San Francesco di Assisi

fratello Sole e Sorella Luna

Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumeni noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. (Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi)

 

SINDONE

 

La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo eroico cavaliere che la Sacra Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in Francia. Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia.
È un grande riconoscimento, e il cavaliere non lo disonora: l'anno successivo muore eroicamente nella battaglia di Poitiers, nella strenua difesa dell'Orifiamma, la lingua di tessuto rosso fiammante simbolo del potere supremo e dell'onore di Francia. Come sia giunta, la Sacra Sindone, all'eroico vessillifero di Francia, rimane un mistero. Vediamo le ipotesi che sono state fatte in proposito. La Sacra Sindone potrebbe essere stato un bene di famiglia pervenuto a Goffredo tramite matrimonio o amicizia. Stretti legami collegano Goffredo ai discendenti di Otto de la Roche, feudatario francese e primo duca di Atene, ai tempi in cui proprio ad Atene della Sacra Sindone abbiamo avuto l’ultima segnalazione. La Sacra Sindone avrebbe potuto fare parte dei tesori di famiglia; Goffredo di Charny sposò una diretta discendente di Otto, che avrebbe potuto portargli la reliquia in dote,e fu grande amico di Gautier IV de Brienne, conestabile di Francia e fedele compagno d’armi, anche lui caduto a Poitiers. Se anche non fosse stata materialmente in loro possesso, Gautier IV de Brienne o la stessa consorte potrebbero aver rivelato all'indomito cavaliere il nascondiglio della Sacra Sindone in Oriente: questo spiegherebbe il rapido viaggio di Goffredo oltremare, fino a Smirne nel 1345, ufficialmente compiuto al seguito del Delfino. Ecco il possibile anello mancante della catena che, da Atene, porta il sudario direttamente nelle mani di un cavaliere francese del Trecento. La "pista templare" sostiene che la Sacra Sindone fosse stata affidata a Goffredo durante un periodo di prigionia in Inghilterra, nel castello di Goodrich. Qui essa sarebbe stata portata da quei Cavalieri Templari che scamparono ai roghi e alle carceri di Francia. In contrasto con i fitti misteri dei secoli precedenti, la storia "europea" del Sacro Tessuto, dopo la riapparizione in mano ai de Charny, è sufficientemente documentata: nel 1453 la reliquia viene ceduta da Margherita, ultima erede degli Charny, al duca Ludovico di Savoia. Le travagliate vicende del ducato dei Savoia porteranno in seguito la Sacra Sindone, a più riprese, da Chambéry, in Piemonte, in altre città della Francia e dell'Alta Italia, fino alla traslazione definitiva nella città di Torino nel 1578. La Sacra Sindone, di proprietà di Casa Savoia per oltre mezzo secolo, è stata assegnata, in un lascito testamentario del capo della Casata ed ultimo Re d'Italia S.A.R. Umberto II di Savoia, al Sommo Pontefice. Il re in esilio è morto a Ginevra nel 1983, anno dal quale la Sacra Sindone è divenuta, dunque, di proprietà pontificia.

 

IN FEDE

 

ANTICA SEDE

 

Nel  1102, il Re di Gerusalemme Baldovino II, concesse hai cavalieri di Cristo la custodia del Tempio di Salomone e la residenza nel  monastero fortificato di Nostra Signora di Sion situato a finaco al Tempio, con il passare degli anni il numero dei cavalieri aumentò, cosicchè dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsaa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Cavalieri di Cristo a Cavalieri del Tempio di Gerusalemme". 

 

 

GOFFREDO DI BUGLIONE

BALDOVINO I

 

templari in Terrasanta

 

 

  


 

 

 

Il Krak dei cavalieri , così chiamato, imponente ancor oggi nonostante i millenni, sorge su un colle di 750 metri , conquistato nel 1109 da Tancredi di Antiochia; fu ceduto in seguito all’ordini cavallereschi. È un castello quasi senza fine, robusto; solo lo spessore della prima cerchia di mura è di 24 metri, la seconda cerchia domina la prima ed infine vi è un robusto mastio che controlla tutte e due; in pratica compongono il krak tre castelli costruiti uno sull’altro ed indipendenti tra loro. Il Krak era considerato il castello più grande tra le tante fortezze -forse il più bello del mondo-, nella valle della Becaa. Il suo nome in arabo significa dunque fortezza, “Karak”, cardine della difesa del porto di Tripoli e della valle d Becaa, inserito come un anello in una collana tra le cui maglie splendevano i castelli della Santa Milizia Templare.
 La fortezza KARAK come la chiamavano gli arabi-. KARAK è un palindromo, cioè una parola che si legge uguale sia da Occidente, sinistra a destra, che da Oriente, destra a sinistra. In sumero significa ‘anima (KA) Sole (sia RA che AR)’. KAR è la ‘forza dell’anima’ [Il nome Carlo ß KAR LU ‘soggetto forza’ comprova].

