Io quando prendo sonno sulla testa non ho il cielo stellato. Su di me non vegliano gli dei, non cantano le sirene, non soffiano i venti dell’est. Quando prendo sonno sulla mia testa si stende una lunga lastra di cemento, scura e soffocante, come un bagno nel catrame. Se al mio fianco il tuo corpo si stagliava come una spiaggia dorata, il mio spirito si elevava al di sopra degli uomini, sulle sfere celesti, dove danza Alce Nero coi suoi cavalli sauri, Cavallo Pazzo coi suoi spiriti e il mio ghigno mummificato, che si trasformava nel tuo dolce sorriso di bambina. Quando riposavi lontano da me eri come lo splendido fondale dell’oceano a cui si ancora un gommone di migranti che ha affrontato la tempesta e il mare grosso per camminare veleggiando leggeri come le piume sulle coste del nuovo mondo. E il mio spirito restava nella sfera degli uomini dove potevo vedere bene il corpo che ospita la tua meravigliosa anima bianca. Una nuvola a forma di colomba. Adesso il mio corpo giace nell’ombra umida, affannata da un caldo torrido, e uno stormo di insetti vibra sulle pareti nude della mia cella. E il mio spirito non ha più il coraggio di spiarti nemmeno con timidezza, cammina perso nelle paludi dove la melma attanaglia le caviglie e l’inferno chiama con la voce d’una puttana.
Il Clown alla Rovescia non si annuncia più. Si materializza come una grandinata estiva, e se ne va lasciando pozzanghere rosse, rami spezzati e foglie marcite.
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 10:11
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il 19/09/2014 alle 21:56
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il 10/09/2014 alle 08:10
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il 01/06/2014 alle 14:01
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il 01/06/2014 alle 13:51