Creato da satheen il 23/03/2006

le choix

sentiers de la pensèe..

 

 

Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 05 Agosto 2008 da satheen

GLI INNAMORATI

FEDERICO ZANDOMENEGHI 

(1866)

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 14 Luglio 2008 da satheen

IL VIOLINISTA VERDE

Marc Chagall, Il violinista verde (1923/24)
Olio su tela, 198 x 108.6 cm.
The Solomon R. Guggenheim Museum, New York, USA

 

 
 
 

Post N° 72

Post n°72 pubblicato il 27 Giugno 2008 da satheen

IL RAGGIO VERDE



Instinct, Besie


C'erano poche nuvole in cielo, che la luce del tramonto tingeva di rosa, ma l'orizzonte era limpido, una lama sotto la rossa palla di fuoco che scivolava lenta verso il basso e pareva schiacciarsi e diventare oblunga.

Questa poteva essere una sera da raggio verde, pensò, e puntò il mento tra le mani e si sforzò di non battere le palpebre mentre fissava gli occhi sul sole che andava scomparendo. Non lo si vedeva quasi mai il raggio verde: la sera doveva essere limpida e quasi fredda; dall'acqua non dovevano salire ondate di calore a creare incerti riflessi; l'orizzonte doveva essere nitido senza nemmeno una traccia di nuvole. E, naturalmente, bisognava trovarsi lì e stare all'erta e non battere le palpebre, perché il raggio verde durava solo per quella piccolissima frazione di secondo in cui l'ultima infinitesimale porzione del disco solare si abbassava sotto orizzonte. Molte volte se l'era lasciato sfuggire proprio perché aveva battuto le palpebre, e in vita sua l'aveva visto soltanto due volte - la prima volta quella sera di tanto tempo prima quando suo padre l'aveva portata qui e le aveva mostrato questo posto straordinario.

Il sole toccò l'orizzonte e Paloma quasi quasi si aspettava di sentire lo sfrigolio dell'acqua che spegneva quel fuoco, o di vedere uno sbuffo di vapore levarsi dal mare. Ma mollemente e senza alcun rumore, il sole scivolò sempre più in fretta via dal cielo.

Paloma trattenne il fiato e spalancò quanto più poté gli occhi. L'ultimo lembo di sole sparì e allora, proprio quando Paloma stava cominciando a pensare che quella sera non ci sarebbe stato il raggio verde, eccolo - una lama di luce di un verde smagliante, passata così in fretta che quasi nello stesso istante in cui veniva registrata come immagine, era già un ricordo.

Peter Benchley, 1982

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 09 Maggio 2008 da satheen

  

Dei tuoi occhi nel lago profondo

il mio povero cuore s'annega

e lo sciolgono

in quell'acqua di amore e follia

il tuo ricordo e la malinconia

Guillaume Apollinaire

 
 
 

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 08 Maggio 2008 da satheen

Orizzonti

 

.. Voglio scriverti in questo momento importante della nostra vita. Scriverti piuttosto che dirtelo negl'occhi.. Le parole, quando vengono dette si trasformano in onde sonore e non lasciano traccia. Si fanno assorbire dal mondo, dall'aria, dalle rocce e persino dal tempo e si dissolvono. Al contrario, quando diventano tangibili, segni d'inchiostro su carta, in qualche modo diventano vive e soprattutto si fanno durature.
Nel tempo, tutte le volte che ne avremo voglia, esse saranno sempre qui, su questo foglio bianco a ricordarci questo preciso momento.
Queste mie parole sono tue, sono nostre.
Ciò che mancava alla mia vita erano i confini netti, le linee di definizione, come quelle teste scompigliate senza la scriminatura dritta tirata a lucido con il gel. Il disordine ha regnato nei miei giorni accumulando conti aperti dovunque senza chiuderne mai uno, mescolando i toni acuti con i toni gravi, sfumando la linea del bianco e non definendo mai il nero, come se persino i colori perdessero la loro essenza e si adattassero l'uno all'altro sempre e comunque.
Nel disordine tutto coesiste, esiste pur non esistendo nella tua totalità ben definita.
Erano miei i discorsi equilibristi che stavano sempre sul filo, senza mai toccare il centro, senza mai toccare il confine.
Discorsi appassionati, lo sai.
Ma vili, ostinatamente vili che ondeggiavano discreti, quasi sussurrati e mai gridati perché per gridare ci vuole decisione e pur sempre ordine.
Un figlio mette ordine.Una figlia per l'esattezza..
Una figlio o una figlia ti dà la definizione di essere madre, stabilisce un ruolo, un camminamento preciso.
Un figlio è la mia morte e, paradossalmente, sento che sarà la mia vita stessa. Non avevo idea di ciò che il caos stava nascondendo dentro di me. Desideri mai espressi, neanche conosciuti. Parole immaginate la notte e mai scritte di giorno.
Tu sei la mia strada. Io che mai ho cercato strade ma solo piazzole per fermarmi un po', io che dell'amore non conoscevo l'ampiezza né la determinazione, io ora cerco te, cerco voi...
Il quasi amore mi era più facile, più adattabile, più smontabile in qualsiasi momento della mia vita.
Ho preso un po' di tempo, ero come  nella nebbia.
Ora sono qui, a cercarvi, a cercarmi.
Sono qui al centro del fuoco, sperando di bruciarvi dentro.
Non lo sussurro.
Lo grido...

 

 
 
 
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