Mattone dopo mattone

Post N° 77

"Ciò che seminai nell'ira crebbe in una notte, rigogliosamente ma la pioggia lo distrusse. Ciò che seminai nell'amore germinò lentamente, maturò tardi, ma in benedetta abbondanza"

Peter Roseg, da "Nutrizione Cosciente" di Nevio Sgherla

Post N°76

Lettera settima (dalla Valle dell'Ego)

D’un orizzonte pallido si avvicina silente una lucciola, timida saetta della Terra, e che grazia nel suo volare, e discreta. Annuncia una triste novella, appena bagnata dalla rugiada del suo lume, e se non fosse giunta non so che sarebbe ora di quel muto abisso gorgogliante.
Non un fiore, non un germoglio, ahimè neanche una mosca che si levi da quella lunga pianura di deserti congelati. Ella mi dice che questa è chiamata Valle dell’Ego, un tempo affollata di inezie, di illusioni e attraenti inutili orpelli. Era così piena di castelli in aria e menzogne che queste un giorno finirono incautamente col rivelare se stesse. E dalle inezie vennero gli incapaci, dalle illusioni gli schiavi, e dagli orpelli nacquero i mostri. E come questi vennero, sbiadirono anch’essi poco tempo dopo perché germinati dall’errore. Questa è la Valle dell’Ego dove adesso non muove più nulla. Dove s’assopisce l’Anima e spesso vi muore.

Post N°75

"Piccoli dorati volatili, figli del tuo respiro ancora
Vanno e vengono sulla pietra e di notte giocano alla luna
Ma lui che come scultore di suoni con lontane costellazioni compone musica
Notte e giorno lavora. E che "do" cupo e che "sol" viola ascendono
In aria. Tanto che anche le rocce più sacre venerano un simile pianto
E gli alberi sempre più uccelli confessano sillabe di una bellezza inesplicabile.
Che l'amore non è quello che conosciamo nè quello che pretendono i maghi
Ma una seconda vita invulnerabile nei secoli."

da "Elegia di Gruningen" di Odisseas Elitis

Post N° 73

"Rainbowman" Beseech

In the garden of the kings, is everything so grey
Colors are all gone
But in shelter of the time, by the breeze of dawn
Comes a man, and today he will help my friends

Rainbowman, rainbowman who are you?
Rainbowman, rainbowman give me a clue
Rainbowman, rainbowman heal me too
Rainbowman.....

And in the garden the time has flown away
And the silence has turned to be peacefull
Here is no color, here is no life
No everything is grey

In the garden of the kings, in every heart of stone
Colors start to flow
So the garden starts to grow, life will breathe again
Now the colors last forever, thanks to rainbowman

Rainbowman, rainbowman who are you?
Rainbowman, rainbowman give me a clue
Rainbowman, rainbowman heal me too

Post N° 72

Lettera sesta

Un’arte antica e docile nacque negli uomini quando questi incominciarono a vedere i propri compagni mutare e divenire a causa di ciò irriconoscibili.
Era l’arte dello sguardo profondo.
Coloro che non la svilupparono furono inghiottiti dagli illusi, schizofrenici uomini in preda a deliranti allucinazioni. Quante fortezze sono state erette, e templi votivi impreziositi con seducenti bugie, hanno incastrato i sensibili, hanno annerito i cuori e svuotato le menti. Questi uomini smarriti all’amore rispondono con l’odio, al coraggio rispondono con la violenza, e si sono ricoperti d’abiti abbaglianti perché potessero nascondere il vuoto che ogni giorno li divora, senza pietà, senza rimorso. Eccola, la schizofrenia d’un mondo desertificato dai pirati del nulla. Separati in casa dei fratelli, separati in casa propria, separati dalle proprie anime pure e dallo spirito dell’universo.
Il mondo folle e maniacale che inghiotte se stesso.

Post N° 71

da "Imago Mortis", Marduk

"Imago Mortis, ever since the applebite, deathened!
The branches creep together, a chair with a cold back,
...Lux Rigor Mortis, Lux Rigor Mortis, Lux Rigor Mortis...
Today king, tomorrow worms and cold in mouth,
A reach for purity, through decay, through black soil excrements,
None shall stand before the Lord of the Death-Winged Dart,

Cold and hollow, silent yet piercing,
Death fire trumpets, fresh traces from twelve-to-twelve,
Pole to pole, infans to decrepitus
Sunbleached shadow, useless corpse,
Jesus loves you, useless corpse
...Lux Rigor Mortis, Lux Rigor Mortis,
Lux Rigor Mortis, Cinis Ater et Ossa."

