Blog
Un blog creato da edu.anna il 03/12/2008

storie di un edu

ragazzi difficili

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 

 

GIOCARE NON E' UN GIOCO

Post n°9 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da edu.anna

Com ogni giorno sono quì ad aspettare che i bambini arrivino. Fra meno di 10 minuti questa tanza vuota e silenziosa si riempirà di voci, di urla, di risate ma anche di parolacce, di rabbia, spinte, calci, pugni, musica e giochi, malumori ed allegria.
Come ogni giorno dopo una dura giornata passata a scuola o a casa, in palestra o all'oratorio molti bambini vengono qui al centro a sfogare le loro ansie ed i loro stress. A liberarsi di tutto. Vengono quì a giocare, soltanto a giocare.
I grandi pensano che giocare per un bambino sia facile ma non è così (almeno per i nostri bambini "occidentali"). Un bimbo nel gioco investe tutto energia, passione, odio, amore. Gestire tutto questo non è affatto semplice. Reggere alla competizione, al confronto con gli altri peri bambini d'oggi è molto dura.
Esagero? Forse...

 
 
 

INCOMPRESO

Post n°8 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da edu.anna

Da piccola il film "L'incompreso" mi ha sempre fatto piangere un casino. Adesso che sono grande di bambini così ne conosco tanti. Direi la maggior parte!
Mattia è sicuramente uno di questi. Mattia occhi grandi, segnati. Mattia pesante, ciccione, sudato, sporco. Mattia con le scarpe smesse di qualcun'altro, due forse tre numeri più grandi del suo piede. Mattia con 6 anni di vita alle spalle, solo 6. Mattia con pochi amici.
Mattia ti fa perdere le staffe, è bravissimo in questo! Non stà alle regole, le ignora per provocarti, per dire "eih ci sono anch'io". E' l'unico modo che conosce. Non stà seduto su una sedia per più di due secondi. Mi chiedo a scuola come faccia. Cosa fanno le maestre. Di sicuro lo rimproverano. Sono convinta che molte delle persone che Mattia conosce lo facciano regolarmente, anche i suoi compagni, i suoi coetanei.
Ieri l'ho preso per le orecchie. Mi ha fatto saltare i nervi. Insomma sono un essere umano anch'io. Ma guardarlo subire mi fa male.
Stava giocando da solo. Stava distruggendo qualcosa. Usava una palla di quelle dure, pesanti che si possono prendere solo per giocare in giardino. Quando si sta dentro c'è una palla di spugna. Non è il massimo ma mette a riparo i vetri del Centro.
Mattia lo sa benissmo che non si può calciare quella palla dentro la stanza. Lo sa perchè già una volta è successo un guaio. Ma ieri aveva voglia di farlo e mentre lo faceva mi guardava con la coda dell'occhio.
"Mattia dai metti giù e vieni quà con noi". "Mattia, basta!". "Mattia, forza, avanti, dai...Mattia???"
All'ottantesimo avvertimento mi alzo e vado per fermarlo. La reazione è sempre la stessa. Quando qualcuno lo affronta in maniera aggressiva lui reagisce prima con altrettanta agressività e poi con totale apatia. Diventa passivo, non ti guarda, si chiude in un silenzio di tomba.
Io lo so che fa così ma ieri non potevo sopportarlo. "Dammi quella palla" gli dico. Lui con un calcio la lancia lontano prima che io riesca ad afferrarla - Malefico- penso.
Lo tiro su per la maglia, lo strattono. "Adesso la vai a prendere, subito" gli urlo con rabbia. Sono esasperata! Non per l'episodio in se ma probabilmente per le centomila volte prima che non ho reagito.
Mattia si lascia andare per terra. Lo trascino. Non risponde, non mi guarda. Vedo che si toca il collo senza parlare. Mi accorgo che lo stò strozzando.
Mi estraneo da me stessa. Mi vedo da fuori. Ma cosa stò facendo? Sono diventata pazza? Lascio immediatamente la presa con un magone indescrivibile. Mattia si va a rannicchiare in un angolo nascosto. Io mi siedo per prendere fiato. Altri bambini mi si avvicinano per niente toccati dalla scena. "Vuoi giocare a monopoli?" mi chiedono.
Mentre preparo le carte e i soldi ritorno in me. Guardo Mattia che dal suo angolo armeggia impegnato con qualcosa. Ogni tanto mi lancia un'occhiata.
Io nel frattempo penso a tutte le cose che vorrei dirgli. "Mi dispiace di averti urlato, strattonato. Ti ho fatto male?". Lo vorrei consolare ma è inavvicinabile.
Dopo una mezz'ora buona arriva e mi chiede se può giocare anche lui. Lo faccio entrare nel gioco e non gli dico niente, niente di niente.
Sono un'incompetente, mi sento una merda. Non riesco a dire ad un bimbo di 6 anni che mi dispiace, a parlare con lui come solo lui avrebbe bisogno! Con calma. Sono una meda.