 

templari lungo la via Francigena

 
La presenza dei Templari in Italia riguardava tanto le regioni settentrionali (ad esempio lungo la via Francigena, una delle arterie principali lungo le quali i pellegrini dalla Francia giungevano a Roma), quanto nelle regioni meridionali e, tra queste, un sicuro ruolo di preminenza fu svolto dalla Puglia per la posizione strategica occupata da questa regione da sempre crocevia tra Occidente ed Oriente. La causa dell'espansione dei Templari in Italia è da ricondurre a due motivazioni principali: la viabilità terrestre e la possibilità di adoperare i porti, in modo speciale quelli della costa pugliese (Manfredonia, Barletta, Trani, Molfetta, Bari, Brindisi), per l'imbarco verso la Terra Santa dei pellegrini e dei Crociati ed il loro rientro, nonché per la spedizione di vettovagliamento e derrate alimentari alle guarnigioni templari in Outremer. L'espansione dell'Ordine (tra la seconda metà del XII secolo sino alla fine del XIII secolo) avveniva secondo una logica ben precisa tendente a privilegiare in primo luogo le località costiere per poi procedere verso l'entroterra. Secondo una stima approssimata per difetto, in Italia erano presenti almeno 150 insediamenti appartenenti all'Ordine del Tempio, di questi meno di un terzo si trovavano nella parte meridionale della penisola.
La maggiore concentrazione di domus templari, molto probabilmente, era nella terra di Puglia ove, tra l'altro, avevano diverse sedi. Gli insediamenti dei Templari erano chiamati in Italia "precettorie" o "mansioni" a seconda della loro importanza, mentre in Francia prendevano il nome di "Commanderies". Anche in Puglia l'espansione sul territorio delle case templari seguì la dinamica sopra esposta: dagli avamposti sul mar Adriatico i Templari cominciarono a penetrare all'interno del territorio pugliese e, in particolare, nelle fertili pianure della Capitanata nell'entroterra garganico e della Murgia in Terra di Bari.I Cavalieri Templari sovente alloggiavano in chiese minori, oratori, cappelle dipendenti da episcopi o cattedrali o in monasteri cui spesso erano annessi ospizi per l'accoglienza dei pellegrini. Grazie all'intervento dei pontefici il Tempio riusciva ad ottenere in concessione perpetua o temporanea immobili appartenenti ad Enti ecclesiastici dietro pagamento di un censo annuo. A volte erano gli stessi Templari a costruire delle chiese, anche se in Italia tale attività sembra essere alquanto ridotta. Ma è soprattutto alle donazioni e ai lasciti dei benefattori che il patrimonio templare vide una rapida crescita sia nelle città che nelle campagne. Le domus templari italiane raramente erano isolate e sovente facevano parte di ecclesiae, con le quali finivano per confondersi. Le domus erano anche costituite nell'ambito delle mansiones, composte nella forma più elementare da un ricovero per i viaggiatori ed una stalla per i cavalli. Le domus-mansiones erano collocate nei centri di transito o confluenza delle principali correnti di traffici e pellegrinaggi che percorrevano l'Italia. La funzione assistenziale era altresì svolta con le domus con annessi degli hospitales.

 

Templari in Puglia

Castel del Monte

All'interno del cortile c'era una vasca ottagonale monolitica che serviva per contenere l'acqua; sotto il cortile vi era una cisterna grandissima. Su cinque delle otto torri c'erano cinque cisterne pensili collocate proprio su quelle torri dove c’erano i servizi igienici. Le cisterne raccoglievano l’acqua e quando erano troppo piene c’era un troppo pieno che scaricava fuori. Il terrazzo del castello è fatto a dorso d’asino: l’acqua che scorreva verso l’esterno riempiva queste cisterne, l’acqua che scorreva verso l’interno riempiva la cisterna situata sotto. Ciò dimostrerebbe che Castel del Monte non è un castello di difesa ma un edificio costruito come un Tempio.Fedeico II, Ordina la costruzione del castello nel gennaio del 1240 e muore nel 1250: c'erano dieci anni di tempo per terminare la costruzione del castello. Alla costruzione del castello hanno lavorato maestranze altamente qualificate come dimostrato dalla costruzione architettonica che è un gioiello di matematica. Le pareti del piano superiore erano tutte rivestite di marmi preziosi che sono stati rubati assieme a sculture e bassorilievi. In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente.

 

RE RUGGERO II

Jolly Roger". La tradizione vuole che questo vessillo venisse utilizzato anche a bordo delle navi dei "Poveri Soldati di Cristo e del Tempio di Salomone", come i Templari erano conosciuti originariamente. I Templari combattevano le loro battaglie anche in mare, abbordando ed affondando le navi nemiche: di qui l'analogia coi Pirati e l'adozione della bandiera col teschio e le ossa, la bandiera usata da  re Ruggero II di Sicilia (1095-1154). Ruggero era un famoso Templare e di una flotta di seguaci dell'Ordine si separò in quattro unità indipendenti, quindi era una eredità, e le sue ossa incrociate rappresentavano un chiaro riferimento al logo templare della croce rossa con le estremità ingrossate.sempre legata ai Cavalieri Templari. La notte del 13 Ottobre 1307, prima dell'arresto di massa, in gran segreto, 18 galee templari navigarono lungo la Senna e presero il mare, dirette a La Rochelle, dov'era pronta una flotta templare. I Templari, segretamente avvertiti del tranello teso nei loro confronti dal Re Filippo il bello di Francia, avevano portato in salvo il loro Tesoro e le reliquie più preziose. Le loro vele erano state annerite con del catrame per non essere visti nella notte. Durante il viaggio in mare, i Templari superstiti si riunirono in consiglio per decidere sotto quale segno avrebbero navigato, non potendo più utilizzare la classica croce rossa in quanto ormai bandita. Al termine, fu decisa l'adozione dell'antico simbolo di pericolo, il teschio con le tibie incrociate, con il fondo mutato in nero in riferimento al colore delle vele.