Post N° 70

Alta la Luna, di latte
un faro che allunga le ombre
di velluto, sembrano scheletri
e uomini avvizziti che arrancano
cercando la sostanza dei loro cuori.

Canta la Luna, soave
soprano degli astri.
Degli uomini che potevano esser
e appassirono senza sboccio
e marcirono nel loro seme.

Che mai potranno nutrire
semi di Nulla e fiori senza petali?
Un intero giardino
rigoglioso riflesso, un baratro in realtà.
Dentro di esso si morirà di stenti.

Post N° 69

Tirate a lucido i vostri cuori, perchè un giorno possano specchiarsi nella sincera bellezza della Natura. Così da ricordare che non si vive per usar violenza contro ciò che dimostra d'aver ogni diritto a vivere, perché questo in fine continua e continua, e la nostra ignoranza si fa schermo contro tutto ciò, inspiegabilmente.
Se un uomo avesse mai la fortuna d’intravedere la via giusta ora, tra le fronde e i luccicori vibranti d’un caldo tramonto, scoprirebbe forse che dentro di sè nulla è cambiato, e tutto respira da millenni e ancor prima. Forse, nel cuore e nell’anima sua, avrà l’opportunità di vedere con chiarezza che soltanto la paura e l’odio armano e imbastiscono le fortezze, ma queste armi e queste fortezze non difenderanno dalla paura nè dall’odio. E che solo la bellezza nutre l’amore, e dal canto suo è l’amore che alimenta sempre la bellezza.

Post N° 68

Non v’è luce che accompagni il mio passo pesante, zoppicando raggelato sul fondo del lago, ora che i nostri compagni di viaggio si fanno vieppiù distratti e annoiati. Nell’angolo della nostra pista abbuiata, coperta e disperata s’esibisce la Bellezza, un canto del cigno che non verrà udito da alcuno, questa sera, che s’aggirano nubi rosse di temporale e annunciano con grida e folgori celesti la perdita d’una sorella che con la sola presenza avrebbe sì salvato il mondo.
Da quanto ormai ci abbia abbandonato senza averci prima sedotti, io non ricordo più. E noi perseguiamo con diletto a ferir di supplizi le nostre nude spalle, e di fustigazioni. Se solo non le avessimo usate da scudo a ignorar la sua dolce melodia solenne. Colei che avremmo dovuto annunciare, sarebbe stata d’un mondo giusto la regina, lì a governare dentro al cuore d’ogni uomo. Per le sue vie avremmo incontrato l’amore e l’armonia, avremmo costruito delle vere Utopie, e la vita avrebbe camminato dentro di noi per quella strada così ricca di piaceri e virtù, che ora non sappiamo più perché hanno bruciato.
Le parole, i colori e le note, forse sbagliarono i nostri padri, e noi perseveriamo nei loro fallimenti, se quelle gocce d’ardente verità non attecchiscono ancora. Che non si è stati diligenti a sufficienza par chiaro, adesso, che gli uomini volgono al proprio fratello le ingiurie più meschine e annegano al contempo nelle loro feci. E il mio cuore lo confesso è spaccato, come quello d’ogni altro uomo, qui perduto sulla terra, chè nessun albero, nessun uomo è abbastanza grande da uscir anche solo col capo o un dito, fuori a mirar anche un pallido e lento riflesso di quella luce che la Bellezza ci aveva sussurrata.

Se solo fossimo stati dei buoni amanti, non avrebbe lasciato il nostro letto di rose.

Post N° 67

C’est force, faire le weil

C’est force, faire le weil;                               Farò ciò che devo;
Tuit mi desir                                                   Tutti i miei desideri
Sont et seront en servir                                sono e saranno di servir
Vo bel acuiel                                                  te, mia grazia,
Chiere dame, et d’acomplir                          mia signora, e d’obbedir
Vostre doulz weil.                                         Ai tuoi dolci sogni.

Car vous me faites sentir                            Per te che amo
Et conjoir                                                       e soffro,
Par vo doulz riant regart,                             le tue graziose risa,
Un dous mal a soustenir                             un dolor così dolce a sostenere
Que weil soufrir                                            che io perseguirò
Humblement, se Dieus me gart.                 umilmente, che Dio mi sia testimone.

