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« sarà vero o falso? Donat...commento sulla terra dei... »

lettera al ministro ambiente del CCF

Post n°398 pubblicato il 28 Marzo 2014 da ferraiolidomenico

 

Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Dott. Gianluca Galletti

 

Caivano, 27 Marzo 2014

 

Sig. ministro,

Lei è qui oggi, nella nostra terra, certamente per comprendere meglio, guardando con i propri occhi, ciò che qui è stato compiuto e ciò che qui è ancora in atto e per poter intervenire con provvedimenti commisurati alla gravità della situazione. Noi ci crediamo.

 

E ha fatto bene a venir qui di persona, perché veri risultati ancora non se ne vedono.

  • I roghi di rifiuti industriali non si sono spenti, malgrado l’introduzione del reato di combustione dei rifiuti! Non sarà perché le aziende devono continuare, nonostante tutto, a smaltire in nero gli scarti delle lavorazioni?

  • Lo SVERSAMENTO DEI RIFIUTI INDUSTRIALI resta fuori controllo, distruggendo il futuro stesso del nostro Paese. Una nuova disciplina legislativa PER LA VITA E NON PER GLI AFFARI non è rinviabile neppure di un giorno. Vuoti legislativi, corruzione, criminalità, irresponsabilità delle istituzioni hanno già prodotto danni irreversibili. Il DL 136 - L n.6/2014 ha completamente eluso il problema. Occorre emanare subito il DECRETO CHE NON C’E’, quello che colpisca i mandanti, (le aziende che i rifiuti li producono dando vita ai traffici illeciti) e non solo gli esecutori materiali.

    PROVVEDA LEI ALL’ELABORAZIONE DI UNA PROPOSTA LEGISLATIVA CON LA MASSIMA URGENZA. Glielo chiediamo con forza, sig. ministro.

  • Circa i REATI AMBIENTALI, il testo approvato alla Camera dei deputati va integrato e corretto, in linea con quanto suggerito dai Procuratori Generali di Napoli, Napoli Nord, Santa Maria C.V. e dal Procuratore Nazionale Antimafia. Noi ci raccomandiamo a lei, i Procuratori citati l’hanno già fatto con il nuovo ministro della Giustizia, segnalandogli che, in fase applicativa, per certi aspetti, la situazione potrebbe addirittura peggiorare.

  • Le norme in materia ambientale contenute nel D.Lg.vo 152, risultano confuse, contradditorie, dannose per l’attività degli agricoltori onesti, che le leggi vogliono rispettarle. Ascolti la loro voce, soprattutto quando procede in sintonia con quella dei consumatori, che chiedono sicurezza alimentare e qualità.

Ma il primo severo banco di prova che l’attende è sicuramente quello della TRACCIABILITA’ DEI RIFIUTI. Che tegola, sig. ministro!

Come saprà è questo un provvedimento messo sempre, nel corso degli anni, in binari morti. E’ il classico esempio di ciò che “non s’ha da fare”. Se si son potuti trasportare, e tuttora si trasportano, veleni industriali su e giù per la penisola in condizione di totale impunità, è perché nessun sistema di tracciabilità è mai stato adottato con obbligo per tutti i soggetti. Questo le sarà chiaro di sicuro, sig. ministro.

L’attenzione mediatica e la nostra mobilitazione, superando resistenze forti e visibili, ci hanno portato ultimamente alle soglie di una vera adozione obbligatoria del sistema di tracciabilità….. ed ecco che  scoppia il caso Finmeccanica, che l’informazione etichetta come caso SISTRI.

Ci dica, sig. ministro, senza reticenze, se ritiene che corruzione, riciclaggio e quant’altro sta emergendo da questa specie di fogna a cielo aperto, possa inficiare il pieno decollo del sistema nazionale di tracciabilità.

Per noi lei, come ministro dell’Ambiente, DEVE GARANTIRE LA TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI. E’ questo il suo compito istituzionale. Il sistema adottato, deve aver per forza superato i dovuti test tecnici. Il sistema deve funzionare e in forma obbligatoria, salvo eventuali espliciti provvedimenti interdittivi della magistratura, che se ne assumerà la responsabilità. Tenga dritta la barra, sig. ministro.

Noi non accetteremo che si torni nel porto delle nebbie. Pretendiamo che, in ogni caso, i rifiuti tutti, ma soprattutto quelli industriali, siano tracciati con modalità di esemplare efficienza. Se così non fosse, i centomila di Napoli, quelli del 16 novembre, faranno sentire a breve la loro voce e non saranno soli. Ogni giorno, ormai, nuove comunità locali si scoprono terra di fuochi o di veleni. Ecco un tema vero e cruciale per la prossima campagna elettorale.