 

 

Portogallo tomar

ORDINE SUPREMO del CRISTO

 E’ il più prestigioso fra gli Ordini Equestri Pontifici, riservato solo ai Sovrani ed ai Capi di Stato, di fede cattolica, che si siano resi particolarmente benemeriti verso la Santa Sede. L’ Ordine venne creato da Dionigi I re del Portogallo ( 1279 - 1325) e dedicato a Cristo, riunendo in tale Ordine tutti i cavalieri del Tempio ( templari ) . Alla nuova istituzione rimase la stessa regola dei Templari, quella Cistercense, come parimenti identici restarono il mantello e la croce patente di rosso, con la sola aggiunta di una piccola croce latina di bianco, caricata sulla prima, in cuore. L’Ordine ebbe l’approvazione del Sommo Pontefice Giovanni XXII il 14 marzo 1319, riservando lo stesso Papa anche alla Santa Sede, oltre che ai Sovrani portoghesi, la facoltà di conferire tale ambitissima distinzione cavalleresca. L’Ordine, con la destinazione di tutti i beni dei cavalieri del Tempio presenti in Portogallo e con lo scopo di difendere il Regno d’Algarve contro gl’infedeli scrisse, nella penisola iberica stupende pagine di eroismo e di gloria, nella dura e sanguinosa lotta contro i Mori. La sede originaria dell’istituzione cavalleresca era situata a Castro Marino, nell’Algarvia ed in seguito venne invece spostata a Tomar, nel vecchio convento dei templari, ribattezzato Monastero del Cristo, per meglio respingere gli assalti dei Mori. Il Sommo Pontefice Eugenio IV ( 1431 - 1455 )

 
Creato da: knighttemplar il 18/05/2008
RICERCHE STORICHE

 

 
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CENNI STORICI DEL GLORIOSO ORDINE TEMPLARE

Post n°136 pubblicato il 30 Maggio 2011 da knighttemplar

 

Gli accusatori dell’ordine templare, avevano individuato, questa particolare "Divinità", in una "Testa Barbuta" dagli "Occhi di Carbonchio"; dal punto di vista etimologico, la spiegazione, più plausibile sembra essere la corruzione della parola "Maometto", perché le moschee erano chiamate "Baphomeris". Tale idolo potrebbe essere un chiaro richiamo pagano come dimostra il Bafometto sul "Portale della Chiesa di Saint-Merry" a Parigi e su quello della chiesa di "Sainte-Craix a Provins": un grazioso diavolo barbuto, con corna, alato, con artigli ed ermafrodita.

Ermafrodita è la figura presente nella grotta dei Cavalieri Templari (presso Padova) costruita in funzione d’iniziazioni con battesimi dell’acqua e del fuoco. Una figura androgena, dal sesso maschile e seno ben sviluppato testimonia il dualismo esistente nell’universo: maschile/femminile, cielo/terra. I Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la "Setta degli Assassini", un "Gruppo Iniziatico Ismailita" che adorava una "Misteriosa divinità" chiamata Bafometto. Per alcuni il Bafometto altro non sarebbe stato che il "Santo Graal". Alcuni lo indicarono come una testa d’uomo conservata mediante trattamento a base d’erbe e aromi, con la caratteristica di poter concedere oracoli una volta interpellata. I Cavalieri Templari, quindi, secondo i loro accusatori, avrebbero adorato il "Profeta della Religione Islamica". Per quest’accusa le prove furono che alcuni frati serventi e monaci ignoranti avevano sicuramente visto delle teste barbute venerate dai loro confratelli, ma si trattava probabilmente di teste di santi raccolte in appositi reliquiari. In alcuni sigilli dei Cavalieri Templari sono raffigurate alcune teste barbute che, con tutta probabilità, si riferiscono al volto di Cristo; in una deposizione, il "Templare Raynier de Larchant", interrogato il 20 ottobre 1307, affermò di aver visto il Bafometto una dozzina di volte e che prima dell’arresto dei Cavalieri Templari era conservato presso il "Tempio di Parigi". L’idolo fu descritto come una "Testa Barbuta", tutti i cavalieri l’avrebbero "Baciata, Adorata e Chiamata Salvatore", anche se non si comprende se fosse un’effigie dipinta, una scultura o una "Testa Vera Imbalsamata". I membri dell’ordine, molto probabilmente adoravano il "Volto del Cristo" e sembra certo che in alcune "Precettorie" si conservassero copie dell’impronta sul lenzuolo, sull’esempio dell’"Acherotipa di Edessa" e della stessa Sacra Sindone, portata in Occidente, come abbiamo già avuto modo di porre in luce, dai Cavalieri Templari. Furono trovate alcune raffigurazioni che sono tuttora inspiegabili e possono generare ipotesi di culti di tipo gnostico praticati segretamente da alcuni Cavalieri Templari. Altre figure, in alcune sculture hanno caratteri tipicamente androgini. Essi, in sostanza, avevano il Sesso Maschile e seno abbondantemente sviluppato, a testimoniare ancora una volta il dualismo esistente nell’universo, il maschile e il femminile, il cielo e la terra, e la "Stessa Androginità del Creatore", al tempo stesso uomo e donna. Un altro capo d’accusa contro i Cavalieri Templari, fu quello di praticare la "Sodomia". Cosa che in quel periodo storico era praticata da una buona parte del clero e dei monaci. Inoltre se alcuni Cavalieri Templari praticavano la sodomia non per questo, era colpevole tutto l’Ordine. Inoltre il bacio dato sul fondo schiena, non aveva nulla di blasfemo. Nelle religioni orientali è proprio in quel punto che trova posto la "kundalini" il "Centro delle Forze Vitali dell’uomo". È probabile dunque che il bacio dato in quel punto avesse un carattere simbolico. Per quanto riguardava l’accusa di rinnegare Cristo e sputare sulla croce prima di essere ammessi nell’Ordine bisogna dire che anche il "Gran Maestro Jacques de Molay" dichiarò che al momento della sua ammissione il "Fratello Humert" fece "portare una Croce di Bronzo su cui era la figura del Crocefisso e m’ingiunse di Rinnegare il Cristo rappresentato su quella Croce". Hugues de Pairaud ammise circostanze analoghe. Egli, infatti, disse: "Poi il fratello Giovanni mi mostrò una croce con l’immagine di Gesù Cristo e mi disse di rinnegare colui che era raffigurato in tal modo e di sputare sulla croce…"; anche Goffredo de Charney, "Precettore di Normandia", che morì sul rogo con Jacques de Molay, disse: "mi fu recata una croce con l’Immagine di Gesù Cristo e il fratello Almarico mi disse di non credere in colui che vi era rappresentato, poiché era un falso profeta e non Dio". Analoghe dichiarazioni furono fatte anche da Goffredo di Gonneville, "Precettore di Aquitania" e Poitou, e da Rinaldo di Tremelay, "Priore del Tempio di Parigi. E’ di massima importanza comprendere il fatto che, sempre secondo gl’interrogatori, non era rinnegata la croce in se stessa, ma piuttosto, colui che era rappresentato su di essa. I Cavalieri Templari, in buona sostanza, secondo le testimonianze raccolte, avrebbero distinto, tra un Cristo, indubbiamente di origine divina, da un altro, evidentemente umano, mandato a morire sulla croce. Ugo De-Pagani e i suoi compagni, nei sotterranei del Tempio di Salomone, trovarono qualche documento che raccontava una "Verità Inconfessabile" sulla "Vera Natura" del loro Dio. I Cavalieri Templari, infatti, proprio grazie a tutto ciò, devono aver avuto, profonde conoscenze nel "Campo dell’Occulto" che usarono anche per costruire le immense cattedrali gotiche. La società medievale, infatti, aveva ben due livelli d’"Espressione Esoterica": uno più basso e popolare e un altro più elevato, dove, solamente chi possedeva certe nozioni poteva arrivare a comprendere il "Complesso Messaggio Teologico" o le "Tacite Allegorie Morali". Questo simbolismo fu espresso tanto nelle piccole chiese dei Cavalieri Templari come nelle grandiose cattedrali gotiche. È chiaro, quindi, che i Cavalieri Templari ebbero il proprio esoterismo. Il pentagono rovesciato, quindi, cosi come il demone Baphomet, (Bafometto), potrebbero essere il retaggio di un’"Antica Scienza Segreta", ostracizzata dallo strapotere della "Chiesa Romana", perché, spiega ancora oggi, verità troppo scomode.