Mais Souvent pleure mi oueil                    E sovente piangono i miei occhi
Quant je remir                                               se mi trovo a contemplar
Vo gent corps par souvenir,                      il tuo gentil corpo nella mia memoria,
Dont mon vis mueil.                                    e il mio volto si bagna ancor.
Lors de mon cuer meint souspir                E nel momento che il mio cuor sospira
Passent le sueil                                            oltrepasso la soglia.

C’est Force, faire le weil ...                          Farò ciò che devo; …

Ne je ne me puis tenir                                  Non posso più trattener
D’einsi gemir                                                e gemendo così,
Celeement et a part,                                     nascosto e solo,
Pour doubte qu’a vo plasir                         temo che
Ne puist venir                                               il mio servir possa venir meno
Le service, ou mon cuer art,                        al tuo piacere; che il mio cuor si dibatte,

Sans avoir peinne ne dueil;                        A dar te, ma non patir pene
Car se fremir,                                                 ch’anche se ciò mi da tremor
Teindre, trambler et palir                             e mi stingo pallido,
Plus que ne sueil,                                         più di sempre,
me fait et vous oubeir,                                 è ciò per cui ti seguo
pas ne m’em dueil.                                       e non ne avrò peso.

Guillaume de Machaut                               Libera traduzione

Post N° 66

"Quando la pratica artistica sarà la cosa di tutti, e quando ogni pratica sarà una pratica artistica - quando il lavoro sarà gioco, quando l'immaginario sarà al potere - l'arte avrà mantenuto le sue promesse.Utopia? Forse, ma l'arte è sin d'ora questa luce al nostro orizzonte".

Mikel Dufrenne

Post N° 65

Lettera quinta

Ora che finalmente ho coraggio d’alzar lo sguardo, a cercar nei cieli la rotta che gli eroi hanno tracciato per il nostro destino, m’accorgo smarrito che non v’è nulla più da sperare. Nel deserto di cemento e ruggine, qualcuno ebbe l’audacia di stender un invalicabile tappeto nero sul mare di stelle che dall’alto guidavano gli uomini ad agir per il verso giusto. Rimasero da allora senza una via, e senza scopo nella vita giravano come trottole su se stessi i più avveduti, mentre gli altri più disperati a velocità folle si lanciavano l’uno contro l’altro, e in un lampo di loro non rimaneva che un mucchietto di polvere di stelle.

Ora vedo i tetti delle loro case ricolmi d’occhi metallici, spalancati a mirare il tremendo vuoto che il cielo ha lasciato loro. Un silenzio e una notte che non si possono narrare.

"Black Magic" Slayer

Cursed
Black magic night
We've been struck down
Down in this Hell
Spells surround me day and night
Stricken by the force of evil light
The force of evil light

Cast
Under his spell
Blinding my eyes
Twisting my mind
Fight to resist the evil inside
Captive of a force of Satan's might
A force of Satan's might

Fighting the curse
Break it I must
Laughing in sorrow
Crying in lust

My strength slips away
Soon I must fall
Victim of fortune
My sources grow small
Life slips away
As demons come forth
Death takes my hand
And captures my soul

Post N° 63

Custodite le vostre parole, perché possano esser per voi uno scrigno prezioso d’un ideale che non tramonta mai. E non lasciate la vostra immagine a smarrirsi sbiadita portando con se valori di una vita ineguagliabile, che bruciandoli non li riavrete più.

È un terribile tesoro di canti e di liquidi fantasmi, il balocco sopra il quale i re e i loro alfieri si masturbano, vigliaccamente.

Post N° 62

"Porsi il problema dell'estetico quale modello educativo esige che lo si cimenti con la complessa problematica del mondo contemporaneo, la quale è caratterizzata: sul piano intellettuale, da un orientamento problematico e critico, avverso ad ogni prospettiva che non chiarisca i propri pressupposti ideologici e non si esponga alla verifica e all'esperienza della storia; sul piano etico-politico, dall'istanza di superare le divisioni che oggi oppongono nazione a nazione, classe a classe, tipo di lavoro a tipo di lavoro, in un assetto economico e sociale che faccia valere, sul piano mondiale, il principio d'uguaglianza tra gli uomini. Esige cioè che esso comprovi il suo significato in un mondo che lotta, tra angustie, incertezze e difficoltà d'ogni genere, per trasformare la vita, così da dare effettivamente ad ogni uomo la possibilità di contribuire alla <<costruzione>> di se stesso, contribuendo parimenti alla <<costruzione>> della società cui appartiene"

G. M. Bertin