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Post n°122 pubblicato il 16 Agosto 2011 da yatri0
La dittatura dell’economia e del governo tecnico transnazionale dà il suo ritmo di marcia. Quello imposto dalla Bce all’Italia è praticamente un programma di governo. Anche se l’esecutivo italiano non ha trovato ancora il coraggio di pubblicare il testo nel quale Jean-Claude Trichet e Mario Draghi hanno di fatto indicato all'Italia la scelte lacrime e sangue da fare subito. La lettera è stata scritta e recapitata fra giovedì e venerdì. L'accordo fra le parti era di mantenerla riservata. La Bce impone a Berlusconi di procedere per decreto, in modo da accelerare l’approvazione delle misure. In particolare nella lettera di Draghi e Trichet c’è il tema delle privatizzazioni: si parla di cessioni anche per le società pubbliche locali (nonostante il recente referendum) e si chiede di avanzare il più rapidamente possibile. Ma la lettera «segreta» recapitata da Trichet a Berlusconi riguarda anche il mercato del lavoro e lo fa nei dettagli: meno rigidità nelle norme sui licenziamenti dei contratti a tempo indeterminato, interventi sul pubblico impiego, estensione della estrema flessibilità dai giovani e precari a tutti gli altri lavoratori, una contrattazione aziendale che incentivi la produttività. Ecco la lettera di Trichet e Draghi. Cessioni, liberalizzazioni e lavoro Dal Corriere della Sera di oggi 8 agosto Se non è un programma di governo, poco ci manca. Ci manca per l'esattezza giusto l'intenzione di pubblicare quel testo, nel quale Jean-Claude Trichet e Mario Draghi hanno di fatto indicato all'Italia la strada da prendere. La lettera dell'attuale presidente della Banca centrale europea e di colui che gli succederà dal primo novembre è stata scritta e recapitata fra giovedì e venerdì. L'accordo fra le parti era di mantenerla riservata, ma più ne emergono i dettagli, più è chiaro che c'è un limite al segreto che si può stendere su un programma di governo. Un anno e mezzo fa la Grecia, già sotto attacco, evitò di mettere mano alle cessioni delle partecipazioni dello Stato per non affrontare l'opposizione dei sindacati e delle clientele politiche. Così Atene perse tempo prezioso e, quando di recente si è arresa all'obbligo di privatizzare, le attività da mettere sul mercato valevano ormai la metà di ciò che il governo avrebbe potuto incassare un anno prima. Anche per l'Italia privatizzare da subito o farlo dal 2013 non è uguale, manda a dire la lettera della Bce a Berlusconi. Perché il 2013 è un anno importante: da venerdì scorso è per allora che il governo, convinto dall'Eurotower, punta al pareggio di bilancio. Si tratta di uno sforzo paragonabile a quello compiuto per l'ingresso nell'euro nel '96-97. Ed è chiaro che la Bce vuole che il governo lo distribuisca su più anni, senza lasciare gran parte dell'impegno ai nove mesi successivi alle elezioni politiche, se la legislatura arriverà al suo termine naturale. Federico Fubini ***** La domanda sorge da sola: ma se dobbiamo essere "per forza" governati da istituzioni europee che non hanno ricevuto nessun mandato democratico, ma soltanto una delega tecnica limitata alla gestione della moneta, perché ci venite a raccontare che la democrazia è una cosa così importante da costringerci - e dalli! - a far la guerra a chi non la pratica? In subordine: chi ci vuole governare, almeno ci metta la faccia, senza lasciare questo coro di pagliacci a recitare una parte su un fondale di cartone. O forse sono proprio questi i "politici" che vi tornano più utili? |
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