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Freddo

Post n°20 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da dieci.mg

Il tempo oggi è stato clemente. Sono uscito presto dall’ospedale ed è ho percorso un tratto a piedi. Sono passato dal Parco.  E’ un ambiente di quiete, arte e natura all'interno della città. In primavera e d’estate si anima di gente, studenti universitari, anziani che trascorrono il tempo sulle panchine ad osservare o forse a ricordare la loro lontana gioventù e mamme con carrozzine e passeggini. Una moltitudine di persone che rendono i giardini animati. C’è anche una pista ciclabile asfaltata che cinge il parco collegando le principali entrate. Nessun motorino, nessun mezzo a motore a rovinare la quieta. Nel tardo pomeriggio c’è chi corre. Mentre percorro il viale osservo la neve che in questa giornata clemente si è sciolta lasciando intravedere la bruna terra. Non mi stupirei di trovare qualche margherita, si passa così velocemente dal freddo al caldo che non sarebbe poi così strano.

Questa terra scura che macchia la neve mi ricorda le vacanze che da ragazzo sul finire dell’inverno trascorrevo in montagna. Terminata la stagione invernale, riposti scarponi e sci insieme alla slitta e al bob, facevamo delle gite ai laghi alpini. In estate erano luoghi di mandrie di mucche dove andavano a pascolare ma al finire dell’inverno quando i primi giorni di una timida primavera facevano capolino spesso erano mete di gite. A quell’altitudine la neve non si era ancora del tutto sciolta e noi armati come provetti “alpini” camminavamo per ore, e si arrivava alla meta stremati. Eravamo un gruppo di ragazzoni sempre affamati e nello zaino che le nostre mamme preparavano non mancava nulla neppure un pezzo di cioccolata.

Esco dal parco. La stagione invernale non è ancora finita e con le nevicate che abbiamo avuto le piste da sci devono essere uno spettacolo. E mi rammento che non ho ancora avuto il tempo d’andare a sciare. Chiamo mio padre.

“Ciao papà”

“Ciao Riccardo, tutto bene?”, chissà perché i genitori quando li chiami fanno sempre la stessa domanda quasi preoccupata.

“ Si, tutto bene. Volevo sapere com’è la situazione neve nella casa di montagna. Vorrei andare a sciare”

“ Si, io e tua madre siamo andati, una lavorata tra spalare la neve e mettere il sale. Ma ora le strade sono belle. Abbiamo ancora tutta la legna per il camino. “

“ Perfetto, appena riesco a staccare qualche giorno, ti faccio sapere ". Ho voglia di farmi una sciata. Ricordi papà, quando da bambini ci portavi a sciare. ? M’insegnasti tu, mentre la mamma con Adriana si destreggiava sulla slitta.”.

“ Ricordo Riccardo, e ora mi viene il fiatone a correre dietro ai nipoti”

“ Già, pà. Allora ti chiamo presto. Salutami la mamma”

“ Sarà fatto, e tu riguardati, ciao figlio mio”.

Chiudo la telefonata, fa freddo. Forse sono brividi dei ricordi che penetrano nel cuore.

 

 
 
 
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