Versi da mare
Su un oceano di scampanellii repentina galleggia un'altra mattina
NELL'ACQUA BASSA
Riuscire con la pazienza
a non voler recuperare
il tempo perduto.
Allungare i piedi
anche, e l’acqua era bassa,
oltreché tempestosa.
Superare i conti
delle cose buone
bruciate
nel fuoco della purificazione
o no?
E ritrovarsi a giurare insieme
fede a qualche cosa,
o da soli,
ma resiste a condensarsi in una lacrima
poggia non i piedi, le ali,
sul mare, riflesse
l’albatro
che sta per ingoiarti, così come sei,
muta,
non più profonda.
Ringrazio Andrea per il bellissimo disegno sopra
e il mio Valerio, per avermi trovata
« Se le mie mani potessero... | Si misura l'amore da se... » |
Com'è triste aspettare - dovunque tu non sia -
seppi stanotte - quando di abbracciarmi
tentò qualcuno - forse stanca, o sola
sembravo - dalla muta pena quasi distrutta -
ed io - regale - mi volsi -
"Quel" diritto era il tuo - ad un porto solo
aspira un brigantino come il mio -
Meglio il rullio su un mare furioso
che stabile ormeggio senza te -
Meglio il carico - vuoto - qui -
che le isole beate - e tu non lì -
(poesia n. 368 Emily Dickinson)
How sick -- to wait -- in any place -- but thine --
I knew last night -- when someone tried to twine --
Thinking -- perhaps -- that I looked tired -- or alone --
Or breaking -- almost -- with unspoken pain --
And I turned -- ducal --
That right -- was thine --
One port -- suffices -- for a Brig -- like mine --
Ours be the tossing -- wild though the sea --
Rather than a Mooring -- unshared by thee.
Ours be the Cargo -- unladen -- here --
Rather than the "spicy isles --"
And thou -- not there --
(Poem: 368. How sick -- to wait -- in any place -- but thine Emily Dickinson)
"Opere scelte" Emily Dickinson - Arnoldo Mondadori Spa - traduzioni: Silvio Raffo e Massimo Bacigalupo
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