Creato da ropotone il 26/09/2007
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CAPPUCCETTO ZOZZO »

Collage

Post n°5 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da ropotone
 

Un treno attraversò il soggiorno, ma Gianni non era presente a se stesso e poteva benissimo passare dalla sua moquette un transatlantico che non l'avrebbe notato. Il treno aveva una motrice color cenere rifinita in strisce orizzontali verdi e trainava qualcosa come 23 vagoni tutti color ciliegia.
Gianni ebbe solo l'intuizione di una vibrazione costante sotto le sue scarpe nuove comprate dal suo amico calzolaio ad un prezzo di favore. Gianni era un uomo ormai perso nel suo dolore da troppi anni. Aveva perso la figlia per colpa di un banalissimo incidente. Era soffocata alla festa del suo sesto compleanno perchè la torta al cioccolato che adorava le era rimasta incastrata nell'epiglottide e nessuno era riuscito a liberarla da quella fine assurda. Sua figlia era tutto ciò che aveva e che la vita gli aveva donato. La madre di Clara era sparita dopo pocola nascita della loro figlia. Non erano sposati ma tutto sembrava andare per il meglio e anche i nove mesi di gravidanza furono tranquilli per Gianni, Clara che doveva nascere e la mamma: Annah.
Annah era una donna all'apparenza fragile ma in realtà per se stessa era molto forte. Era lei che aveva voluto quella maternità e aveva in qualche modo plagiato Gianni che d'altronde era consapevole e felice di farsi plagiare.
A Gianni i bambini erano sempre piaciuti e ricordava la sua infanzia come uno dei momenti, anzi, il momento più bello della sua vita. Gianni toccò il cielo con un dito quando seppe che Annah aspettava un bambino. Sembrava tutto perfetto ed in linea con la genesi di una famiglia di ceto medio con i classici problemi familiari. Ma non era così.
Quello di Clara era stato un capriccio per Annah, un tentativo di soddisfare un suo desiderio covato da quando la sorella aveva dato alla luce quello che lei chiamava il suo bel nipotino mostriciattolo. Annah aveva sempre avuto una specie di senso di inferiorità nei riguardi della sorella. Sorella che le aveva sempre voluto bene ma che non era ricambiata da Annah. Clara nacque ed era un ranocchietto umido e nero strillante. Cosa questa che non agevolò il compito materno di accoglienza e protezione.
Annah aveva altro da fare che cambiare pannolini e sacrificare il suo prezioso tempo per quel mostriciattolo uscito dalla sua vagina. D'altronde, pensava, con tutte le cistiti che ho avuto che poteva uscire di buono da quel buco? Se non un essere disgustoso e strillante...
Un giorno di novembre Annah se ne andò abbandonando Gianni e Clara al loro destino. Non un biglietto a giustificazione del gesto. Non una frase, nei giorni precedenti, che potesse far pensare a Gianni qualcosa. Annah era sparita e Gianni fu colto dal panico e dalla disperazione. Credeva che alla sua Annah fosse accaduto qualcosa di brutto. Avvertì la polizia della scomparsa ma per giorni non ebbe più notizie di lei. Dopo un po' Annah gli fece arrivare un telegramma. Non mi cercare più - stop - detesto quel mostriciattolo - stop - non pensare più a me - firmato Annah. Tutto qui. Ora erano solo lui e la bambina.
Furono anni difficili ma anche belli. Clara cresceva bene e colmava la sua vita di tanto affetto. Ci furono i dentini, le prime parole male articolate, i primi passettini incerti, il nido, l'asilo e poi finalmente la scuola primaria. Ma il destino fu crudele con Gianni e Clara....
Ora il treno stava passando in soggiorno e le facce dei passeggeri schiacciati ai finestrini guardavano quell'uomo sull'orlo del precipizio. Gianni poteva vedere quegli occhi inniettati di sangue e lividi di odio che con la forza mistica del pensiero lo spingevano sempre più giù, oltre il fondo. Ma Gianni non c'era più da un bel pezzo e non vedeva. E intanto il treno passava e la moquette si sfaldava.
La boccia di vino era vuota ai margini del salotto, ma non solo quella. Aveva imparato a fumare ma non si era affezionato a nessuna marca di sigarette. Fumava per farsi del male o per non sentire dolore. E beveva perchè sapeva che su quel treno c'era Clara e qualcosa di irrazionale gli diceva che solo bevendo, forse, poteva salire sul treno.
Il treno passò dal soggiorno tutte le notti di quell'inverno ma Gianni non riuscì mai a salirci sopra. Forse aveva ancora da finire qualcosa li nel soggiorno. Si ricordò di un lavorino di collage che Clara aveva iniziato a scuola nella sua ultima settimana di vita. Era un lavoro semplice. Forbici, carta e colla. Era un treno con due vagoni. I due vagoni erano fatti in modo da essere cornice per foto, 2 foto. Il titolo del lavoro era: i miei cari, sottotitolo scritto da Clara: io e mio papà.
Gianni, barcollando, andò in camera e tirò fuori l'album delle foto di Clara. Gli faceva così male guardare quelle foto che un tempo erano gioia per i suoi occhi. Sfogliava l'album e piangeva. Ora che il treno non c'era poteva sentire quanto facesse male la sua ferita. Ricordi come lame ficcate nelle viscere. Si fermò quando arrivò ad una foto della quale non aveva memoria. Clara felice e sorridente con una fetta di torta al cioccolato in mano e la bocca sporca di quella delizia. Sì, la foto da mettere nel vagone era quella. Poi scelse una sua foto senza badare ai particolari. Era in bianco e nero.
Quella notte Gianni finalmente salì su quel treno che passava dal suo soggiorno e riabbracciò Clara che però gli disse: "papà che ci fai qui tu?" "sono venuto per stare con te amore mio" "ma papà io non vivo nel treno ma in te, scendi dal treno o io non potrò vivere più" Gianni capì ma non aveva la forza e poi ora la poteva toccare, abbracciare, baciare, la sua bambina. "papà, pensa a me e poi un giorno potrai riabbracciarmi per sempre ma ora fai per me tutti quei collage che il tempo non mi ha dato modo di fare e sii sereno per me e per te perché solo così potrò ancora essere felice" Il treno stava ripartendo e intorno a lui uomini trasparenti iniziarono a tenerlo. "vai papà o sarà troppo tardi: fammi vivere ancora!" Gianni con tutta la pena del mondo disse "ti voglio bene piccina mia" la baciò e poi con un dolore accecante si liberò dalla stretta delle braccia trasparenti e si lasciò cadere fuori dal vagone. Mentre cadeva sentì Clara ormai lontana gridare "anche io ti voglio bene papà e abbi cura di te e ricordati dei collage, è importante per me e per tutti"
Il treno era passato e fuori era ancora buio. Gianni guardò la sveglia ma era ferma da troppo tempo sulle 14 e 23. Rimise l'ora quando sentii i rintocchi della campana della chiesa di don giuseppe. Erano le 3 e lui inizio per Clara e per se stesso un altro collage.


