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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 01 Agosto 2005 da unaqualunque_s

Poi hanno scavalcato il traffico con le sirene spiegate.
Le macchine si sono strette contro il guardrail, hanno sconfinato oltre il arciapiede sul lungo fiume, mentre la bottiglia della fisiologica ballava sulla tua testa, e una mano lasciava e stringeva il pallone azzurro del va e vieni per pomparti il respiro nei polmoni.
Al pronto soccorso la rianimatrice che ti ha preso in consegna ti ha spinto un dito tra mandibola e osso ioide, in un punto del dolore.
Il tuo corpo ha reagito troppo lievemente.
Ha preso delle garze e ti ha pulito il sangue che scendeva dalla fronte.
Ti ha guardato le pupille, erano immobili e dissimili.
Il respiro era bradipnoico.
Ti hanno infilato in bocca una cannula di Guedel, per posizionarti la lingua che scivolava all'indietro, poi hanno inserito il sondino dell'aspirazione.
Hanno tirato su sangue, catrame, muco e un dente.
Ti hanno attaccato la clip del saturimetro al dito per misurare l'ossigenazione del sangue, la percentuale di ossiemoglobina era troppo bassa: ottantacinque per cento.
Allora ti hanno intubata.
La lama del laringoscopio ti è scivolata in bocca con la sua luce algida.
E' entrato un infermiere spingendo la colonna del monitoraggio cardiaco, ha infilato la spina ma la macchina non è partita.
Le ha dato un colpo, un piccolo colpo di lato, e il monitor s'è acceso.
Ti hanno alzato lamaglietta, ti hanno premuto sul petto le vantose degli elettrodi.
Hai aspettato un pò perchè la sala TAC non era libera, poi ti hanno infilato nel tunnel di irradiazione.
Il trauma era nella zona temporale.
Oltre il vetro, la rianimatrice ha chiesto al radiologo di fare nuove sezioni, più ravvicinate.
Hanno visto la profondità e l'estensione dell'ematoma fuori dal parenchima cerebrale.
L'ematoma da contraccolpo, se c'era, non era ancora visibile.
Ma non ti hanno mandato in vena il mezzo di contrasto, temevano complicazioni renali.
Hanno subito chiamato il terzo piano perchè preparassero la sala operatoria.
La rianimatrice ha chiesto: "Chi c'è di turno in neurochirurgia?".
Così, hanno cominciato a prepararti.
Un'infermiera ti ha spogliata lentamente, tagliando i vestiti con le forbici.
Non sapevano come fare per avvertire i tuoi familiari.
Speravano di trovarti un documento addosso, ma non ne avevi.
C'era il tuo zaino, lì hanno preso il tuo cognome.
E' rimasta sul cognome e solo dopo un pò è tornata sul nome.
Una folata di caldo le ha arroventato il viso, ha avuto bisogno di respirare e ha faticato a farlo, come se un boccone sgarbato le strozzasse il cammino dell'aria.

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