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“Mi sia lecito dirvi francamente”

Post n°14 pubblicato il 03 Maggio 2014 da umbertodelgiudice
 
Foto di umbertodelgiudice

 

La resurrezione è il vero ed unico elemento storico che differenzia il cristianesimo dalle altre fedi religiose o da quelle religiosità che pure hanno popolato e popolano le credenze umane.

Di tutto l’evento pasquale (il quale, lo ricordiamo, è un tutt’uno formato da tre momenti: la cena pasquale, la morte e la resurrezione) la fede nel Risorto è la vera eccedenza che, in qualche modo, conferma storicamente il senso degli altri due momenti, quello agapico della cena e quello cruento della crocifissione.

Possiamo in qualche modo sintetizzare nel numero di quattro la quantità di teorie che si possono formulare dal punto di vista storico intorno all’evento della resurrezione.

Prima però di enumerarle sarà necessario ricordare che in realtà nessuno si è mai presentato come testimone della risurrezione ma molti si sono detti testimoni del Risorto. La relazione tra l’evento della resurrezione e i testimoni di essa si potrebbe così presentare: i testimoni del Risorto stanno alla Resurrezione come noi oggi, che vediamo il creato, stiamo all’atto della creazione. In poche parole sebbene nessuno è mai stato testimone diretto del primo atto della creazione così nessuno è mai stato direttamente testimone della resurrezione in atto (e solo questo dovrebbe far riflettere… e forse su questo punto ci ritornerò…-).

Si diceva che le teorie intorno al fatto storico della resurrezione possono essere così sintetizzate:

-          la teoria della frode

-          quella delle allucinazioni collettive

-          quella della mitologizzazione

-          e poi c’è la quarta… che enunzierò appresso.

La teoria della frode –antica almeno quanto sono antichi i vangeli– sostiene che alcuni discepoli di Gesù di Nazareth avrebbero trafugato il corpo per poi annunciare che quel Gesù sarebbe risorto. A questa teoria si può obiettare che il corpo fu custodito da almeno un folto plotone di guardie (quelle del Tempio) messe di sentinelle al sepolcro onde evitare che il corpo di Gesù di Nazareth era stato trafugato e poi ne fosse annunciata la resurrezione.

La teoria delle allucinazioni a tentato di spiegare così le apparizioni: è possibile –secondo questa teoria– che un gruppo di persone, fortemente provate nella psiche e in un momento di esaltazione rituale vedano in gruppo fenomeni paranormali. Se pure tutto ciò è possibile come concordare questa teoria col fatto che le testimonianze circa le apparizioni del Risorto avvertono che quelle stesse apparizioni sono avvenute in luoghi, tempi e persone/gruppi diversi? Anche questa teoria fa un po’ acqua…

La teoria del mito ricapitola tutto a partire dalla grande fede che i discepoli avevano non tanto in Gesù ma nel suo atto di autodonazione salvifica, ovvero nella sua crocifissione per amore. Poiché –sostiene Bultmann tra gli altri– i discepoli avevano troppa fede nel momento soteriologico (ovvero salvifico) della crocifissione allora miticizzarono il Gesù storico e lo fecero diventare il Cristo della fede… A parte che i discepoli dimostrarono di non comprendere la crocifissione come si può di fatto comprendere alla luce della cena pasquale e soprattutto della resurrezione, ma basta una convinzione personale per creare un mito di gruppo?

La quarta teoria è questa: poiché coloro che hanno detto di aver visto Gesù vivo dopo la morte non hanno mai ritrattato anche di fronte alla minaccia della galera, delle torture e della morte allora tutto ciò che hanno detto sul Risorto è semplicemente vero. In questa prospettiva anche le successive scritture neotestamentarie (ovvero i Vangeli canonici) possono essere interpretate e considerate fondamentalmente documenti storici. La morte dei testimoni è la più grande ‘macchina della verità’!

Davanti a questa ‘evidenza storica’ tuttavia molti dubbi ancora pervade chi tenta di affacciarsi ‘razionalmente’ sul ‘mistero della fede’…

Perché? Il Vangelo di Luca ce lo spiega raccontando di quei discepoli che si recavano ad Emmaus.

Non si può accogliere intensamente il mistero del Risorto senza una propria esperienza religiosa del Risorto e questa è possibile nell’azione rituale e, in special modo, nella celebrazione eucaristia.

L’esperienza rituale offre un orizzonte ermeneutico ed “oggettivo” che nessuna ‘evidenza storica’ (sebbene in un certo senso anch’essa oggettiva) può dare. L’oggettività (se così si può chiamare) della fede è un insieme sia di ragioni storiche fondate sia di esperienza religiosa fondante.

Gesù che cammina con… Gesù che spiega a… Gesù che spezza il pane per…

Solo dopo aver camminano con… di aver sentito le spiegazioni di… e di aver spezzato il pane per… potremmo vedere quel Cristo che la storia ci consegna come l’unico che è veramente Risorto.

Buona III Domenica di Pasqua.

 

 

© 2014 Umberto Rosario Del Giudice

 
 
 
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Un blog di: umbertodelgiudice
Data di creazione: 07/05/2011
 

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