Fu come un colpo di falce. Il 9 ottobre 1963, alle 22.45, duemila persone e un intero paese furono cancellati per sempre. Più di quarant'anni sono passati e il ricordo dei morti è ancora sospeso sulla valle. Anche se i fatti di quella terribile notte diventano sempre più lontani, quel passato resta inciso sulla pelle di chi l'ha vissuto. Come Mauro Corona, lo scrittore-aplinista di Erto; e come i personaggi di questo testo inedito. All'osteria del Gallo Cedrone sei uomini si ritrovano a discutere fuori dai denti, tra un bicchiere di vino e l'altro, sulle responsabilità della tragedia; sul dopo Vajont, su chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso. Dalle loro parole ruvide e coinvolte emergono accuse, notizie, fatti. E soprattutto il ritratto di un piccolo popolo pieno di inestinguibile dolore, ma mai vinto.
Un libro meraviglioso, corto, ma intenso. E' la raccolta di un discorso avvenuto in un'osteria di Erto, paese anch'esso coinvolto nella tragedia del Vajont. 5 persone discutono, con rabbia, orgoglio, rancore e speranza di ciò che successe quella terribile notte in cui anche loro persero qualche caro.
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Post n°77 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da terrabassa
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Post n°75 pubblicato il 10 Giugno 2012 da terrabassa
Nel cuore della Basilicata, come giganti emersi dal mare si levano imponenti le Dolomiti Lucane, con spettacolari guglie e sagome che hanno suggerito nomi fantasiosi come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta...
www.basilicatanet.com/ita/web/item.asp?nav=dolomitilucane |
Post n°74 pubblicato il 10 Giugno 2012 da terrabassa
Tra fine maggio e i primi giorni di luglio, l'altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare importanza, La Fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo ocra al rosso. Anche se la festa della "Fiorita" ricade nella terza e nell' ultima domenica di Giugno, non esiste un preciso giorno per ammirare questo incantevole spettacolo. Ogni anno tutto è affidato all'andamento climatico della stagione. Le specie floreali che tingono il Pian Grande e il Pian Perduto in questo periodo, sono innumerevoli, camminando lungo i sentieri possiamo incontrare: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viola Eugeniae, trifogli, acetoselle e tant'altro. |
Post n°73 pubblicato il 04 Maggio 2012 da terrabassa
Le rondini significano tante cose. Sono un simbolo di libertà e di avventura: girano il mondo, volano per migliaia di chilometri senza scalo. Ma rappresentano anche un emblema di fedeltà: tornano sempre nello stesso luogo. Per l’ecologo sono un bioindicatore: dove ci sono rondini c’è meno inquinamento, ci sono meno pesticidi. In volo possono compiere qualsiasi tipo di acrobazia grazie alla coda ampia e biforcuta e alle ali lunghe e appunti. A terra, invece, il portamento è goffo a causa delle corte zampe e così si posa di rado al suolo. Lo fa più spesso quando deve costruire il nido raccogliendo il fango ai bordi delle pozzanghere...
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Post n°71 pubblicato il 10 Aprile 2012 da terrabassa
Gli asparagi selvatici sono una delle cose più buone che si possono portare in tavola. Al contrario di quelli coltivati, il loro sapore è molto forte e particolare. Se preferisci andare a raccogliere per i campi ecco cosa devi fare per trovarli e come devi fare per tagliarli. Gli asparagi non crescono da soli, in mezzo alla campagna. Essi nascono in mezzo a delle piantine spinose, che sono quelle che vedi nella foto. Una volta trovata questa piantina, muovi un pò i rami, facendo attenzione a non farti male e a non pungerti. Guarda con molta attenzione se spunta qualche asparago. Non è obbligatorio che in ognuna di queste piantine ci siano degli asparagi. Ma è molto probabile. Perciò se non li vedi, abbassati e guarda se dal basso, in mezzo alla piantina di rovo, ci sono dei rami verdi scuri senza spine. Devi fare molta attenzione, perchè a volte si mimetizzano con il verde e non si vedono. Una volta individuato l'asparago, puoi tagliarlo a mano o con la forbice. Il consiglio è di tagliare l'asparago nella parte di confine tra il tenero e il legnoso. Non tagliarlo troppo corto, perchè lo sprecheresti, meglio se lo tagli lungo e selezioni le parti buone a casa. fonte: http://ricette.pianetadonna.it/ |
Post n°70 pubblicato il 27 Marzo 2012 da terrabassa
I foralaris: uno strano nome che per la maggior parte degli italiani non significa nulla, mentre per gli abitanti di Treppo Carnico rappresenta un momento di storia locale importante, ricorda un gruppo di lavoratori che si è fatto onore durante il periodo più caldo dell’emigrazione.
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Post n°69 pubblicato il 19 Marzo 2012 da terrabassa
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Post n°67 pubblicato il 15 Marzo 2012 da terrabassa
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Post n°66 pubblicato il 08 Marzo 2012 da terrabassa
Laborioso, pragmatico e con un forte senso dell'umorismo, Pietro è un tipico contadino toscano. Ha lavorato la terra con aratro e zappa fin da ragazzo. Nato, come dice lui, «nel Medio Evo», ha visto il mondo che conosceva ed amava diventare storia passata. Fortunatamente per noi ha messo su carta, con l'aiuto di Jenny Bawtree, un resoconto unico di quella cultura contadina che, solo ora che sta morendo, stiamo cominciando ad apprezzare. Quando Pietro lasciò la sua terra iniziò a lavorare al centro di equitazione gestito da Jenny Bawtree, prima come stalliere e in seguito come cuoco. Nel corso degli anni le ha raccontato la sua vita come contadino ed insieme hanno creato questo resoconto pieno di colore, umorismo e con un pizzico di nostalgia. |
Post n°65 pubblicato il 04 Marzo 2012 da terrabassa
La Stevia Rebaudiana è una pianta perenne della famiglia dei crisantemi che cresce in piccoli cespugli su terreni sabbiosi ed in montagna. E' originaria di una zona a cavallo del confine tra il Paraguay ed il Brasile ed in piena maturazione raggiunge gli 80 cm di altezza. Ha foglie verdi di forma oblunga con il bordo leggermente seghettato e fiori molto piccoli di colore bianco. Conosciuta già nell'antichità da alcune tribù d'Indiani del Sud America che la utilizzavano abitualmente per dolcificare bevande e alimenti deve la sua diffusione a un botanico italiano, Santiago Bertoni che ne studiò le caratteristiche e i possibili usi.
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I miserabili...
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Inviato da: mari4570
il 03/05/2013 alle 21:20
Inviato da: mari4570
il 21/03/2013 alle 19:27
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