LA VOCE INTERIORE

Vibrazione

Troppo spesso la spiritualità viene confusa con la religione, come se per avere un'anima servisse una particolare cultura o conoscenza di insegnamenti provenienti chissà da dove. Il ricercatore spirituale è consapevole di dover abbandonare le dottrine e dedicarsi all'ascolto del proprio mondo interiore, l'unico mondo in grado di migliorare e di rivelarsi utile anche agli altri. Spesso si confonde lo spirito con l'anima e, peggio ancora, ci si perde nei meandri dell'ego più basso credendo che le proprie volontà siano quelle suggerite dalla mente. La nostra anima non ha radici nella mente e, viceversa, è l'anima a poter ampliare la visione della mente, se messa in condizione di farlo.

Abbandonare i propri pensieri, i propri giudizi e le convinzioni di bene e male sono il primo passo verso la conoscenza della propria luce. Può sembrare un discorso astruso a chi è molto distante da se stesso e si identifica solo con la propria mente, ma l'essenza che ci alimenta non è fatta di idee, giudizi, pregiudizi o valori culturali, bensì è vibrazione ed è nella vibrazione d'unione che possiamo immergerci per ritrovare equilibrio e chiarezza.

Atteggiamenti volti al perdono, alla comprensione a alla benevolenza nei confronti del prossimo possono sicuramente aiutare a stare in pace con la propria coscienza e a trovare gli umori giusti per contattare la nostra anima. Niente è scontato e niente ci è dovuto. Ciò che si vuole raggiungere può esser raggiunto con semplicità e facilità. Soltanto tornando ad avere una visione del mondo simile a quella dei bambini si potranno comprendere discorsi come questo, discorsi volti a scuotere l'anima e non a indottrinare o convincere qualcuno di qualcosa, perché non serve, non aiuta convincere, ciò che aiuta può avvenire solo sotto forma di “vibrazione”.

Guida spirituale

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Una guida spirituale è colui che sente in sé il bisogno di donarsi agli altri, di portare luce dove questa manca e di essere all'altezza del proprio compito. Sicuramente è difficile che qualcuno decida spontaneamente di portare luce dove questa manca, senza ricorrere al proprio ego, a quella volontà di sentirsi importante o speciale e rispettato da tutti.

Se oggi queste guide vengono a mancare è, forse, perchè gli esseri umani necessitano di qualcosa di diverso da quello che per secoli hanno riconosciuto come guida. Segnali di cambiamento arrivano costantemente nelle nostre vite, basti pensare a come la vita era diversa soltanto dieci anni fa per comprendere che oggi non è più sufficiente pregare per riuscire a ritrovare serenità, ma è necessario attivare quella marcia in più di cui ciascuno di noi è capace.

Se manca il maestro gli alunni devono andare avanti con quello che hanno, che forse non è poco e magari è anche meglio di ciò che conoscevano fino al momento della rinuncia.Le nostre vite procedono senza quell'oscurità che a volte crediamo ci sovrasti. La luce e l'amore divino continuano ad alimentare le nostre vite anche quando ci sembra che intorno a noi le cose seguano un'onda negativa.

Se c'è una negatività è proprio quella della nostra mente che giudica e condanna ciò che non riesce a comprendere. Il cambiamento che tutti possiamo fare per migliorare quell' “onda” è un cambiamento di pensiero, smettendo di sentirci in balia di qualcosa di esterno a noi, inizieremo a vivere ciò che siamo.

Ognuno di noi può portare la propria luce e diffondere il proprio calore al prossimo e farlo non richiede né un' istruzione particolare né comporta ricompense, se non quella di ritrovare il proprio equilibrio interiore, la propria “guida interiore” ed è a quest'ultima che tutti dovremmo ambire, a ritrovare la capacità di donare senza voler avere dei vantaggi in cambio, perchè “commerciare” la propria luce significa inquinare quella luce, al contrario donarsi è il sentiero più luminoso e armonioso che una vita possa intraprendere. Gli altri che ci circondano possono non comprendere, ma l'importante è attingere alla propria anima e così anche intorno a noi altre “guide” si risveglieranno da quella specie di oblio che sembra pervadere molti spiriti.