L’origine dell’"Architettura Gotica", in altre parole lo stile architettonico, che maggiormente servì per costruire i cosiddetti "Libri di Pietra", (di cui abbiamo già parlato), è, in realtà, un punto controverso. Questa "Particolare Tipologia di Costruzione", infatti, differentemente dallo "Stile Romanico", che fu una "Tecnica Policentrica"; senza, quindi, una "Precisa Patria d’Origine", ha il "Suo Principale Luogo di Fioritura", nel nord della Francia. La costruzione dell’"Abazia di Saint-Denis", ad’opera dell’"Abate Sugerio" intorno al 1140, è considerata, infatti, assieme alla "Cattedrale di Sens", il "Primo Vagito" di questo "Nuovo Movimento Artistico" che, molto rapidamente, si diffuse, prima nel cosiddetto "Ile-De-France", poi in tutta Europa. Esso, però, incontrerà, significative resistenze, come abbiamo già visto, soltanto in Italia con la basilica di colle-maggio. L’"Arte Gotica", cosi come quella romanica, anch’essa era caratterizzata dalla "Volta A-Crociera" dall’"Arco A-Sesto Acuto"; a differenza, però, dello stile romanico, questi elementi erano inseriti in un sistema più logico e coerente. Quali sono stati i mezzi, è necessario chiedercelo, di un "Semplice Abate" per ristrutturare, in maniera cosi maestosa, il "Coro" della propria abazia? Sugerio, secondo delle fonti molto accreditate e già citate in precedenza, molto probabilmente, ebbe contatti con i templari di ritorno dalla terra santa. Quest’ultimi, infatti, avrebbero portato segretamente alcuni documenti molto importanti, che come si già posto in luce, erano nascosti sotto le rovine del tempio di Salomone e che traccerebbero il "Perfetto Metodo di Costruzione" con il quale si sarebbe edificato anche il suddetto tempio. La perfetta fusione tra questo metodo e la cosiddetta "Arte Circestense", infatti, potrebbe aver fatto nascere, secondo gli esperti, l’architettura gotica. L’"Apparentamento" tra i circestensi e i templari, è dimostrato, principalmente, anche dal medesimo tipo d’"Ordine Gerarchico" e dal fatto che uno dei membri più importanti dell’"Ordine Circestense", "Bernando da Chiaravalle", nel 1127, scrisse la "Regola dei Templari" e la presentò al "Concilio di Troyes". Un anno dopo questo particolare evento, per l’"Ordine dei Cavalieri del Tempio", inizierà il consolidamento e l’espansione del loro "Grande Potere" in tutto il mediterraneo.  Nel 1191, infatti, "Innocenzo III", disse di loro: "Consacrati al Servizio dell’Onnipotente, vanno Considerati parte della Cavalleria Celeste". I progettisti dell’arte gotica, infatti, sembrerebbe proprio per simboleggiare, la particolare connotazione dei loro più grandi ispiratori, costruirono delle opere che fossero una sorta di ponte tra cielo e terra. In questa tecnica costruttiva, infatti, completamente innovativa per quei tempi, nulla era lasciato al caso. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che ogni cosa, in questa determinata espressione artistica, segue un preciso ordine basato, principalmente, su "Particolari Sinergie", soprattutto di luci, che sono prodotte dal proiettarsi del sole sulle molte vetrate di questi nuovi edifici dal carattere monumentale. Un’altra caratteristica fondamentale, di questa nuova tipologia di costruzioni, sono le molte inconsuete "Allegorie Bibliche" ottenebrate nelle strutture di tal genere. La differenza più sconvolgente del gotico rispetto al romanico è determinata dalla scomparsa delle enormi e spesse "Masse Murarie", tipiche dello "Stile Romanico". Il peso della "Struttura Gotica", infatti, era completamente distribuito, su una "Intrigata Serie" di "Strutture Secondarie", che complicarono secondo una precisa logica, l’"Aspetto Esterno" degli edifici; nacquero, così, le cosiddette "Pareti di Luce", create ad’arte da "Magnifiche Vetrate" che, come si è già detto, creavano un "Bellissimo Gioco di Luci". La complessa composizione delle vetrate, era corrisposta all’esterno, da un intrigato sistema di "Elementi Portanti". Tale sistema era formato, principalmente, dai cosiddetti "Pilastri a Fascio", altrimenti chiamati, "Polistili". Essi erano un tipo di sostegno della struttura a "Sezione Complessa", spesso "Polilobata". Il pilastro appariva composto da un insieme di colonnette sottili. Nell’architettura gotica, dov’era largamente utilizzato, spesso alcune di queste colonnette proseguivano senza soluzione di continuità fino al soffitto, raccordandosi con i "Costoloni" degli "Archi Trasversali" delle "Volte a Crociera". Questi particolari piloni, in sostanza, si dipanavano in un complesso reticolato di contrafforti completamente differente, anche perché più ampio, da quello romanico. Gli "Archi Rampanti", i "Pinnacoli", gli "Archi di Scarico", i "Piloni Esterni" sono, infatti, tutti "Elementi Strutturali" che supportavano e indirizzavano le strutture di tal genere spingendole dal basso verso l’alto e scaricavano, al suolo, il peso dell’intero edificio. Questa nuova tipologia di costruzione, infatti, per riuscire ad’eliminare progressivamente, tutti i cosiddetti "Muri di Riempimento", sfruttava la forza delle suddette strutture secondarie che si collocavano ai lati della parte principale del santuario in questione. La straordinaria capacità degl’"Architetti Gotici", però, non si esauriva in una "Mera Struttura Statica".

