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Passato e Futuro

Post n°2 pubblicato il 05 Maggio 2006 da TATOMATO

"...no, non rimpiangere mai non illuderti mai certe cose non tornano più, e non pensarci di più tu non pensarci anche se son le cose che hai amato di più e che restano lì....."

Uscire da una storia è come aprire la porta od esserci portati a farlo, per accedere ad una stanza che contrariamente a quella che si lascia alle spalle non è affatto illuminata...

Si può sognare, o smetterla di farlo. Si trascorrono giornate intere a guardarsi le tasche, a capire se ti è rimasto qualcosa dentro da portare con te come fosse una brezza che soffia alle spalle, o se il primo cestino che scorgi al buio verrà presto riempito.

Non sai a che sperare. Non sai SE sperare. Voglia di urlare tanta quanto l'incapacità di dire qualcosa...
Ricordi il tuo ultimo sorriso come fosse la prima comunione, qualcosa che sai essere esistito ma che non tornerà più.

Poi qualcuno laggiù accende una candela. Non vedi chi è : gli occhi che oramai si erano abituati al buio si fanno a fessura e non riescono a guardare quella luce semplice eppure fastidiosa.

Un incontro nemmeno così previsto. Contromano come la mia manovra in macchina. Non scendo nemmeno, ma sale lei...
Ha il sorriso degli angeli. Sorride sempre, a volte per niente. Forse imbarazzo...o voglia di farmi sapere che le piacevo. Piaceva anche a me, ma all'inizio non mi sentivo ancora nè carne nè pesce. Nessuna curiosità, nessuna voglia di raccontare chi fossi.
Si cena in un locale semivuoto. Una cameriera svampita e strana (ma forse ero strano io) ci porta da bere e poi da mangiare. Mi fissa...deve concentrarsi per capire a chi servire una cosa e a chi l'altra.
Lei intanto sorride ancora. Aveva capito cose che non potevo capire io. La serata prende una piega che avevo quasi dimenticato. Passiamo da casa mia, guardiamo un film, poi i nostri occhi a dirci quanto le labbra si facessero vicine... bacio da guiness...una carezza a scremare via la mia apatia, un capogiro da sentirsi nuovamente vivi e poi tutto il resto. Non sapevo perchè il calore del suo corpo mi apparisse così diverso quando, finita la danza, la tenevo stretta a me.

La riaccompagnai a casa. Salutandoci non dicemmo nulla di ciò che sarebbe stato domani.
Tornai indietro con la mente pesantemente vuota, le braccia leggere come piombo e il suo profumo seduto accanto a me.

Ci ritrovammo ancora...e poi ancora...

Il non sentirci per qualunque ragione cominciava a pesare, a creare dispiaceri all'inizio indecifrabili, poi sempre più chiari :

C'eravamo innamorati...

Riuscii a trovare l'interruttore della luce e ad accenderlo, a guardare al futuro con occhi nuovi...carichi di esperienza ma ottimisti come un fanciullo incoscente.

Serenità, aspettami...sto arrivando


 
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Commenti al Post:
sognoinfinito3
sognoinfinito3 il 07/05/06 alle 16:21 via WEB
LA ROSA.....Il poeta tedesco Rilke abito x un certo periodo a Parigi. X andare all'Università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese,una strada molto frequentata.Un angolo di questa via era permantemente occupato da una medicante che chiedeva l'elemosina ai passanti.La donna sedeva sempre allo stesso posto,immobile come una statua,con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo.Rilke nn le dava mai nulla,mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.Un giorno la giovane francese,meravigliata domandò al poeta. rispose il poeta. Il giorno dopo,Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della medicante e fece l'atto di andarsene.Allora accadde qualcosa d'inatteso:la medicante alzò gli occhi,guardò il poeta,si sollevò a stento da terra,prese la mano dell'uomo e la baciò.Poi se ne andò stringendola rosa al seno. X un'intera settimana nessuno la vide più.Ma otto giorni dopo, la medicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via.Silenziosa e immobile come sempre. chiese la giovane francese. rispose il poeta. Le 'rose' hanno tante forme tanti profumi..alcune ti sfiorano l'anima altre te la graffiano....altre ancora ci mettono radici profonde come il mare
(Rispondi)
 
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