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Bisceglia,Schiavone,Niglio :MORTI SOSPETTE DA SITO VERITANWO

Post n°463 pubblicato il 03 Marzo 2015 da ferraiolidomenico
 

Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti

incidente-federico-bisceglia-magistrato-napoli-600x300Di veritanwo

Non so se avete letto la notizia della morte del PM Federico Bisceglia, 45 anni, pubblico ministero della Procura di Napoli Nord. E’ morto nella notte in un incidente stradale, volando da un cavalcavia. Su un rettilineo.

Su ilmessaggero.it leggiamo:

Bisceglia era esperto in reati ambientali ed era titolare delle indagini sul caso della piccola Fortuna precipitata da un palazzo al Parco Verde di Caivano e sulla relativa rete di pedofili emersa dalla tragedia.

un’indagine importante, con reati gravi e infamanti, che vanno dai reati ambientali fino ad una non meglio precisata “rete di pedofili”, che stando a quanto si apprende da Il Messaggero, sarebbe emersa nell’ambito dell’inchiesta stessa. Un affare torbido, insomma. 

L’avvocato Paolo Franceschetti, autore di numerose pubblicazioni sulla massoneria (vedi la triologia Sistema massonico e ordine della rosa rossa) su Facebook ha commentato così la vicenda:

“Indagava su un rete di pedofili e su una bambina morta per essere precipitata dall’alto? E con un bel contrappasso precipita anche lui, finendo fuori strada in rettilineo e precipitando dal cavalcavia.”

frncCerto, il fatto che un magistrato che sta svolgendo indagini molto scomode vada fuori strada su un rettilineo, di notte, volando da un cavalcavia, può apparire strano, ma se qualcuno dicesse che “questo non prova niente” e che “gli elementi sono deboli, per gridare al complotto” avrebbe ragione, tutto sommato.

Cosa dire però, dopo aver appreso la sconvolgente testimonianza rilasciata subito dopo l’incidente, dall’oncologo Marfella? E’ riportata sul Corriere del Mezzogiorno, ne riporto di seguito alcuni stralci:

Marfella: «Schiavone mi avvertì, attenzione a strani incidenti stradali» L’oncologo nutre dubbi sulla morte del pm Bisceglia deceduto stanotte sulla Sa-Rc: «Lo stesso è capitato al generale Niglio che indaga su questi reati, ora ho paura»

Si addensano ombre sull’incidente stradale in cui stamattina è morto il pm della Procura di Napoli Federico Bisceglia che aveva condotto, tra l’altro, indagini su reati ambientali nella Terra dei fuochi. A lanciare inquietanti sospetti è l’oncologo del Pascale Antonio Marfella, stretto collaboratore di don Maurizio Patriciello, in prima linea nella lotta ai roghi e agli sversamenti illegali di veleni. LEGGI TUTTO

Schiavone, il super-boss della camorra pentito - che è morto pochi giorni fa a causa di un infarto - lo aveva avvertito: “occhio agli incidenti stradali“. Ma guarda, anche Schiavone è andato al creatore in questi giorni. Ma un infarto passa inosservato, a quell’età. Un po’ come l’infarto che tolse di mezzo D’Ambrosio, collaboratore di Napolitano, proprio nel periodo della vicenda “trattativa stato mafia

Se analizziamo i fatti dal “punto di vista complottista“, dobbiamo evidenziare come i reati ambientali siano gravi, ma forse non sufficienti per decretare la condanna a morte degli inquirenti. Dopotutto essere condannati non è scontato, e comunque solitamente finiscono nei guai gli “scagnozzi” sacrificabili, che poi ricevono un mensile per la famiglia per starsene in carcere in silenzio. Ma il fatto che l’inchiesta si sia estesa ad una rete di pedofilia, alimenta certi sospetti.

