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Synaptic Mind

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Questo blog nasce con l'intento di fornire informazioni aggiornate relative all'ambito della psicologia sperimentale, con particolare attinenza al campo della psicologia cognitiva e delle neuroscienze da un lato, e della psicologia della comunicazione dall'altro.  Data la trasversalita' di queste discipline le ricerche raccolte pertengono a numerosi altri settori limitrofi: dalla clinica alle nuove tecnologie.  L'obiettivo è quindi quello di segnalare notizie che pertengono o ruotano intorno all'ambito della psicologia e che sono state riprese dalle principali ed autorevoli riviste presenti on-line (nazionali ed internazionali).

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Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 05 Aprile 2007 da celr
 

Il ruolo del nucleo subtalamico nel processo di arresto di un’azione

Il processo di interruzione di un’azione dipende da specifici circuiti cerebrali individuati tramite le tecniche di brain imaging

Come è possibile interrompere un’azione qualsiasi, quale per esempio frenare di colpo il nostro veicolo essendoci accorti che il semaforo sta passando dal giallo al rosso? E come facciamo a bloccarci di fronte ad un ostacolo qualunque?

Presso il Department of Psychology and Brain Research Institute dell’Università della California di San Diego, Adam Aron e Russell Poldrack hanno cercato di rispondere a questo interrogativo (centrale per la conoscenza del pensiero procedurale) individuando attraverso le tecniche di brain imaging i circuiti cerebrali che rendono conto della sospensione dell’azione nell’uomo.

La notizia, pubblicata sul Journal of Neuroscience, mette in evidenza la complessità e l’organizzazione distribuita di un sistema che coinvolge diverse regioni cerebrali attraverso un fascio di neuroni ad "alta connessione" che collega tali aree. Una delle zone cerebrali maggiormente coinvolte sembra il nucleo subtalamico (STN) che, direttamente connesso con il sistema motorio, ha la specifica e diretta funzione di interrompere ciò che l’individuo sta facendo: siamo quindi di fronte al vero e proprio "meccanismo di frenata" della nostra azione. Secondo gli autori il ruolo di quest’area è quello di far cessare l’output talamocorticale, a questo proposito interrompendo l’esecuzione dell’azione.

Assieme a tale area sembra coinvolta anche la corteccia frontale inferiore destra (IFC) che ha la funzione di indicatore di regolazione neurofisiologica per la messa in atto dell’interruzione volontaria dell’atto medesimo.

I risultati di questa ricerca (che hanno richiesto due diverse fasi sperimentali) suggeriscono quindi che i processi di esecuzione e di inibizione dell’azione correlano con differenti pattern neurali.

Ma dove e soprattutto in che modo si genera la decisione di eseguire la funzione di controllo? A questa domanda non c’è ancora risposta, tuttavia gli autori menzionano il ruolo svolto da un’ulteriore regione: l’area motoria presupplementare che si è sempre ritenuto essere deputata all’ osservazione e alla gestione dei feedback preveniente dall’ambiente esterno, che talvolta colludono con la pianificazione dell’azione. Ulteriori funzioni di tale area sono quelle dell’organizzazione sequenziale dei movimenti che costituiscono l’azione e della loro ideazione.

L’importanza di questo sistema neurale ad alta velocità che collega aree cerebrali tra loro distanti, sembra centrale anche per la gestione espressiva delle emozioni e dei pensieri; per cui è plausibile ipotizzare un unico meccanismo di regolazione per pensieri, azioni ed emozioni.

Post di Edoardo Santucci

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