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Pastori 'resi' buoni

Post n°15 pubblicato il 13 Maggio 2014 da umbertodelgiudice
 

Spesso nei Vangeli troviamo lezioni di semplice e pura umanità. Certamente si potrebbe dire, tra l’altro, che Gesù è l’uomo più attento alle dinamiche relazionali che sia mai esistito (egli stesso tra l’altro si chiamava Figlio dell’uomo e questo non solo in riferimento al significato biblico del termine ma anche a quello più ovvio: ‘il vero figlio dell’uomo’ oppure ‘il vero uomo’). Un ‘typos’, ovvero un modello, cui riferirsi per capirsi e per capire.

Questa ‘regoletta generale’ non inganna né delude neanche quando Gesù spiega la similitudine della ‘porta’: lui, dice, è la ‘porta’! Ma dice anche di essere ‘colui che entra dalla porta’ differentemente da quello che fa un brigante o un estraneo la cui voce non è conosciuta dalle pecore (cfr. Gv 10, 1-10).

E questa una verità che possiamo verificare in ogni istante. Noi stessi siamo propensi ad andare dietro a coloro che ci ispirano fiducia. È un fatto ovvio. Spesso ascoltiamo ben volentieri persone con le quali ci troviamo anche in disaccordo circa alcuni aspetti; ma rimaniamo loro fedeli solo e proprio perché ci ‘ispirano fiducia’, o meglio, ci aiutano, con i loro modi di fare, a percepire i loro buoni sentimenti verso di noi.

Ma tutto questo come si comprende poi dal punto di vista teologico?

Come nella vita così nella fede. Se nella vita di ogni giorno siamo propensi a lasciarci convincere o a seguire i discorsi, a volte contorti, di coloro che ci amano o che amiamo, così nella fede seguiamo istintivamente Colui che ci ispira fiducia solo, però, se siamo predisposti alla bontà, alla fedeltà, all’amore.

Di questo dovremmo preoccuparci per essere ‘pastori’ buoni ovunque: creare i presupposti affinché la gente sia incline alla bontà dei modi, alla sincerità delle parole, all’intensità dell’amore, alla tenerezza ed alla premura.

La prima ‘voce’ che l’uomo emette sembra essere il ‘grido’: un bambino appena nato, infatti, grida, piange; e continuerà a gridare nella notte per essere sicuro che qualcuno lo ascolti, lo coccoli, corra lì per lui. Questa ‘ricerca di qualcuno’ ce l’abbiamo nel DNA! Ma a volte si spegne perché nella vita abbiamo incontrato qualcuno che si è comportato da ‘estraneo’ e non da ‘prossimo’, da ‘lontano’ e non da persona ‘coinvolta’ nella nostra vita.

Siamo tutti allora chiamati ad essere ‘pastori buoni’, ovvero ‘gente coinvolta’, ‘prossimi di tenerezza’, ‘maestri di gentilezza e bontà’… nella certezza che possiamo sempre provare ad esserlo anche quando ci siamo comportati con qualcuno da ‘perfetti estranei’… Questa è la sua giustizia: accollarsi gli errori degli altri per renderli migliori (cfr. 1Pt 2, 20-25).

 

 

© 2014 Umberto R. Del Giudice

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Un blog di: umbertodelgiudice
Data di creazione: 07/05/2011
 

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