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Paesaggio: il luogo della partenza

Post n°31 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da teatron78
 

Da una mostra di artisti amici.

"CONTRO"

la morte dell'AMORE

Gli antichi saggi, di tutte le tradizioni, dicevano che, le parole, non sono suoni vuoti, ma esprimono, rendendolo manifesto, lo spirito delle cose. E, se riusciamo a legare, come in un mosaico, i loro significati profondi, troveremo la risposta alle domande della vita.... sempre che, queste domande, un uomo, se le voglia porre.

Violenza... dal verbo violare... ha la sua radice nella parola latina vis... forza... da cui virtù... ma, nella sua modificazione in “violare”, il segno della lettera "L" indica che questa forza viene SBARRATA, imprigionata, e sbattendo contro le pareti di questa prigione, devia la sua direzione e si rivolge contro sé stessa e diventa distruttiva... distruggere...  composta dal latino dis (che ha valore di forza contraria) e struere... che significa ammassare, fabbricare.

Allora, se L’AMORE,  nel suo senso vero e profondo, secondo Platone e Dante, è la forza che lega armoniosamente tutte le cose dell’universo, secondo il progetto del Grande Geometra dell’Universo, nel Tempio dello spirito divino, la violenza è quella forza che vorrebbe opporsi a questa costruzione.

La bellezza di questa mostra sta proprio nella rappresentazione della genesi e sviluppo di questo percorso distruttivo, che hanno tracciato gli artisti... indicandoci, così, la strada per un possibile ritorno.

CESPI... in omaggio a S. Giorgio, ci ricorda la vis nella sua purezza... il santo cavaliere che, ispirato da S. Michele Arcangelo, lotta contro il serpente maligno, per lasciare libera ed accessibile la via verso l’amore Universale che tutto lega... quando questa forza soccombe al serpente e viene imprigionata, il guerriero diventa mercenario al servizio del male.

Da tutto questo, per l’uomo, non può che venire un dolore e  una sofferenza che sembrano soffocare ogni speranza, come ci mostra STAIANO.

In CIOMMEI si mostra il frutto maligno di ciò... il significato della parola satana dall’ebraico e arabo shaitan.... l’avversario, la forza contraria all’unione, e quindi all’amore... il risultato non può che essere una frammentazione caotica senza più una direzione verso uno scopo... la nostra memoria archetipica,  così, si frammenta, e si produce la mostruosità che non è altro che lo squilibrio, la deviazione dalla propria natura nell’ambito dell’ordine universale.

E’ così che, l’umanità, sembra ingoiata dall’abisso di un caos dove ogni forma, apparentemente, è ingoiata... ma, come ci narra MELLONI, con echi dal Timeo platonico... il caos non che è il momento di passaggio fra un mondo e l’altro così come la notte non è che l’attesa del giorno e l’inverno l’attesa della primavera... compito dell’artista, in questa notte dell’anima, è quello di darci l’occasione per scorgere i segni nell’attesa... il cuneo, allora, si mostra come la punta di una freccia pronta per essere scagliata verso il nuovo orizzonte... Aspetta il guerriero che avrà l’abilità di inforcare nuovamente l’arco divino... come Ulisse contro i Proci 

Quest'abisso mi fa venire in mente le parole: "la mia vita fra il nulla e l’addio"; sono le parole chiave del film The million dollar baby di Clint Estwood; la struggente favola moderna di una figlia alla ricerca di un padre e di un padre alla ricerca di una figlia.

Questa vita, fra il nulla e l’addio era già nella visione di una grande scrittrice: la Yourcenar, nel suo brano “Patroclo o del destino” dal libro “Fuochi”

L’autrice, sulle note dell’Iliade e della tragedia greca disegna la tragedia del mondo moderno.

Nell’Iliade Troia è la città degli dei, la città perfetta le cui mura sono state costruite da Apollo il dio della sapienza; i greci sono i barbari che distruggeranno il mondo idilliaco.

Troia è distrutta per la debolezza umana: Elena e Paride hanno introdotto la concupiscenza ed il tradimento.

Cassandra, la profetessa di Troia, la voce degli dei, inutilmente ammonisce contro il pericolo.

Agamennone, re dei greci, sacrificherà sua figlia Ifigenia pur di avere la ricchezza di Troia: il denaro come bene supremo, al di sopra anche dell’amore paterno.

L’autrice traspone questi personaggi in un indefinito tempo moderno. in un mondo dove la realtà si confonde con quella illusoria del cinema; in una notte tragica, cui non seguirà nessun sole; dove, sembra, non ci sia più posto per l’amore, per l’incontro fra l’uomo e la donna.

Da una parte Achille, mezzo uomo mezzo dio, a cui non resta che lo spettro dell’amore per Patroclo e nulla per cui combattere, da l’altra le amazzoni e la loro regina, Pentesilea, che, nell’avvenenza dei loro nudi corpi vorrebbero ammaliare gli uomini per prender loro la vita....

 
 
 
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