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L'arte calligrafica di Girolamo

Post n°226 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da eleperci
 














fino al 15.II.2009
Girolamo dai Libri
Verona, Museo di Castelvecchio


Piccolo è bello, e di gentile aspetto. Così le opere colte di Girolamo il miniatore, che amante dei libri lo era di nome e di fatto. Un’arte calligrafica e raffinata la sua, che cita Mantegna e Perugino. Ma non senza un tocco di originalità...






 

pubblicato mercoledì 28 gennaio 2009

Fu chiamato così dai contemporanei perché viveva di libri. Ma non li scriveva, bensì li illustrava. E lo faceva con la perizia del calligrafo, unita alla mano, ferma ed evocativa, dell’artista di razza. Strana sorte, quella di Girolamo dai Libri (Verona, 1474 ca.-1555). Celebre e apprezzato in vita, dopo la morte finì rapidamente dimenticato. E a poco valse il circostanziato racconto del Vasari, che ne descrisse appassionatamente dipinti e miniature, giudicandolo “tanto grande nell’arte” da offuscare la fama del padre Francesco.
A soli sedici anni ottenne la commissione per la Deposizione dalla Croce per l’altare della famiglia Da Lisca nella chiesa di Santa Maria in Organo, pala che destò meraviglia per la finezza dello stile e lo splendore dei colori. Dopo questo debutto, fu un continuo crescendo: il Presepio dei conigli, commissionato dai Maffei, con i due animali trattati in maniera talmente calligrafica da sembrare miniati; i Santi Rocco, Sebastiano e Giobbe dipinti per scongiurare la peste del 1510-12 e i cui volti scorciati e i modellati perfetti sono un chiaro omaggio a Mantegna; la Madonna con bambino e i santi Anna, Giuseppe e Gioachino con il suo enigmatico simbolismo.
Nato miniatore e cresciuto pittore, Girolamo si fece interprete di un classicismo che, pur risentendo della lezione appunto di Mantegna nelle posture e nei modellati, è tuttavia aggraziato dalla non comune capacità di rendere con precisione il minimo dettaglio: ciò, unitamente all’uso di colori lucidi e sgargianti e a un meticoloso equilibrio compositivo, rende le sue opere eleganti e raffinate, come si può apprezzare nella prima mostra monografica a lui dedicata. Si vedano i dipinti realizzati per Santa Maria in Organo, dove esordì e per la quale lavorò lungo tre lustri. Si vedano le Storie dei santi Biagio, Sebastiano e Giuliana, dove i colori, la grazia delle figure e il paesaggio di sfondo citano Perugino, ma non senza una marcata e miniaturistica - calligrafica, appunto - originalità.
Il catalogo si segnala per il denso saggio del curatore, Gino Castiglioni, che inquadra la produzione dell’artista alla luce anche delle ultime scoperte, ossia alcune miniature e due pannelli su tavola che decoravano un’ancona lignea della Cappella della Muletta, comparse di recente sul mercato antiquario. Importante il resoconto del restauro di alcuni pregevoli esemplari conservati nei fondi del museo stesso; indispensabile il regesto completo dei documenti della famiglia.


elena percivaldi
mostra visitata il 15 settembre 2008




dall’undici luglio 2008 al 15 febbraio 2009
Per Girolamo dai Libri (ca. 1474–1555). Pittore e miniatore del Rinascimento veronese
a cura di Gino Castiglioni, Paola Marini e Francesca Rossi
Museo di Castelvecchio
Corso Castelvecchio, 2 - 37121 Verona
Orario: da martedì a domenica ore 8.30-19.30; lunedì ore 13.30-19.30
Ingresso: intero € 5; ridotto € 4
Catalogo Marsilio, € 30
Info: tel. +39 0458062611; fax +39 0458010729; mostre.castelvecchio@comune.verona.it


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IL SECOLO D'ITALIA  01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf

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Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità.  Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.

 

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