Collage - Living in the Moonlight

 
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Commenti al Post:
TefnutTheCat
TefnutTheCat il 23/10/07 alle 09:00 via WEB
Bello! Anche se bisogna dire che questo racconto non riesce ad essere straziante e commovente fino in fondo, perché qua e là spuntano inevitabilmente le ineffabili vene tragicomiche del Topo Nero...
(Rispondi)
 
ropotone
ropotone il 23/10/07 alle 14:20 via WEB
Sì hai ragione, ma spesso nei drammi della vita c'è sempre qualcosa di tragicomico. Se ti dico che nella morte della persona a me più cara per sua madre la cottura del cinghiale ebbe la precedenza su di lei e quel giorno, dove lei andò dal medico curante la sera, ci andò con mia zia nonostante che il giorno prima sua madre le avesse detto che l'avrebbe accompagnata. Vedi che è tragicomico a suo modo un cinghiale che entra di prepotenza nel dramma che sarebbe seguito di lì a poco? Datemi un cinghiale e io lo cucinerò a puntino..... cascasse il mondo!!!
(Rispondi)
marcolastri
marcolastri il 23/10/07 alle 18:28 via WEB
Carissimo G., pochi giorni fa ho scoperto a chi appartiene in realtà questo blog (che da tempo ormai leggo!!!). Non solo, ma oggi vedo che metti un video dei Collage, un gruppo progressive polacco che conosco -anche personalmente- benissimo da anni. Sei un grande: continua così. Marco PS: l'anno prossimo ritorno al Festival come autore, promesso!
(Rispondi)
 
ropotone
ropotone il 24/10/07 alle 13:33 via WEB
Guarda Marco che ora l'hai detto e ti sei incastrato per il festival :-) Devo confessarti che i collage non li conoscevo e casualmente mi sono imbattuto nei loro video e living in the moonlight mi ha stregato: è un pezzo stupendo!! P.S. anche tu sei un grande ed io ho ancora un paio di pezzi tuoi che mi desti 2 anni fà (mister testosterone e l'altro di cui non ho il titolo e che è bellissimo)
(Rispondi)
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