Certamente, se non si trattasse di un incidente stradale, non si tratterebbe dell’omicidio commesso da sicari che uccidono per qualche centinaia di euro; le modalità non sono quelle. Solo personale espertissimo è in grado di compiere un omicidio di questo tipo.

Certe volte comunque, togliere di mezzo qualcuno, per i servizi segreti, è più facile di quanto si possa pensare. Per esempio: come indurre un infarto in una persona? Vi facciamo un esempio pratico.

La vittima viene studiata, conoscono le sue abitudini. Magari frequenta abitualmente un bar. Un giorno un tizio, molto distinto e simpatico, attacca una conversazione con la vittima. Facciamo un esempio, un anziano boss. “Ma lei è tizio” – “si, sono io” – “io la ammiro per il suo coraggio (…) ho visto una trasmissione tv che parlava di lei, complimenti” (…) e l’uomo cede facilmente, dinnanzi a lusinghe ben fatte, che solleticano l’orgoglio. Lusinghe fatte da persone carismatiche, esperti di PNL e comunicazione, certo non dal primo venuto. Si incontrano “casualmente” dopo qualche giorno, tanto tutti sanno che il tipo tornerà in quel bar. “Ciao! Ci rivediamo! Che piacere”… e mentre parlano, ad un tavolo, il gentil interlocutore offre da bere alla vittima: “posso offrirti un caffè?” – “un succo di frutta, grazie“. Mettere nel bicchiere una microscopica compressa solubile, con un veleno, una sostanza chimica, che provocherà l’infarto nelle prossime 8, magari anche 48 ore. Quando quel caffè preso al bar sarà uno sfumato ricordo…

OVVIAMENTE è solo uno scenario ipotetico, surreale, per fare capire come sia facile di quanto si possa pensare fare fuori qualcuno. Quando vi trovate davanti persone simpatiche e che solleticano il vostro ego, ABBASSATE LE DIFESE, fateci caso… per farvi un esempio stupido, il truffatore del pellet ha rivelato dettagli sulla sua truffa ad un complice delle Iene, che gli hanno mandato una persona evidentemente capace di svolgere quel ruolo, che si è presentato al bar e ha saputo carpire la fiducia e la confidenza del truffatore, palesando la sua stima e la sua ammirazione nei suoi confronti e stimolandolo a vantarsi della truffa commessa. I servizi segreti hanno uomini espertissimi e addestratissimi.

Poi, ci sono le armi psicotroniche, di cui parleremo in seguito. Nel frattempo però potete informarvi cercando su google. Con quelle armi è possibile indurre un infarto a distanza, puntando l’arma, che emette delle onde elettromagnetiche, ad una distanza di decine di metri. Il soggetto viene “bombardato” di frequenze che mandano in corto circuito l’organismo.

Shttp://veritanwo.altervista.org/giudici-scomodi-ai-quali-capitano-improbabili-incidenti/olo coincidenze? Complottismo? Ognuno si faccia la propria idea

 

 
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la grecia può ancora salvarsi (? nda) dal coor sinistra contro l'euro

Post n°462 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da ferraiolidomenico
 

LA GRECIA PUÒ ANCORA SALVARSI SE.... di Coordinamento sinistra contro l'euro

[ 27 febbraio ]

L'Unione Europea non è riformabile
Uscire dall'euro e dall'UE: così la Grecia può ancora salvarsi



Vista la centralità assunta dalle vicende greche, specie dopo l'esito del voto dello scorso 25 gennaio, il Coordinamento della sinistra contro l'euro ha seguito con grande attenzione i recenti incontri del cosiddetto "Eurogruppo" a Bruxelles. Quelle che seguono sono le nostre riflessioni sull'accordo che ne è scaturito.

La Grecia è stata costretta alla prosecuzione dell'austerità. Quella che si è svolta nelle riunioni dell'Eurogruppo non è stata una vera trattativa. Il governo Tsipras si è infatti trovato con una pistola puntata alla tempia. Ad impugnarla il governo tedesco, con il plauso più o meno convinto di tutti gli altri membri dell'area euro. Questa è l'Europa, questo è il sistema imperniato sulla moneta unica.