I nuovi edifici, infatti, liberati dall’"Ingombrante Presenza" dei muri di riempimento, si svilupparono, come si è già accennato, tutti verso l’alto fino ad’arrivare a toccare altezze, per quell’epoca, inimmaginabili. Lo sviluppo in verticale di edifici religiosi, in realtà, si era già verificato in Inghilterra e in Normandia. Un altro elemento molto importante, nelle strutture gotiche, era il cosiddetto "Rosone".

 

Il rosone era collocato, sia all’interno della struttura romanica, sia in quella gotica. Esso, ancora oggi, è un "Elemento Decorativo" molto importante; posto, solitamente, su uno dei lati della "Navata Centrale", è un tipo di grande finestrone a forma circolare che ha il compito d’irradiare la luce solare verso l’altare. Il termine rosone deriva dalla parola "Rosa". Questo particolare elemento, infatti, non è altro che una "Riproduzione Stilizzata" di questo particolare fiore che, fin dall’epoca degli greci, è stata sempre associata alla "Bellezza Femminile". In epoca cristiana il "Simbolo della Rosa" si è spiritualizzata ed è diventata associabile all’immagine della cosiddetta "Vergine Maria" e alle "Litanie del Rosario". Le tipologie di rose o di rosoni, ovviamente possono essere differenti; esistono, infatti, rose con più petali. Nel caso di "Sei Petali", la rosa diventa associabile anche al cosiddetto "Santo Graal" e per tale motivo con i templari.

 

La costruzione di luoghi, per la "Pratica dei Culti Religiosi", nel corso della "Storia Umana", è stata sempre, fin dall’antichità, una "Questione Prioritaria" per qualsiasi tipo di governo; perché, come diceva, nei suoi scritti, Karl Marx: "La Religione è l’Oppio dei Popoli". La "Continua Somministrazione", di questo particolare tipo di "Droga", ha sempre imposto, infatti, la "Consacrazione" di "Nuovi Luoghi" preposti per l’"Adorazione" dell’"Idolo" di turno. L’evoluzione della "Civiltà Umana", in sostanza, così lenta ma inesorabile, esigette, man mano che si realizzava, "Santuari" sempre più grandi e imponenti. Questi particolari luoghi, infatti, dapprima, erano soltanto delle "Semplici Costruzioni di Legno" o magari dei "Semplici Simulacri" attorno a un semplicissimo albero; inseguito, con un profondo consolidamento della "Piramide Sociale", iniziarono ad’essere costruiti veri e propri "Edifici Religiosi" con "Antiche Tecniche di Costruzione" di cui, molto fortunatamente, ne possiamo godere, ancora oggi, i "Bellissimi Risultati" in tutto il mondo. Nell’edificazione di queste "Enormi Costruzioni", i vari popoli della terra, sfruttarono, com’è sempre accaduto nella Storia, tutta la loro cultura. Tutti i cosiddetti "Edifici Sacri", di "Antica Fattura", infatti, non sono altro, che una "Riproduzione Tangibile" della cultura umana e religiosa di un determinato popolo. Molte volte, però, le varie generazioni di artefici, di questi "Magnifici Monumenti Culturali", si sono ispirate per le loro creazioni, al medesimo retroterra culturale. Esse, infatti, sono state in grado di comprendere l’"Essenza Profonda" delle esperienze del passato e di usarle per creare qualcosa di completamente nuovo e meraviglioso. Gli "Antichi Romani", per esempio, si sono ispirati alla "Civiltà Greca" e a quella etrusca; si dice, infatti, che "La Grecia Conquistata, Conquistò Roma".

