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Insonnia

Post n°28 pubblicato il 09 Maggio 2016 da ventino1948

INSONNIA.

 

A volte capita di non riuscire a dormire. Ci si sveglia nel cuore della notte, e la mente si affolla di pensieri. Le  difficoltà della vita sono in alcuni casi insopportabili. Così, abbandonato sul letto, nel silenzio notturno, per sviare i pensieri che mi rendono il sonno impossibile, cerco di fantasticare, senza una meta prefissata, come a volte mi capita quando vado in montagna, ad un bivio, seguo una traccia piuttosto che l’altra, così, senza una ragione particolare, portato da una scelta istintiva. Ed è stato così che m’è venuto da pensare che la vita non è nient’altro che una grande montagna da salire, per raggiungere la cima della quale ognuno di noi segue il suo sentiero, uno diverso dall’altro, ognuno conosce il suo senza conoscere quello che percorrono gli altri, nemmeno di coloro che ci sono più vicini. Tutti portano invariabilmente alla stessa meta, ma seguendo percorsi completamente diversi. Ogni sentiero è in salita, invariabilmente, ed invariabilmente ogni tanto presenta un bivio. A destra il percorso giusto. Lo si capisce perché molto in alto, c’è un ometto segnavia di pietre luminosissime. Però sale per una parete scabra, a volte strapiombante, povera di appigli e di appoggi, spesso incrostata di insidioso vetrato che la rende scivolosa. A sinistra, invitante, una larga mulattiera, sale dolcemente, invitante, ma finisce rapidamente in una nebbia scura che non ci permette di vederne il percorso. La via sbagliata. Ma è facile , e, si sa già, che comunque porta avanti nella vita, verso la meta finale. Questo capita più o meno spesso nella vita di tutti noi, non c’è una regola fissa. Poi, dopo un tempo più o meno breve, anni comunque,si arriva vicino alla meta. La cima della vita. Fisicamente non si riesce ancora a vederla. Nascosta da una fascia di nubi che la nascondono agli occhi. Ma si sa che è là, dietro …  Ecco. Quando è il momento si passa, e io l’ho immaginato a mio modo questo passaggio. Ho voluto interpretarlo in modo “leggero”, perché tanto anche questo è parte della vita, anche se si chiama comunemente morte. Di là dalle nubi ecco la cima. Un po’ strana come cima, che per definizione è un cocuzzolo più o meno ampio, ma ben definito. Invece questa cima non è definita, potremmo dire che c’è ma non si vede. Quel che si vede bene è una gigantesca porta luminosa, non vi saprei dire di cosa sia fatta, ma emana una luce intensa ma morbida e piacevole. A presidiarla davanti c’è uno strano gigantesco personaggio, dall’aspetto severo ma non cattivo. Impugna una colossale spada con una lama fiammeggiante. Ha un vestito candido, vaporoso, immateriale . Sopra le spalle spuntano le cime di due ali piumate. Ecco che con un soffio si apre lentamente il grande portone, prima che io abbia potuto proferir una parola, si apre leggermente e ne escono una fila di esseri, molto simili a quello che vi ho appena descritto , ma di taglia molto più piccola. Ah, dimenticavo di dirvi che nessuno cammina, levitano, leggermente sospesi nell’aria.  Si dispongono in fila, gli ultimi spingono, senza il minimo sforzo, una colossale bilancia, di quelle coi due piatti sospesi, si, dai, come quelle che vediamo sempre rappresentate sostenute dalla Giustizia. Anche la bilancia levita nell’aria senza essere sospesa ad alcunché. Il portone si scosta un po’ di più, ed ecco uscire una alto signore calvo e col viso ornato da una candida e lunga barba bianca. Eh, ma questo lo conosco …  Ha una grossa chiave appesa alla cintura ! E’ San Pietro. Mi fa un cenno con il dito e io capisco, devo scaricare a terra lo zaino che ho in spalla. Tutti ne abbiamo uno. Non ve ne siete mai accorti? Come dite? Voi andate solo al mare e non usate lo zaino? Vi sbagliate, tutti nella vita abbiamo uno zaino, più o meno pesante, più a meno pieno. Lì dentro si raccolgono i frutti delle nostre scelte. Quali scelte? Vi ricordate la storia dei bivi della vita di cui vi ho parlato prima? Dei sentieri giusti e dei sentieri sbagliati? Ecco. I risultati di quelle scelte vanno tutti a finire nel vostro zaino , e, alla fine avranno il loro peso …  Scarico lo zaino e uno di quei candidi personaggi lo apre. Uno alla volta avanzano dalla fila, affondano le mani nello zaino e ne estraggono qualcosa. Per lo più grosse e pesanti pietre, su cui c’è scritto, in grandi lettere maiuscole: “SBAGLIATO”. Si girano e vanno a depositare le grandi pietre sul piatto sinistro della bilancia. La cosa inizia a diventare preoccupante …   Ogni tanto, però, qualcuno estrae dallo zaino una leggera piuma, sopra c’è scritto: “GIUSTO”, e la depone sul piatto destro della bilancia. Per farla breve, dopo un certo tempo il piatto di sinistra è carico di massi all’inverosimile, mentre sul piatto di destra c’è solo qualche esilissima piuma. Non ci crederete, ma nonostante tutto,  i piatti della bilancia sono ancora alla pari! Non si riesce a capire il perché, ma sembra quasi che nel tragitto tra lo zaino e la bilancia le pietre diventino leggerissime, mentre le piume pesano come pani di piombo! Certo che questa cosa mi ha messo molto in agitazione, anche perché, colpito da un refolo di vento gelido, mi si sono girato alla mia sinistra ed ho scoperto un orrendo canalone nero e ghiacciato, che sprofonda ad una distanza incalcolabile, talmente profondo da non poterne vedere il termine. Ogni tanto sale un vento gelido, che porta lontanissimi rumori. Sembrano a volte gemiti, a volte urla, ma non si riesce a capire se siano uomini, animali, o il rumore che fanno le pietre che ogni tanto si staccano dalle pareti precipitano infinitamente verso il fondo, rimbalzando da una parete all’altra, e il vento porta fino alle mie narici l’odore di pietra focaia, di zolfo, provocato dagli urti.  