Coniglio mannaro
Un blog di Elena Percivaldi - Tutto il materiale è protetto da copyright« Messaggio #221 | IL MIO NUOVO LIBRO!!! » |
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Di Elena Percivaldi
Si dice sempre che alle prime teatrali non bisogna mai indossare il viola, che porta sfortuna. Ma anche l’eccessiva sobrietà, per quanto scelta semiobbligata in un momento di crisi, non sembra attirare il favore degli Dei su una stagione che parte decisamente con il piede sbagliato. Pochi fiori, poco sfarzo, in sala anche abiti “reciclati” dagli anni precedenti. E basterebbe questo, forse, a dare un’idea del clima dimesso che si respirava nella prima scaligera. Una serata terminata con soli otto minuti di applausi, e in una tempesta di fischi.
Quanto questi ultimi fossero meritati e quanto invece organizzati, è questione che sarà dibattuta a lungo. Certo, ha pesato e non poco la scelta (ancora non ufficialmente giustificata) da parte del maestro Daniele Gatti di accantonare, il giorno prima dell’esordio, Giuseppe Filianoti nel ruolo eponimo. I fan del tenore, presenti in massa nel loggione, si sono fatti sentire, cominciando nel primo atto e finendo all’ultimo. Ma c’è da dire che, in scena, una delle più possenti e magnifiche partiture verdiane veniva maltrattata ai limiti del ridicolo da alcuni interpreti totalmente fuori ruolo, svilita da una regia nel complesso soporifera e non del tutto esaltata da una direzione corretta ma non sempre (preludi a parte) emozionante.
Verdi, che lo si voglia o no, è sempre politico. E non solo quando scrive il “Nabucco” o i “Lombardi”. Lo è nella Trilogia (che si metta alla berlina la morale piccolo borghese o i vizi dei potenti, non cambia) e lo è anche nel “Don Carlo”. Dove l’aspro conflitto personale padre/figlio per motivi di cuore si trasforma progressivamente in aperta ribellione di quest’ultimo all’assolutismo del sovrano. Don Carlo si erge a paladino delle libertà dei popoli (in questo caso i Fiamminghi) oppressi. E sacrifica a questa sua missione anche l’amore. Quella che ne è stata data da Gatti è, purtroppo, una lettura piuttosto monolitica, che privilegia gli aspetti eroici, schilleriani appunto, di un lavoro invece assai più terribile e complesso, penalizzandone gli accenti umani e personali . Più tragedia “pubblica”, insomma, che “privata”. E la resa di quest’ultima viene lasciata unicamente alla qualità (molto discontinua) degli interpreti.
Due-parole-due su regia e scenografia, entrambe firmate da Stéphane Braunschweig. La messa in scena è minimal, senz’altro elegante ma senz’anima. E a volte persino ridicola, quando nell’autodafè fa involare (letteralmente) il piccolo Carlo verso il cielo da funi invisibili. Richiamo alla macchinalità barocca? Mah, secondo noi solo colpo ad effetto oleografico. Unico tocco geniale: la presenza di bambini come “doppi” dei protagonisti, a ricordare il contrasto eterno tra l’Età dell’oro e il Paradiso della fanciullezza, che si perderanno nel cinismo e nella delusione quando si cresce. Sinceramente suggestiva invece la scena finale, con Don Carlo che si addormenta sull’avello di Carlo V riparato dal suo mantello imperiale. Bellissimi e sfarzosi i costumi cinquecenteschi di Thibault van Craenenbroeck, tocco di filologia riservato ai nobili. Per il coro della plebe, ecco invece abiti della Spagna franchista, a ricordare quanto l’immortalità dei temi verdiani (qui l’oppressione dei potenti) superi le barriere del tempo.
