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Post n°155 pubblicato il 06 Novembre 2008 da aikoyuki
Qualcuno chiesto cosa penso di elezione di presidente Obama. Io conosco Chicago bene e so di storia di senatore Barak Obama in Illinois. Poi anche ho conosciuto in estate persone che fatto la lunga campagna per primaria con Hillary Clinton. Poi infine, c'è problema che io no parlo mai molto qui di politica. Ho detto in un post vecchio che parlare di politica italiana mi fa imbarazzo perchè io no tutta italiana e questo succede con politica giapponese anche. Succede anche che quando chiacchiero di politica con chi conosco ..poi litigo un po' e allora se conto somma, alla fine meglio che no parlo di questo. Ma se c'è chi fa domanda... allora scopre che politica interessa molto a me e che quando giovane ho fatto anche attiva in Giappone. Era una politica di protesta come quando è giovane. Poi dopo fatto anche percorso per comprendere problemi di ambiente e alla fine io ho scelto parte politica precisa, no conservatrice, no di destra no di centro. Questo per dire a chi ha domandato, che no possibile che se io americana, votavo per McCain e Palin. E per dire che Barak Obama credo sia davvero nuova speranza di avere una politica che sta vicina a gente comune di ceto povero e medio e più lontana da finanza e lobbies. Più attenta a questione di sostenibilità energetica, più lontana da politica anti Kyoto, più sensiile di problemi di razzismo più lontana da vecchie xenofobie. Stati Uniti sono grande paese e qui c'è speranza nuova che sia così e anche speranza che diventi speranza di altre nazioni molte. Questo penso. |
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Il programma di Obama è una svolta storica per gli USA, paragonato a quelli dei paesi europei è un programma conservatore. Non approfondisco temi militaristi come quelli della permanenza in Afghanistan o della minaccia nucleare iraniana, che saranno perseguiti con estremo vigore anche da questo presidente. Mi soffermo invece sui sogni ecologisti del nuovo capo di governo: il suo progetto dimezza il pacchetto 20-20-20 di Bruxelles promettendo la fine entro 10 anni alla dipendenza dal petrolio, 10% di rinnovabili entro 4 anni, ridurre in 10 anni del 15% i consumi di elettricità; il nucleare comunque non lo tocca. È una cosa possibile a detta degli esperti, ma solo rivoluzionando l’economia USA. Si può fare in un momento di alte potenzialità, tentarlo adesso in piena recessione, che dura da più di un anno, lo dicono i numeri degli economisti, non i miei pareri che poco contano, vuol dire abbassare drasticamente il tenore di vita, che fa rima con alzare la soglia di povertà. Chi conosce gli Stati Uniti sa che sono un paese che spreca molto, anche noi non abbiamo la coscienza pulita, ma non arriviamo a quei livelli.
Forse sono in pochi a confessare che il treno del protocollo di Kyoto è quasi perso, che gli sforzi per contenere l’effetto serra diventano sempre meno possibili. Io chiedo di non credermi, ma di confrontare le sensazioni personali con quelle più accreditate di gente che studia il problema e, magari anche con un blog, prova a raccontarlo. Da ultimo mi chiedo come mai sia sulla bocca di tutti il sogno americano, forse per la potenza dei media, compresi quelli dei quali dispone Obama, e non si parli invece del presente di paesi che il sogno lo stanno realizzando davvero, come il Sud Africa. Facciamo che la politica non ci divida e la televisione non ci incanti.
Io sono convinto che ci sia una strada per realizzare i progetti migliori, è una strada lunga, quindi porta lontano.