Per un lungo attimo mi sono distratto dal lavoro che gli angeli, li chiameremo così per comodità, stanno facendo. Un ultimo affonda le mani nello zaino, ormai quasi floscio, ed estrae l’ennesimo masso, lo posa sul piatto della bilancia che vibra un poco e poi inizia impercettibilmente a pendere dalla parte dello “SBAGLIATO”…  Guardo allarmato San Pietro, una impercettibile ruga gli solca la fronte …  Un angelo si avvicina allo zaino, affonda le mani, cerca con insistenza, anche nelle tasche laterali. Ecco! Finalmente estrae le mani e nella destra ha una piuma! E’ piccola, un po’ arruffata, ma è una piuma! La posa sul piatto destro della bilancia e, come per incanto, prima si ferma la discesa del piatto sinistro e poi, lentissimamente, il piatto destro comincia a scendere, si affianca alla stessa altezza del destro, sembra fermarsi. Ma ecco che, impercettibilmente, ricomincia a scendere. Di poco. Pochissimo. Forse un millimetro. Forse meno. Ma il piatto destro è più in basso … Guardo San Pietro. Il suo viso sembra di nuovo disteso e sereno. Un leggerissimo sorriso gli increspa le labbra. Alza il braccio destro e con l’indice mi fa segno di entrare attraverso il portone luminoso. Lancio un ultimo sguardo alla mia sinistra, nel tetro imbuto che sprofonda all’infinito … Un brivido mi corre lungo la schiena. Di là dal portone mi aspetta una sorpresa incredibile. Come faccio a spiegarvi? Non è facile raccontare ciò che si vede. Perché il Paradiso, si, perché di Paradiso stiamo parlando, è, diciamo così, su misura, ognuno ha il suo, secondo i suoi gusti. Si, insomma, è personalizzato, come si dice adesso. E io sono capitato nel Paradiso degli Alpinisti! Promosso sul campo ad Alpinista, se no che Paradiso sarebbe?  Torniamo a noi, Si, dicevo, il Paradiso è difficile da spiegare, e magari anche più difficile da credere, ma potrebbe essere diversamente? Se non fosse così che Paradiso sarebbe? Gardaland? Allora, nel Paradiso degli Alpinisti, quando entri vedi tutte le montagne del mondo. Si, proprio tutte! Sono vicine, girando la testa le vedi tutte: Ande, Montagne Rocciose, Alpi, Dolomiti, Himalaya, si insomma tutte quante! Sulle cime si vedono folle di alpinisti, proprio in cima ci sono sempre i primi salitori. Senza andar tanto distante e parlando delle cime che conosco di più, vi stupireste di quel che vedete. Perché nella schiera dei primi salitori vedreste pochi personaggi diventati famosi nella letteratura di montagna. Guardo le cime dolomitiche. Il posto più alto è occupato su quasi tutte da cacciatori cadorini, ampezzani, fassani, gardenesi, friulani, sudtirolesi. Molti sono cacciatori dell’età neolitica … Gli inglesi, tedeschi, gli austriaci famosi in terra, sono tutti in una posizione più bassa … Però si vedono anche cose belle: Balmat e Pacard i primi salitori del Bianco si tengono sotto braccio, non sono più in lotta per la questione del primo sulla cima. Carrel e Whymper chiacchierano amichevolmente sulla cima del Cervino. Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti fumano la pipa sulla cima del Campanile di Val Montanaia assieme a  von Glanvel  e  von Saar senza più astio. Sepp Innerkofler e De Luca seduti sotto la croce del Paterno guardano scorrere il fiume di turisti che va verso il  suo rifugio . E ci sono anche tutti gli alpinisti delle Piccole Dolomiti, a cominciare da Soldà,e per finire con Renato Casarotto. Ritrovo anche tanti amici coi quali ho camminato assieme …  Per chiudere vi svelo una curiosità che ha sempre tenuto in fermento il mondo alpinistico: sul punto più alto del mondo, sulla cima dell’Everest non ci sono sir Edmund Hilary e Tenzing Norgay, ma George Mallory e di fianco a lui Andrew Irvine che armeggia ancora con l’erogatore ghiacciato delle bombole d’ossigeno.

Ecco. Intanto sono le 5 e 30, le prime luci dell’alba sono già iniziate da un po’. Dalle finestre a oriente spunta sopra le creste delle colline la caratteristica sagoma della chiesa e del campanile di San Giorgio di Perlena, il cielo dietro è arrossato. Tra poco il sole rimetterà fuori la testa per un attimo, per scomparire rapidamente sopra lo strato di nuvole scure che nascondo il cielo. Inizia un’altra giornata, speriamo che sia migliore di quella di ieri e che porti le notizie tanto attese. Sui grandi cedri del Libano del nostro giardino cinguettano gli uccelli, sarà un buon presagio?

 
 
 
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