L’americano Stuart Neill ha preso tra le polemiche il posto di Giuseppe Filianoti e la scelta purtroppo non si è rivelata vincente. Totalmente privo del physique du rôle – una montagna grande e grossa a rappresentare il malaticcio, pallido e nevrotico don Carlo - risulta molto poco credibile come amante struggente ed eroico sobillatore di popoli (soprattutto per chi ha in mente un Domingo o un Carreras). Goffo e sgraziato, l’Infante di Spagna sembra un ragazzotto esploso troppo in fretta. E alla fine risulta grottesco. Pure vocalmente non è a suo agio. Poco smalto, emissione a tratti sentorea, acuti un po’ strozzati. Decisamente, da rimandare. Non troppo meglio l’Elisabetta di Fiorenza Cedolins, regale sì ma pure troppo, al punto da risultare immobile come una stella fissa. Nell’interpretazione non emoziona, nell’esecuzione non sbaglia nulla ma si limita al compitino da 6 politico. E risulta fredda. Incapace di riscaldare i cuori, anche nei momenti di maggior pathos.
Decisamente meglio Dalibor Jenis, un Rodrigo dotato di voce limpida, che non crolla, e buone capacità attoriali. Forse un tantino esacerbato il suo “giovanile ardore”, meglio sarebbe stato riequilibrare i toni conferendo al personaggio una maggiore dignità aristocratica. Ma nel complesso ascoltabilissimo e guardabilissimo. Imponente il Filippo II di Ferruccio Furlanetto, ormai tanto abituato al ruolo che quasi ci si identifica. La sua statura è esattamente così come l’avrebbe voluta Verdi: immensa, nel bene e (soprattutto) nel male. Il suo è un imperatore tutt’altro che monolitico. Se infatti impressionano i suoi toni gravi, che lo portano a farci intravvedere l’inferno, il suo Filippo riesce per un attimo ad essere umano quando si strugge di delusione per l’amore non ricambiato della consorte e per il tradimento del figlio. Furlanetto lavora di scalpello intorno al personaggio come con una scultura a tutto tondo. Indimenticabile. Dolora Zajick è una Eboli di primissima categoria, dotata di acuti potenti e imperiosi che la rendono magnifica nell’esprimere rabbia e vedetta. Non altrettanto, invece, nelle parti leggere come i vocalizzi della “canzon saracina”, che peccano di fluidità e risultano poco ariose. Disastroso il Grande Inquisitore di Anatolij Kotscherga. Registro centrale floscio, acuti strozzati e gravi inesistenti. Da dimenticare, senza se e senza ma. Benino i ruoli di contorno, ottimo il coro di Bruno Casoni: come sempre, una sicurezza.
Foto: Marco Brescia – Teatro alla Scala
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GIUSEPPE VERDI, DON CARLO
Dicembre 2008: 07, 10, 12, 14, 16, 19, 21 Gennaio 2009: 04, 08, 11, 15
Nuova produzione Teatro alla Scala. Direttore DANIELE GATTI
Personaggi e Interpreti:
Filippo II Ferruccio Furlanetto Matti Salminen
Don Carlo Stuart Neill Giuseppe Filianoti
Rodrigo
http://www.teatroallascala.org
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Dalibor Jenis Thomas Johannes Mayer
Il grande inquisitore Matti Salminen Anatolij Kotscherga
Un frate Diogenes Randes Gabor Bretz Petri Lindroos
Elisabetta di Valois Fiorenza Cedolins Micaela Carosi
La principessa d'Eboli Dolora Zajick Anna Smirnova
Tebaldo Carla Di Censo Roberta Canzian
Conte di Lerma Cristiano Cremonini Ki Hyun Kim
Araldo reale Carlo Bosi Ki Hyun Kim
Voce dal cielo Julia Borchert Irena Bespalovaite
Sei deputati fiamminghiFilippo Bettoschi Davide Pelissero Ernesto Panariello Chae Jun Lim Alessandro Spina Luciano Montanaro
, regia e scene Stéphane Braunschweig, costumi Thibault van Craenenbroeck.
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E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.
Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Ed. Il Cerchio, Rimini
pp. 224, euro 18
PER GLI ALTRI LIBRI, SCORRI LA PAGINA E GUARDA LA COLONNA A DESTRA
NE PARLANO:
GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
http://www.radio.rai.it/radio2/gr2.cfm#
ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
http://medioevo.leonardo.it/blog/la_navigazione_di_san_brandano.html
IL SECOLO D'ITALIA 12 dicembre 2008 p. 8 - SEGNALAZIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf
IL SECOLO D'ITALIA 01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf
ARIANNA EDITRICE
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436
GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
http://www.gruppiarcheologicidelveneto.it/VA129.pdf
IRLANDAONLINE:
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=1231329012
Giornali, siti e altri amici che parlano di me e delle cose che faccio (le recensioni dei miei libri le ho linkate a parte):
http://www.archaeogate.org/classica/pubblicazione/536/elena-percivaldi-gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti-kel.html
http://www.storiaonline.org/mi/rassegna.1.specchio.htm
http://www.filologia.org.br/vicnlf/anais/caderno05-01.html
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=-1035191989
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7114463&a=2
http://www.bibrax.org/news/news.asp?Guid=3175
http://www.bibrax.org:80/celti_druidismo/ogam.htm
http://www.antikitera.net/libri.asp?ID=222
http://medioevo.leonardo.it/blog/gli_ogam_antico_alfabeto_dei_celti.html
http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/D6330841.html
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17389
http://www.agensu.it/archivio/articoli/186/gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti
http://www.centrostudilaruna.it/ogam.html
http://medievale.splinder.com/archive/2008-02
http://www.dnetwork.it/forum/viewtopic.php?f=10&t=862
http://www.medievistica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=158&Itemid=2
IL MIO INTERVENTO A RADIO RAI nella trasmissione NUDO E CRUDO, in onda su RADIO 1 a proposito di Halloween e dei Celti:
1 novembre, Europa tra sacro e profano
1 novembre, Europa tra sacro e profano. Ne hanno parlato al microfono di Giulia Fossà: Elena Percivaldi, giornalista e studiosa di storia antica e medievale; Flavio Zanonato, sindaco di Padova; Marino Niola, Professore di Antropologia Culturale all'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sonia Oranges, giornalista de 'Il Riformista'; Alberto Bobbio, capo della redazione romana di 'Famiglia Cristiana'; Ennio Remondino, corrispondente Rai in Turchia. La corrispondenza di Alessandro Feroldi sulle politiche dell'immigrazione a Pordenone.
ASCOLTA: http://www.radio.rai.it/radio1/nudoecrudo/view.cfm?Q_EV_ID=230636
ELENA PERCIVALDI, "I Celti. Una civiltà europea", 2003, Giunti (Firenze), pagine 192, euro 16.50
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http://www.giuntistore.it/index.php3?SCREEN=libro&SCHEDA=1&sid=w5BNJSuwLwowzuxLJX4wizNrpOYnniok&TIPOCM=55215R
TRADOTTO IN TEDESCO (ED. TOSA)
ELENA PERCIVALDI, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, 2005, Giunti, pagine 190, euro 14.50
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Elena Percivaldi, GLI OGAM. Antico Alfabeto dei Celti, Keltia Editrice, formato 150x230 -pagine 176, euro 15
brossura, con xx tavole fuori testo in b/n
ISBN 88-7392-019-5
Il libro è il PRIMO saggio COMPLETO in italiano sull'argomento.
L'alfabeto ogamico è un originalissimo modo di scrivere che fu inventato presumibilmente intorno al IV secolo d.C. Il nome "ogam" è stato collegato a quello di un personaggio chiamato Ogme o Ogmios: per i Celti il dio della sapienza. Nella tradizione irlandese del Lebor Gàbala (Libro delle invasioni), Ogma è un guerriero appartenente alle tribù della dea Danu (Tuatha Dé Danann). Un testo noto come Auraicept na n-éces (Il Manuale del Letterato), che contiene un trattato sull'alfabeto ogam, dice: "al tempo di Bres, figlio di Elatha e re d'Irlanda (...) Ogma, un uomo molto dotato per il linguaggio e la poesia, inventò l'Ogham.”
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AISSCA - Associazione italiana per lo studio dei santi, dei culti e dell'agiografia
http://www.flashinlabs.eu/aissca/index.php
Tibet. Land of exile
di Patricio Estay
Skira Editore
pp. 224, euro 39
Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità. Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.
Inviato da: eleperci
il 30/12/2008 alle 23:38
Inviato da: eleperci
il 28/12/2008 alle 22:30
Inviato da: lorenzopellegrini
il 28/12/2008 alle 16:58
Inviato da: autonomist
il 28/12/2008 alle 16:27
Inviato da: lorenzopellegrini
il 17/12/2008 alle 16:46