«Colpirne uno, per educarne diciotto», la Germania ha voluto impartire la sua lezione: non si scherza con le regole dell'oligarchia eurista, con il contenuto ultra-liberista dei suoi trattati; tantomeno si può scherzare se si punta a riconquistare almeno un briciolo di sovranità nazionale.

Questo, prima di ogni altra cosa, ci insegnano i negoziati di Bruxelles, una vera pietra tombale sull'idea della riformabilità dell'Unione Europea. Questa linea, che è anche quella di Syriza, è stata non solo battuta, essa è stata annichilita. Molti, anche in Italia, avranno ora da riflettere sul significato di quanto avvenuto.

La verità è che non si può pretendere di iniziare una nuova via, di cambiare una politica economica improntata ai dogmi del neoliberismo, se non si dispone della propria moneta. La piena sovranità monetaria è uno strumento imprescindibile se si vuole invertire la rotta. Uno strumento certo non sufficiente, ma assolutamente necessario. Senza di esso non c'è vera politica economica che possa tentare di rispondere al dramma della disoccupazione di massa ed a quello del crescente impoverimento della società greca.

L'assenza di questo strumento è stata la vera arma impugnata dalla Merkel: «finché siete nell'euro, gli euri ve li diamo noi, ovviamente alle nostre condizioni».

La tracotanza della Germania, confermata pure da quel che è trapelato sullo svolgimento degli incontri, ha potuto dispiegarsi pienamente anche in virtù di un altro fatto assolutamente decisivo: la morte del progetto federale europeo, di quell'unione politica di cui ancora molti straparlano in Italia. Ormai ogni stato persegue esclusivamente i propri interessi. E - particolare non trascurabile - tutti gli altri stati dell'eurozona sono creditori della Grecia.
Piazza Syntagma: i greci chiedono a Varoufakys di tenere duro


Non solo. Mentre il grosso dei paesi nordici sta da sempre dalla parte del rigorismo tedesco, anche quelli mediterranei - sui quali puntava evidentemente l'azione diplomatica del governo di Atene - si sono schierati da subito con Berlino. Perché lo hanno fatto? In proposito possiamo solo avanzare alcune ipotesi: la Spagna ed il Portogallo per non vedere smentite le politiche austeritarie messe in atto nei rispettivi paesi, l'Italia di Renzi per ottenere il lasciapassare su qualche decimale del proprio deficit, la Francia forse per illudersi di avere ancora un posto a tavola (vedi negoziati di Minsk) tra le potenze che contano. Comunque, siano giuste o sbagliate queste ipotesi, resto il dato di fatto di un'Europa dove ognuno pensa innanzitutto ai propri interessi, ma in cui tutti seguono - riconoscendone così l'indiscussa leadership - la linea tracciata dal governo di Berlino.

Da un quadro di questo tipo non poteva che uscire quel che è poi uscito. L'accordo di Bruxelles è una sconfitta pesante per Tsipras. In buona sostanza, la Germania ha confiscato il programma elettorale di Syriza. Esso infatti, almeno per i prossimi quattro mesi, sarà sotto lo stretto monitoraggio dei creditori, cioè dell'UE, della BCE, del FMI; in definitiva la cosiddetta troika che da anni imperversa nel paese ellenico.

La domanda allora è questa: poteva andare diversamente questo round? La risposta è no. Un esito diverso avrebbe potuto esserci solo se Italia e Francia avessero deciso di smarcarsi dal rigorismo tedesco e se il governo greco fosse andato allo scontro. Uno scontro che il governo Tsipras non ha voluto, non avendo pronto il necessario «piano B».