 

Ha fatto bene -dicevamo- a venir qui di persona, sig. ministro. Negli uffici che a Lei fanno capo, infatti, non incontrerà molte persone disposte a introdurla pienamente nella verità dei fatti. Dietro le scrivanie del suo Ministero –tanto più quelle poste molto in alto- troverà quasi sempre uomini che erano lì negli anni in cui si consumava il disastro. Alcuni proprio da lì ad esso hanno contribuito con atti non sempre trasparenti o del tutto invisibili o semplicemente non muovendo un dito. Così sono state minate alla radice le risorse ambientali, naturalistiche, culturali, produttive che, nel corso del tempo, avevano reso l’Italia uno dei luoghi più amati e ambiti al mondo. Stia attento, quindi, a chi c’è in quelle stanze dei bottoni e determina da sempre le nostre sorti, non sempre le diranno la verità. Pensi solo alle pubbliche figuracce rimediate dai min. Balduzzi e Lorenzin per imboccate dei loro “tecnici”.

Le hanno detto che “in Campania gli impianti attuali non sono sufficienti”.

NON CI SARANNO IMPIANTI BASTEVOLI SE NON SI FAVORIRÀ, ANZICHÉ SCORAGGIARE, LA RACCOLTA DIFFERENZIATA, sostituendo il concetto stesso di rifiuto con quello di “materia seconda”, cioè un bene per la comunità. Si ricordi, sig. ministro, che molti inceneritori in tutta Europa ormai lavorano a singhiozzo per mancanza di rifiuti.

Quella che ha improntato il pessimo Piano dei rifiuti campano (da sostituire al più presto), è l’idea di un’economia ambientale di grandi soggetti economico-politico-criminali per grandi affari. La nostra salvezza, soprattutto nel Meridione, è invece affidata a un’economia diffusa e affettivamente sostenuta da comunità, che provvedano diffusamente, con le loro giovani energie e una pluralità di soggetti a gestire e risanare l’ambiente per rilanciare l’economia tutta, ma soprattutto quella agricola e turistica: un’economia sociale, insomma. E’ questa la prospettiva che anche i nostri vescovi stanno indicando da tempo con documenti unitari. E’ questa la prospettiva cha sta facendo rinascere la speranza e che sta rianimando le nostre comunità.

Lei, sig. ministro, ha la nostra solidarietà, come generale di truppe che troverà ostili, quando vorrà far il bene della gente e non quello degli affaristi. Ma se farà bene avrà il nostro sostegno. E non è poco. E’ proprio ciò di cui il nostro Paese ha disperato bisogno: governanti in sintonia con il comune sentire del popolo.

 

Lei sig. ministro, il governo e l’intera politica italiana, siete tutti di fronte a un bivio decisivo: calmierare, appena un po’, gl’insaziabili appetiti affaristici in attesa che cali l’attenzione mediatica per tornare ai “buoni affari” per tutti o affrontare questo nido di serpi, forti di un riconquistato sostegno popolare!

Centinaia di comitati, associazioni, cittadini competenti ormai lavorano quotidianamente per informarsi, capire, divulgare, organizzare. Tanti di questi non molleranno mai più, fosse solo per dare un senso al dolore che li ha segnati per sempre.

 

Sig. ministro, in campo non vi sono più solo le lobbie degli affaristi e dei delinquenti! E questo -lo giuriamo- consideratelo ormai un dato definitivo.  

Noi siamo al lavoro per smascherare puntualmente i loro rappresentanti e i loro amici insediati nei luoghi da cui bisognerebbe, invece, solo tutelare la salute e la vita dei cittadini. Stiamo lavorando perché i diritti, che le istituzioni di governo nazionali, regionali e locali non faranno valere con i dovuti provvedimenti, siano fatti valere nelle sedi giudiziarie penali e civili. E ciò non come fatto straordinario, ma come pratica ordinaria di cittadinanza.

Un solo principio deve farsi strada e guidare tutti, cittadini e governanti: SULL’AMBIENTE, E QUINDI SULLA VITA, NON SI  SI FANNO AFFARI MA ECONOMIA ED ECONOMIA PULITA, quella che potrebbe camminare sulle gambe di un esercito di giovani e, invece, non parte, perché gli spazi sono occupati da un fronte ringhioso di criminali, corrotti e collusi. 

