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Non è uno stato oggettivo. Si può stare in compagnia dei propri pensieri, le grida dei bambini per strada possono essere una compagnia. La tv accesa è una compagnia, il cane o il gatto lo possono essere. Basta sintonizzarsi con l’esistenza degli altri.
Si può star soli in mezzo agli altri e nessuno in grado di penetrare il nostro stato. Possiamo non passare un minuto in un giorno senza la presenza fisica degli altri e vedere gli altri come dietro a un vetro dello spessore di dieci centimetri. Non sentire voci, non avvertire pensieri. Vederli ondeggiare attraverso uno schermo piatto, remoti, lontani, un’altra dimensione. Poi, di colpo, se cambiamo prospettiva e ci lasciamo trapassare dalla loro realtà, accade come quando ci si levano i tappi dalle orecchie:suoni roboanti e colori violenti ci aggrediscono e vediamo di nuovo scorrere la vita davanti ai nostri occhi.
E’ tutto subordinato alla nostra volontà. Basta volerlo e abbiamo sotto i nostri occhi la realtà che vogliamo.
Paradossale?
In questo mondo recepito dalle impressioni, mediato dagli stati d’animo attraverso il filtro dei sensi, cosa ci può essere di vero e di oggettivo, se persino la presenza degli altri, concreta o meno, diventa un optional?
Inviato da: cassetta2
il 24/07/2019 alle 12:44
Inviato da: Tanysha
il 09/12/2014 alle 14:55
Inviato da: DJ_Ponhzi
il 09/12/2014 alle 14:53
Inviato da: Tanysha
il 22/10/2014 alle 15:49
Inviato da: misai
il 22/10/2014 alle 14:32