Non lo aveva pronto, pensiamo, per tre motivi: il primo risiede nell'ideologia europeista del gruppo dirigente di Syriza (che è poi la zavorra più pesante del suo governo), il secondo nell'impreparazione del popolo greco (la cui netta maggioranza è ancora a favore dell'euro), il terzo nell'impossibilità materiale di un suo effettivo approntamento nel breve tempo avuto a disposizione.

A causa della sua illusione europeista, il governo di Syriza non poteva vincere questo round. E noi pensiamo che Tsipras farebbe bene ad ammetterlo, piuttosto che fingere di aver vinto, un atteggiamento che mira ad allontanare piuttosto che ad avvicinare il momento della consapevolezza sulla necessità della rottura e dello sganciamento dall'euro e dall'UE.

Si aprono ora 4 mesi decisivi. Mesi nei quali Berlino e Bruxelles cercheranno di logorare l'ampio consenso di cui il governo greco gode. Mesi nei quali Tsipras tenterà comunque di realizzare i punti del primo paragrafo del Programma di Salonicco, quelli a favore degli strati sociali maggiormente colpiti dalla crisi, nel tentativo di affrontare concretamente quella che viene giustamente definita come «crisi umanitaria».
Atene: manifestazione durante i negoziati di Bruxelles


E' probabile che il perseguimento di questi obiettivi inneschi nuove tensioni con i guardiani dell'ortodossia austeritaria. Così come è altamente probabile che una parte degli impegni presi dal governo greco si rivelino assolutamente aleatori. Il punto fondamentale è però un altro: questo periodo di tempo verrà utilizzato, oppure no, per prepararsi all'uscita dal regime dell'euro?

Dopo aver perso un primo round oggettivamente insostenibile, ora il governo di Atene ha davanti a se il secondo round, quello decisivo. Un round in ogni caso difficile, ma che dipenderà in larga parte dalle scelte politiche di Syriza e dal ruolo che assumerà la sinistra interna anti-euro di quel partito. Se nel primo round non si poteva prescindere dalla pistola puntata alla tempia, ora il primo obiettivo dovrà essere quello di rendere scarica quell'arma.

Detto in altri termini: preso atto della irriformabilità dell'Ue, Syriza rifiuterà di venire «riformata» dall'oligarchia eurista o accetterà le politiche dei sacrifici imposte al popolo greco? Nel primo caso esiste solo una strada, quella dell'uscita e dello sganciamento dal regime dell'euro. E' questa l'unica alternativa ad una sconfitta politica che altrimenti diventerebbe devastante. Naturalmente, questa alternativa richiede una svolta radicale negli orientamenti di Syriza. Una svolta imposta quantomeno dal realismo politico, dall'analisi concreta della situazione concreta.

Detto questo, non tocca a noi insegnare ai greci come intraprendere questo percorso. Alcune cose ci sentiamo però di dirle. In particolare tre elementi ci sembrano decisivi: il primo è la determinazione, ed essa non può che nascere dalla razionale consapevolezza della situazione data; il secondo è il consenso, che può essere mantenuto ed esteso non solo attraverso le misure sociali, ma anche mostrando ad ogni passo l'incompatibilità concreta tra di esse e la permanenza nel quadro europeo; il terzo riguarda la geopolitica, in concreto lo sviluppo dei rapporti verso i Brics, ed in particolare la Russia. L'obiettivo dovrà essere quello di trovarsi, nel momento decisivo, con un'azione di governo decisa, un ampio consenso popolare ed un quadro internazionale in cui l'isolamento (sul quale punteranno le oligarchie finanziarie transatlantiche, non solo quelle europee) non sia totale.

Sarà possibile vincere questo secondo round? Noi pensiamo di sì. Per quel che possiamo daremo tutto il nostro sostegno alla resistenza del popolo greco, in particolare ai compagni del blocco ANTARSYA-MARS che si stanno battendo per dare vita ad un fronte popolare che prepari e guidi la necessaria rottura con l'Unione europea e il regime della moneta unica, quindi per riconsegnare al popolo greco la sovranità nazionale senza la quale non ci sarà salvezza.