 
 
 

DANIELE

Post n°7 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da edu.anna

L'altro giorno al Centro stavo chiaccherando con Daniele un bambino moldavo di sette anni. Avevo proposto al gruppo di fare delle mascere di carnevale con il cartoncino colorato e lui aveva accolto la cosa con molto entusiasmo. Sui lavoretti posso sempre contare sul piccolo Dani!
Insomma ce ne stavamo lì a ritagliare e colorare e lui i stava raccontando tutto eccitato della gita che aveva fatto con la sua classe al museo, delle cose che aveva visto, del panino e della coca nello zaino, ecc. ecc. ecc. Era tutto un "...lo sai che...", "...e poi...".
A dire la verità quel racconto non era proprio, proprio interessantissimo. Era piuttosto un'insieme di frasi confuse alle quali manca sempre una sorta di collegamento logico che per fretta o pigrizia o abbondanza di informazioni da dare rimane nella testa del bambino che le racconta. Tutto nella norma, insomma!
Fatto stà che mentre Daniele mi ubriacava di aneddoti io cominciavo a perdermi nei miei pensieri. Andavo indietro nel tempo, al mese di ottobre quando al Centro mi si era presentato un papà timido ed impacciato con un italiano stentato che teneva un bimbo per mano. Ricordo che quel bambino non alzava mai lo sguardo e non ti rivolgeva mai la parola. Ricordo che l'assistente sociale mi disse:
"E' arrivato in Italia da appena un mese, ha già iniziato la prima elementare ma non credo capisca bene la nostra lingua, porta pazienza e vedi se si integra un pò"
Io di pazienza ne ho portata ma a guardare Daniele adesso mi viene solo da pensare che è stato bravissimo.

 
 
 

UNA FAMIGLIA NUMEROSA

Post n°6 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da edu.anna

E' a dir poco curioso ascoltare le conversazioni tra ragazzi. Non si può dire che sia una cosa carina da fare ma a volte succede. L' orginale capacità di interpretare i fatti che i bambini hanno è ammirevole.
Mi è capitato "casualmente" di ascoltarne una. L'altro giorno stavamo facendo i soliti lavoretti di Natale. Quattro bimbe intraprendenti si sono staccate dal gruppo per andare a colorare in pace in un altro tavolo.
Cosetta (8 anni) e Carla (9 anni) sono due sorelline. Anche Annalisa e Ilaria sono due sorelle gemelle di 9 anni.
Annalisa chiede a Cosetta: "Che fate per Natale?"
Cosetta: "Io vado dai miei nonni con papà"
Annalisa: "Anch'io vado dai nonni ma Carla non viene?"
Carla: "No io resto a casa con mamma e mia sorella Alice"
Cosetta: "L'altra nostra sorella è grande e lavora anche a natale"
Ilaria: "Ma perchè tu vai dai tuoi nonni e lei no?"
Cosetta: "Perchè lei non ha i nonni!"
Ilaria: "Ma come?"
Cosetta: "Carla è mia sorella soltanto per metà. Ha un'altro papà diverso dal mio perchè mamma prima si è innamorata di suo papà e poi del mio..."
Carla: "Si ma prima ancora del papà di Alice...adesso non ama nessun papà"
Ilaria: "Ah adesso ho capito! Io e mia sorella invece, abbiamo la stessa mamma o lo stesso papà"
Annalisa: "Per forza siamo gemelle!!! Scema"
Cosetta: "Ok ora mi passate 'sto benedetto rosso? Se no non finisco più"

 
 
 

LANCIO DEL COLTELLO 2

Post n°5 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da edu.anna

Nessuna novità riguardo alla lanciatrice di coltelli nonchè mamma di Michele.
Lunedì andando al lavoro ho trovato una deviazione, mi sono persa. Attimi di panico. Oltretutto mi scappava una pipì da paura. Morale: sono arrivata in ritardo. Ad aspettarmi c'era una folla di bambini...e una mamma.
- Salve - le dico - Lei è? -
- Sono la mamma di Michele -
Ok, bene, eccola. Devo placcarla, parlarle, cercare di capire. Le chiedo di aspettarmi.
Non ce la facevo più, dovevo assolutamente andare in bagno. Corro, faccio, esco e lei non c'era più. Mi è scappata!

Che cavolo, non si fa così!

 
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

MAN_FLYfraroby1968jackpiacelokas.buberallesmgi.amatidesideriax0iannaconematteoladydark777SirenettaLauraSirStephen.61dananoc83to_revivepiratadelleroscharquai67
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963