 

  • L’ormai famoso decreto del 2% dei terreni inquinati ci è parso più un PASSO FALSO che un PRIMO PASSO. Troppi aspetti poco chiari e una comunicazione di tipo propagandistico che ha suscitato più sospetti che certezze.E se il giorno dopo la conferenza stampa, si torna a riproporre l’esigenza di nuove discariche e di nuovi inceneritori, il tutto assume i connotati di una vera, stratosferica presa in giro.

  • Subito un ATTO CONCRETO: RIPORTIAMO A SIN (Siti di Interesse Nazionale) quei siti, tra cui l’area vasta di Masseria del Pozzo a Giugliano, che erano stati declassati a SIR (Siti di Interesse Regionale).

  • Basta con PSEUDOBONIFICHE puntiformi e fatte solo di scavi e trasporto: inutile dispendio di denaro pubblico, che alimenta solo l’indistruttibile economia delle ruspe. Noi chiediamo bonifiche per aree vaste, in un’ottica di risanamento e riqualificazione dell’intera area e non più del singolo sito. Biorimediazione, fitodepurazione e riconsegna ai territori di aree economicamente utilizzabili.

 

Sig. ministro, accetti un consiglio: a sua garanzia e per il bene di noi tutti, metta al suo fianco, come primi collaboratori, un paio di magistrati di questo territorio. Ce ne sono di veramente bravi, in grado di indicarle, in virtù delle competenze acquisite, i percorsi da evitare e quelli, invece, da intraprendere. Sarebbe un segnale molto eloquente per i tanti malintenzionati che già le staranno spiegando, con dovizia di dati tecnici, come non si possa fare a meno d’inceneritori e discariche e come non si debba infierire su un’economia già in crisi obbligandola niente meno che a smaltire correttamente i rifiuti e a non avvelenare i cittadini. Le diranno anche, se non lo hanno già fatto, che in nome della competitività e per amor di patria, non si può stare dietro al fondamentalismo dei cittadini.

Ma se Lei oggi è qui tra noi, vuol dire che, per fortuna, non gli ha dato ascolto.

Lo Stato, fino ad oggi, ha lasciato fare di tutto in materia ambientale e spesso i cittadini, che denunciavano quel che oggi è verità giudiziaria (vedi, per es., discarica di Chiaiano), venivano fermati e denunciati come disturbatori degli interessi nazionali in luoghi dove si consumavano delitti ambientali paragonabili a vere stragi.  Ma intanto quei luoghi erano stati dichiarati d’interesse militare, con l’esercito schierato a loro presidio.

Ma sa lei sig. ministro quanti commissari di governo, dall’emergenza rifiuti in poi, sono oggi indagati, rinviati a giudizio o già condannati?

E i costi per le procedure d’infrazione in sede europea dovrebbero ancora una volta essere pagati dai cittadini?

Non sottostiamo al solito ricatto delle nostre amministrazioni locali che vogliono far passare come richieste della Comunità Europea il loro intento di calare con la forza impianti insalubri di combustione.

  • Chieda alla Regione Campania perché in questi anni si sono accaniti ad imporre inceneritori maledetti dalle comunità locali e mai hanno messo una sola prima pietra di impianti di compostaggio che, invece, non avrebbero avuto alcuna opposizione sociale. Sarà forse perché si vuole che le percentuali di raccolta differenziata si mantengano basse?

  • Eliminiamo gli incentivi da CIP6 su qualsiasi impianto di combustione rifiuti anche in Campania, vedrà che finiranno di colpo gli interessi delle grandi lobbie nel depredare e sfruttare il nostro territorio.

Infine un appunto: non ci è sembrato un buon segno il fatto che il Ministero per l’Ambiente non si sia costituito parte civile nel PROCESSO BIDOGNETTI per il disastro ambientale di Giugliano. Noi cittadini l’abbiamo fatto, lo Stato no. 

 

Ecco, sig. ministro. Le abbiamo portato la voce della gente maturata in quasi due anni di mobilitazione visibile e sempre esemplare per compostezza e spirito unitario. Lo abbiamo fatto con sincerità anche ruvida, come si conviene a chi vuol farsi capire davvero, ma anche a chi dà fiducia al proprio interlocutore.

ORA LA PAROLA È A LEI E, COME MINISTRO NON POTRÀ CHE ESSERE LA PAROLA DEI FATTI. Noi ci auguriamo che voglia stabilire un filo diretto e permanente di ascolto con questo territorio, in cui potrà leggere, in sintesi e con maggiore evidenza, i problemi di cui tutta l’Italia va prendendo sempre più coscienza.

Non è difficile e potrà derivarne un gran bene per tutti.

 

 

Il COORDINAMENTO dei COMITATI (CCF)

 
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