Coordinamento nazionale sinistra contro l'euro
26 febbraio 2015
un mio commento personale

forse sarò diventato più pessimista ma mi sa che questa grecia sarà la vittima sacrificale.la sinistra greca antierusta non ha le armi giuste per fuoriuscire unilaterlmente e costruire l'alternativa,ma al massimo subiranno la cacciata dall'euro e saranno decelebrati,lobotizzati e trovarsi le destre al potere.spero di sbagliarmi
ferraioli domenico
 
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mentre tsipras dormiva la troika aveva già fottuto la grecia di Paolo Barnard

Post n°461 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da ferraiolidomenico
 

MESI PRIMA DEL GENNAIO 2015, ERA GIA’ DECISO CHE LA GRECIA ERA FOTTUTA. TSIPRAS DORMIVA.

 

MESI PRIMA del gennaio scorso la BCE di Draghi aveva già steso la tagliola per fottere la Grecia, ma ad Atene dormivano.

Il 22 gennaio scorso Mario Draghi annunciava il clamoroso Quantitative Easing (QE), dove la BCE prometteva di acquistare titoli di Stato dei governi Eurozona fino a oltre 1.000 miliardi di euro, questo per far scendere i tassi d’interesse pagati dagli Stati sui loro titoli (più titoli si comprano meno interessi si pagano), e per immettere liquidità in Europa al fine di “aiutare le economie dell’euro”. Ma… ATTENZIONE…

… una piccola clausola nel Gran Annuncio di Draghi specificava che la Grecia avrebbe beneficiato del QE – che l’avrebbe salvata facendole risparmiare miliardi in interessi –solo “se avesse aderito senza discussione e senza ritardi alle Austerità imposte dal precedente salvataggio della Troika”.

Questi sono accordi decisi nei dettagli in decine di riunioni di tecnocrati mesi in anticipo, MESI IN ANTICIPO

Dunque il 22 gennaio 2015 il QE viene presentato al mondo. Venti giorni dopo, sto Circo criminale e buffone della Troika FINGE con la stampa di esser lì a pensare se accettare o meno un paio di sconti e qualche ritardo sulle Austerità imposte ad Atene per estendere i termini del salvataggio.

Era già tutto deciso mesi prima, ZERO SCONTI PER I GRECI, NEIN! NEIN! NEIN!. Nero su bianco. La Grecia fuori dal recinto, sola, nuda, al freddo, a meno che… rileggete sopra. Ora il Circo mafioso le concede due, ma proprio due briciole, e poi... forse gliele concede. Ma niente Quantitative Easing, e Austerità omicide praticamente intatte.

Leggete pure Repubblica, o il Fatto... 

 
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aerei inglesi abbattuti mentre aiutavano ISiS in iraq da stampa libera

Post n°460 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da ferraiolidomenico
 

AEREI INGLESI RIFORNISCONO ISIS DI ARMI  

Dall’abbattimento di un aereo britannico in Iraq , viene allo scoperto il “doppio gioco” delle forze anglo Americane in Iraq ed in Siria

Forze irachene hanno comunicato di aver abbattuto  due aerei britannici che rifornivano di armi il gruppo terrorista dello Stato Islamico (ISIS). Lo ha annunciato il Lunedì il parlamentare iracheno Hakem al-Zameli.

continua...
http://www.stampalibera.com/?a=28902

 
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ISIS l'ha creata la CIA dal sito stampa libera

Post n°459 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da ferraiolidomenico
 

 

 

 

 

COSA STA SUCCEDENDO? ORA TUTTI AMMETTONO CHE ISIS è STATO CREATO E FINANZIATO DALLA CIA! segui l'articolo..   http://www.stampalibera.com/?a=28870

 

 
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