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IN COMPAGNIA DA SOLI, SOLI TRA GLI ALTRI

Post n°47 pubblicato il 28 Luglio 2010 da Tanysha

 Non è uno stato oggettivo. Si può stare in compagnia dei propri pensieri, le grida dei bambini per strada possono essere una compagnia. La tv accesa è una compagnia, il cane o il gatto lo possono essere. Basta sintonizzarsi con l’esistenza degli altri.

         Si può star soli in mezzo agli altri e nessuno in grado di penetrare il nostro stato. Possiamo non passare un minuto in un giorno senza la presenza fisica degli altri e vedere gli altri come dietro a un vetro dello spessore di dieci centimetri. Non sentire voci, non avvertire pensieri. Vederli ondeggiare attraverso uno schermo piatto, remoti, lontani, un’altra dimensione. Poi, di colpo, se cambiamo prospettiva e ci lasciamo trapassare dalla loro realtà, accade come quando ci si levano i tappi dalle orecchie:suoni roboanti e colori violenti ci aggrediscono e vediamo di nuovo scorrere la vita davanti ai nostri occhi.

         E’ tutto subordinato alla nostra volontà. Basta volerlo e abbiamo sotto i nostri occhi la realtà che vogliamo.

         Paradossale?

         In questo mondo recepito dalle impressioni, mediato dagli stati d’animo attraverso il filtro dei sensi, cosa ci può essere di vero e di oggettivo, se persino la presenza degli altri, concreta o meno, diventa un optional?

 

 
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supermoscio11
supermoscio11 il 03/08/10 alle 15:36 via WEB
Ogni tanto ti fai una canna e ti ritorna a portata di mano il surrealismo reale. Se tu facessi un po' di più all'amore, il bruciore alle tue parti più delicate ti farebbe tornare con i piedi per terra. Ho l'impressione che Sandra è più realista di te e cerca sempre di farsi strapazzare da chiunque, maschio o femmina che siano. Comunque, quando vuoi, fammi capire da quale pianeta vieni...
 
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