L’avvento dell’"Epoca Cristiana" fece diventare, molti cosiddetti "Templi pagani", con la "Semplice Aggiunta" di un crocifisso o magari di una statua, in "Chiese Cristiane". Molte "Comunità Cristiane", all’inizio della propria Storia, per riuscire a far avvicinare le persone alla "Nuova Religione", dovettero effettuare, necessariamente, accettare una particolare, ma inevitabile, tipologia di compromesso: fondere la "Cultura Giudaico-Cristiana" con elementi di "Religioni Pre-Cristiane". I risultati di questa "Particolare Sintesi Culturale" dipendevano, in buona parte anche, dal tipo di rapporto che c’era tra i "Luoghi di Nascita" della "Nuova Cultura Orientale" e quelli di innesto. Il tipo di forza di questo particolare tipo di legame determinava la conformazione di una qualsiasi opera. Tutte le differenti tipologie di edificio, per buona parte della nostra Storia, hanno, infatti, seguito il medesimo schema. La progettazione di gran parte degli edifici religiosi, dell’intero medioevo, infatti, non fa eccezione a questo tipo di regole. Questo "Particolare Canovaccio di Costruzione", dopo la "Prima Crociata", fu ampiamente approfondito grazie, soprattutto, alla scoperta, da parte dei cavalieri templari, di alcuni documenti riguardanti le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure", che secondo alcune fonti storiche molto accreditate, erano stati trovati sotto le rovine del tempio di Salomone e consegnate, in gran segreto, ai "Fidati Maestri Costruttori di Cattedrali". Le "Grandi Cattedrali Gotiche", infatti, proprio per tale motivo, (forse), erano soprannominate i "Libri di Pietra". Questi grandi costruttori, sempre secondo fonti molto accreditate, avrebbero, com’è stato già precedentemente posto in luce, costruito anche la Città dell’Aquila che sarebbe la "Città Gemella" di Gerusalemme. Una prova a sostegno di questa particolare tesi sarebbe nella corrispondenza, della posizione geografica dell’Aquila, con la posizione geografica di Gerusalemme. Il cosiddetto "Monte del Tempio", infatti, che è situato a nord della cosiddetta "Città Santa", sempre secondo gli esperti, ha la stessa posizione geografica che ha l’altura, in cui è situata la "Chiesa di Santa Giusta", rispetto L’Aquila. Il "Monte degli Ulivi" di Gerusalemme, infine, può essere messo in relazione con la posizione geografica con il "Colle Aquilano" della "Basilica di Colle-Maggio". I "Misteri Aquilani", però, non finiscono qui. Essi, infatti, sembrano trovare il loro "Punto Focale", proprio, nella Storia della basilica di colle-maggio. Essa, infatti, sembra essere, sempre secondo gli studiosi, uno di quei libri di pietra di cui abbiamo già parlato prima. Questa particolare costruzione, infatti, è una delle opere architettoniche più grandiose del capoluogo abruzzese. Fatta costruire nel 1287 per volontà dell’"Eremita Pietro da Morrone", sul cui "Sacrato", fu incoronato papa il 29 agosto del 1294, risente fortemente dell’"Architettura Romano-Gotica Abruzzese" per il prevalere dei piani, soprattutto, nella facciata unitaria e imponente che costituisce la "Vera Sostanza Monumentale" di tutto l’edificio. La "Pietra Locale" di rivestimento bianca e rosa, in un gioco policromo e geometrico, incastona i tre portali con i rispettivi rosoni di raffinata fattura, tutti databili intorno al 1440. Di questi interessantissimi per varietà di composizione e decorazione sono il portale e il rosone centrale. Nel primo d’impostazione fortemente romanica, si riscontrano motivi gotici, dati dai timpani cuspidali dalle colonnine tortili e dai pinnacoli. Anche l’archivolto, a tutto senso, rigorosamente romanico, è scandito da cinque ritmi a semiluna realizzati in leggero stile gotico. La medesima tecnica di costruzione è stata usata per realizzare delle "Figure Angeliche", tortiglioni vagamente scanalati, foglie, fiori e animali; sotto la lunetta originale con affrescata la Madonna col Bambino. Il rosone, un vero delicato merletto, sta in posizione principe rispetto ai due laterali sulla facciata. Questa ripartita geometricamente da cornici e lesene, presenta una caratteristica peculiarità dovuta alle maestranze comacine che la realizzarono: la simmetria del terzo laterale sinistro più stretto rispetto a quello destro produce da lontano, l’"Effetto Ottico di Simmetria" altrimenti improponibile. Sul fianco sinistro della Basilica, dei caratteri spiccatamente romanici è situata la "Porta Santa", varcata da "Celestino V" il giorno della "Sua Consacrazione". Il "Nuovo Papa", non si sa ancora bene perché, istituì, dopo la sua incoronazione, la cosiddetta "Perdonanza": un atto per il quale chiunque entri nella "Basilica Aquilana", ancora oggi, ogni anno il 28 agosto, se sinceramente pentito e confessato, può ricevere il "Perdono dei Peccati". Nella città aquilana, infatti, dopo il corteo storico della "Perdonanza Celestiniana", la basilica apre ancora i battenti a una folta folla di penitenti. Costruita nella seconda metà del XIV secolo, presenta nella lunetta soprastante un singolare affresco degli ultimi del ‘300: in essa si riconosce la Vergine con il Figlio, S. Giovanni da un lato e dall’altro S. Pietro Celestino. L’interno solenne, si data alla metà del XIV secolo, quando cioè le originarie cinque navate furono tramutate in tre, allargando e allungando quella centrale. Il terremoto del 1703 la danneggiò gravemente: fu così ingabbiata da pesanti sovrastrutture barocche che nascondevano i poderosi pilastri ottagonali, le grandiose ogive e il soffitto a cassettoni, oggi tornati all’originario aspetto, dopo il restauro ultimo nel 1972.