Spiritualità

Molte persone si avvicinano alla spiritualità, ma sono in realtà alla ricerca di risposte che hanno a che fare con il paranormale più che con lo spiritualismo. Spesso si confonde il mistero con il sacro e si cerca di comprendere con la mente ciò che appartiene all' “occhio superiore” dell'essere umano, quello della percezione e dell'intuito. Credere di potersi avvicinare alla propria anima solo dopo aver compreso discorsi a cui nessuno è ancora riuscito a dare spiegazioni è un errore grave che si ripercuote nella vita di chi lo compie. Non sono risposte a domande del tipo “cosa c'è dopo la morte” che renderà l'individuo un essere migliore, né la comprensione dell'esistenza sui vari piani esistenziali farà di lui un essere felice. Cercare altrove risposte che appartengono al singolo essere umano è un modo per non guardarsi e non trovarsi, poiché, ritrovando se stesso, l'essere umano ritrova la percezione dell'esistenza intesa in maniera diversa da come vuole imporla la società. Così le menti più deboli non reggono il confronto tra ciò che sono veramente e quello che la società gli suggerisce di essere e, per debolezza o passività, scelgono la strada del conformismo, un conformismo che indica la spiritualità come l'insieme dei precetti religiosi e limita il “credo” a un qualcosa di ascoltato da altri.

Uscire dal meccanismo della ricerca al di fuori di se stessi è necessario per ritrovare equilibrio e serenità. Voler convincere altri dei propri credo è invece segno di mancanza di fede in quegli stessi credo, poiché solo chi non è sicuro cerca la sicurezza negli altri.

Osservare se stessi e i propri limiti è importante per prendere coscienza di chi siamo veramente, ma spesso non conosciamo i nostri veri limiti e crediamo che siano quelle insicurezze o quelle paure che, in realtà, sono sempre il risultato di qualche macigno nascosto che non abbiamo ancora tirato a galla. Imparare a perdonare se stessi è importante per riuscire a perdonare anche gli altri. Gli altri sono importanti quanto noi stessi, questo è ciò che la nostra anima suggerisce, tutto il resto viene dall'ego che vuole trionfare e renderci vincitori di qualcosa che però non ci darà felicità.

Ogni cammino è degno di essere vissuto e ogni limite porta con sé un suggerimento importante: imparare ad amare piuttosto che combattere contro quello stesso amore che, consapevoli o non, ci tiene in vita in tutte le nostre dimensioni.

Illusioni

Colui che si definisce al di fuori di schemi e opinioni, ritenendosi arrivato all'essenza del “conoscere” spirituale, è sicuramente più illuso di quelli che credono di non comprendere il significato della parola “anima”.
Conoscere le proprie capacità è solo una delle conquiste che avvengono nel cammino verso il riavvicinamento con la propria anima, ma credere che lo scopo della ricerca interiore sia quello di ottenere vantaggi sugli altri è come volersi nutrire di un pane buono ma velenoso. Ciò che si “guadagna” strada facendo deve essere messo al servizio di tutti coloro che cercano e chiedono, di coloro con cui si viene a contatto, altrimenti non c'è movimento, non c'è evoluzione, non c'è progresso. Nell'idea di essere un individuo lo spirito perde il contatto con la propria anima. Solo sentendoci parte dell'altro troveremo il contatto con noi stessi, altrimenti saranno le illusioni e le sciocche convinzioni a dominare la nostra esistenza.

Consapevolezza e accettazione

Ogni passaggio esistenziale richiede la consapevolezza e l'accettazione di ciò che avviene dentro e fuori di noi. Comprendere non vuol dire essere consapevoli e accettare non significa essere rassegnati o passivi di fronte a ciò che avviene. La consapevolezza spirituale include la presenza totale a se stessi e l'accorgimento che la mente non è regina sovrana della nostra vita, ma è sottomessa al nostro spirito così come il nostro braccio è sottomesso alla mente. C'è in ognuno di noi un'intelligenza “superiore” a quella da noi riconosciuta, una parte di cui non abbiamo preso ancora coscienza perchè la mente, abituata a credere di essere sola e sovrana, non ci concede di vederla. E' come se le mani ci chiudessero gli occhi e non ci facessero vedere ciò che accade, in quel caso non potremmo prendercela con ciò che non vediamo, ma con l'ostacolo che noi stessi abbiamo messo davanti agli occhi. Ritrovare la propria voce interiore, il proprio cammino, non dovrebbe risultare tanto complicato, semplicemente si può vivere pensando e agendo senza illudersi che la propria esistenza sia limitata a quell'agire e a quel pensare. Basterebbe già il semplice pensiero di “accettazione” della realtà per procedere con un po' di serenità in più. Accorgersi che ciò che accade non è soltanto il frutto di quello che ci siamo organizzati consapevolmente è il primo passo verso l' “accettazione”della realtà.

Illudersi di vivere per realizzare le ambizioni della mente ci mette nella condizione di non coltivare ciò che di più importante ci è stato affidato, il contatto con la nostra anima. Perdendo quel contatto si perde la capacità di percepire l'esistenza sacra, si perde la capacità di distinguere dove siamo e dove non siamo, cosa ci appartiene e cosa non ci appartiene, perdiamo noi stessi illudendoci di essere qualcun altro.

La mente è uno strumento importante da saper adoperare, altrimenti se ne diviene succubi e infelici senza neanche comprendere l'origine della propri infelicità.

Buon anno a tutti!