppo piacevole.

Perciò ogni annuncio dato prima d’avere una definizione precisa della situazione è velleitario, soprattutto perché rischia d’istigare a commettere illeciti che possono ancora tranquillamente essere valutati come tali: se una qualsiasi azienda ci denunciasse per violazione del diritto d’autore, ha tre gradi di giudizio per dimostrare che abbiamo torto, una vasta giurisprudenza a favore, e un nutrito numero di colossi economici alle spalle. Qualcosa di molto simile al peggiore girone di Dante.

Non solo: annunciare con clamore fatti dubbi è un sostanzialmente un errore, poiché ora tutte le corporazioni interessate saranno (anche comprensibilmente) sul chi vive, e faranno pressioni sul ministero affinché il decreto attuativo contenga una definizione eccessivamente restrittiva della legge. Perdendo anche quegli aspetti innovativi che si prospettavano. Se poi, come afferma il presidente FIMI Enzo Mazza nell’intervista a Repubblica, “la legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti”, siamo davvero a cavallo (pure in Zambia sarebbe stata imposta un’immediata smentita, e sarebbe scoppiato un caso mediatico. Ma siamo in Italia).

Altra questione: come si farà a circoscrivere la diffusione delle musiche e delle immagini degradate al solo ambito didattico e scientifico? Non esiste un’internet per scienziati. Che nel decreto attuativo si finirà per parlare di sistemi DRM, abbonamenti, o cose simili? Tutto è possibile, anche perché non sappiamo quale ministro eleggerà il prossimo governo e quali saranno i suoi orientamenti politici.

Quindi, prima di cominciare a diffondere discografie “degradate” di Vasco Rossi, Jovanotti e compagnia bella mossi da alti scopi “scientifici” è meglio rifletterci almeno un paio di volte. Vero è che la terminologia utilizzata nel comma 1 bis è molto più vicina a quella di una canzone di Tricarico che a quella di una legge dello stato italiano, e si presta alle più esotiche interpretazioni (sia estremamente aperte, sia, pure, sostanzialmente invariate). Ma il problema è proprio questo, e non va sottovalutato.

 
 
 

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