Degni di nota sono: il pavimento cosmatesco con disegno geometrico in pietra bianca e rossa che richiama la facciata, lo "Stemma di Celestino V", sulla "Porta Maggiore", in data 1669 e in fondo alla navata destra, il mausoleo innalzato a S. Pietro Celestino da Girolamo da Vicenza nel 1517, che ne conserva le spoglie. In seguito ai lavori di ripristino sono riaffiorati affreschi di tre scuole: quella veneta (metà secolo XIV) nelle nicchie della parete longitudinale destra, raffiguranti la Madonna tra S. Agnese e S. Apollonia, l’"Assunzione" e l’"Incoronazione della Vergine" e una "Crocifissione". La "Scuola Tosco-Marchigiana", (secolo XVI) , si trova, invece, sulla parete retrostante la facciata; e, in una nicchia della parete laterale sinistra. La scuola "Umbro-Abruzzese" tenuta da "Francesco da Montereale", allievo del cosiddetto "Perugino", la cui "Madonna col Bambino e I Santi", risale alla prima metà del secolo XVI. Dalla Basilica o direttamente dal piazzale si accede nell’"Ex Convento Celestiniano"; elegante chiostro ad arcate ogivali con annesso l’antico refettorio affrescato. E’ questo il vano più bello e rappresentativo del complesso quattrocentesco dei "Frati Celestiniani": spartita da campane con volte a crociera e rafforzate da archi a tutto sesto, è affrescata su tutta la volta e sulle pareti di fondo probabilmente dalla mano di Saturnino Gatti (sec. XVI) mentre decorate a festoni sono le costolonature terminanti con chiavi di volta, dipinte anch’ esse e suddivise dal particolare motivo di quattro aquile con le ali spiegate. Di mano e stile differente, ma pressoché della stessa epoca, è l’ affresco della parete interna dell’ ingresso con "Deposizione dalla Croce". Ex refettorio, la "Sala Celestiniana" è oggi destinata a convegni e conferenze.

 
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BRAY

 

 

Sceau (SIGILLO) de la baronnie de Bray

La baronnie de Bray s'étend le long d'axes stratégiques comme la Seine, la voie romaine de Sens à Meaux qui permet de passer le pont en marquant le c'ur de la châtellenie de la vallée de l'Oreuse, la limite du comté de Champagne et l'Yonne. Ses barons Henri le Libéral, comte de Champagne, puis Jacques, duc de Savoie, gèrent les territoires autour de dix places principales : Passy, Montigny, Bazoches, Les Ormes, Dontilly, la Villeneuve-du-Comte, Égligny, Vin-neuf, Courlon et Bray-sur-Seine.

 

 

CENNI STORICI SUL MIO CASATO BRAY

 Il casato BRAY-BRAI, cognome sembra essere derivante dal francese (e prima da quello, Celtico). Il nome proviene da diversi periodi storici nei paesi d'Europa. Contea Wicklow, l'Irlanda, vicino a Brayhead. Nelle annotazioni antiche il nome era Bree, preso dal vecchio bri o brigh irlandese, una collina. Questa parola è simile nelle vecchie lingue gaeliche e celtiche; In Inghilterra il nome è trovato applicato alle parrocchie in contee Devon e Berks. Molti città e distretti in Francia impiegano il Bray o certa forma del nome, come: Bray-sur-Somme, Bray-sur-Seine, Bre-Cotes-du-Nord, Bray-La-Campagne, Bray-Calvados e paga de Bray. Ci sono parecchi posti chiamati BRAY in Europa, la città Bray in Inghilterra è in Berkshire sul fiume di Tamigi vicino a Windsor, Bray in Irlanda è sul sud del litorale appena di Dublino in contea Wicklow e ci è un distretto chiamato paga de Bray vicino a Rouen e ad un villaggio Bray vicino a Parigi in Francia in Lilla."La gente normanna„ dal Re", condizioni il nome deriva da un posto denominato Bray vicino ad Evreux, Normandia; Milo de Brai 1064 era signore di Montlhéry a partire dal 1095 sua moglie era Lithuise figlia di Stephes conte di Blois e di Adela della Normandia, figlia di William il conquistatore ed il suo figlio dello stesso nome Milo II de Brai 1118 signore di Montlhéry e di Braye, visconte di Troyes 1096,  il figlio maggiore Trousseau de Brai, signore di Monthléry  sua figlia Elizabeth di Montlhéry nel 1103 sposò Philip, Conte di Mantes, figlio di Philip I della Francia e di Bertrada de Momtfort, parteciparono alla 1^ crociata nel 1096. Nel  1066, sir Guillaume de Brai, successivamente in inglese William de Bray e sir Thomas de Bray, parteciparono alla conquista dell'Inghilterra a fianco del Duca di Normandia William. Sul rotolo nell'abbazia i nomi di coloro che hanno partecipato alla battaglia di  hastings. Al Servizio dei Re d'Inghlilterra dal (1066 - 1485): In un villaggio vicino Berkshire Bray vi è una chiesa del XII secolo costruita da Bray, in cornovaglia. sir Richard Bray cavaliere della giarrettiera e Consigliere al servio di Henry VI e della sua moglie Joan Troughton. Nel Concistoro del 22 maggio 1262 fù nominato Cardinale Guillaume de Bray da Papa Urbano IV . Il casato si stabilì in Puglia in Gravina e nel salento. Nominis reliquiae supersunt planissime, Bibracte Galliae etiam nunc in Bray contrahitur, et non procul hinc Caesar Tamisim cum suis transmisit ...",

 

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Papa Benedictus XVI

Joseph Ratzinger


Il Santo Padre con il Vescovo di Ugento (LE) Mons. VITO DE GRISANTIS in occasione della visita a Santa Maria di Leuca (LE) "de finibus terrae"14 Giugno 2008


 

SIGILLUM MILITUM

 

A Troyes Francia nel 1127, i Cavalieri Templari adottarono il motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome da gloria". E’ facile immaginare come un simile motto potesse accendere gli animi.
San Bernardo da Chiaravalle inoltre trasmise ai cavalieri la devozione a Maria e il grande rispetto per la donna, la Regola infatti cita: "Maria presiedette al principio del nostro Ordine

 

INVESTITURE

 

Nel medioevo il cavaliere veniva istruito nell’uso delle armi; egli era sottoposto a studi che ingentilivano gli animi e di ordine morale. Altre caratteristiche della cavalleria erano: cortesia, difesa della giustizia, appoggio alla debolezza, omaggio alla bellezza, idealizzazione dell’amore come mezzo di elevazione morale. L’incontro con il soprannaturale, secondo le credenze d’epoca, avrebbe completato l’iniziazione del cavaliere.

Iniziazione cavalleresca
La vestizione - com’era chiamata l’iniziazione cavalleresca - era considerata già alla fine del XI -XII secolo con la fondazione degli Ordini un "ottavo sacramento". Il candidato vi si preparava con una notte di veglia in armi nella cappella di famiglia, inginocchiato davanti all’altare. Veniva poi purificato con un bagno rituale, confessato e comunicato. Seguiva una messa solenne, al termine della quale avveniva la vestizione vera e propria, che consisteva nella consegna da parte del sacerdote della spada consacrata, degli speroni, dello scudo, della lancia e delle varie parti dell’armatura, che appunto il giovane indossava.
La cerimonia si concludeva infine con l’accollata o palmata, cioè con un colpo inferto col palmo della mano dal padrino sulla nuca del neofita, o anche di piatto con la spada sulla spalla. Era consuetudine che il colpo fosse di una certa forza, tanto da far vacillare il ricevente.
 
Bisognava alimentare tra i cavalieri rapporti di solidarietà, lealtà, fratellanza, oltre che naturalmente di fedeltà incondizionata. Non importava che la compagnia fosse numerosa; importava che fossero saldi i legami al suo interno e che ne facessero parte, soprattutto, quei pochi vassalli davvero in grado - per valore, potere, prestigio personale - di controllare tutti gli altri.

 

 

RE CRISTIANI

 

 

CATTEDRALI GOTICHE

 

I Cavalieri Templari, si ritiene avessero rinvenuto documenti relativi alle "LEGGI DIVINE DEI NUMERI,DEI PESI E DELLE MISURE" sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali.

Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal.

Furono costruite improvvisamente in Europa, intorno al 1128 (cattedrale di Sens), proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, con una maestria costruttiva tecnica e architettonica completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo. Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine.

Inoltre vennero costruite su luoghi già considerati sacri al culto della "Grande Madre", ritenuto il culto unitario più diffuso prima del Cristianesimo; molti di questi luoghi inoltre sono dei veri e propri nodi di correnti terrestri, ovvero punti in cui l'energia terrestre è molto forte (grandi allineamenti di megaliti). Hanno pianta a croce latina: la croce "é il geroglifico alchemico del crogiuolo" (Fulcanelli), ed è nel crogiuolo che la materia prima necessaria per la Grande Opera alchemica muore, per poi rinascere trasformata in un qualcosa di più elevato.

Sono adornate da un gran numero di statue o bassorilievi raffiguranti figure altamente simboliche e simboli magici ed esoterici, che poco hanno a che vedere con la loro funzione di chiese cristiane ed hanno un particolare orientamento in modo che il fedele, entrando nell'edificio sacro, cammini verso l'Oriente, ovvero verso la Palestina, luogo di nascita del Cristianesimo.

Ciascuna cattedrale è dotata di una cripta in cui secondo alcune tradizioni sarebbero nascosti degli oggetti sacri molto importanti (ad esempio si dice che in una delle cripte della Cattedrale di Chartres sia custodita l'Arca dell'Alleanza, e che quando questa cripta sarà scoperta la cattedrale crollerà al suolo). Ma le cripte sono legate ad un altro elemento molto misterioso: le "Vergini Nere", statue o bassorilievi, che raffigurano appunto la vergine Maria, con la particolarità della carnagione scura.

 

Francia Parigi

 

 

Notre Dame

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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